domenica 8 giugno 2014

Valhalla Rising (Pt.2)

Il film è diviso in sei capitoli che si chiamano Wrath, Silent warrior, Men of God, The Holy Land, Hell e The sacrifice dall'indubbia (soprattutto per gli ultimi tre) reminiscenza cristiana. Eppure, anche se il Valhalla viene spesso definito come l’inferno della mitologia norrena, i due concetti sono molto diversi. L’inferno cristiano è un luogo di punizione e di dolore, il Valhalla invece è la residenza ultraterrena degli einherjar (o einheriar), gli spiriti dei guerrieri morti eroicamente in battaglia, una vera e propria città nella quale essi attendono l’avvento del Ragnarök, la fine del mondo, al quale prenderanno parte schierandosi con Odino contro i suoi nemici. Perciò dire che il Valhalla corrisponde all'inferno cristiano è una forzatura, è il modo di trovare un equivalente ad un concetto familiare alla mentalità cristiana, forse un tentativo postumo (e inconscio?) di giustificare la“colonizzazione” religiosa della Scandinavia.
Già nel IX secolo la religione primigenia della Scandinavia, quella norrena, era in declino e veniva gradualmente sostituita dal cristianesimo. Sappiamo che la divinità più importante di questo pantheon era Woden, a noi noto con il nome di Odino. La leggenda narra che Odino offrì uno dei suoi occhi al gigante Mímir per poter bere dell'acqua dalla fonte che egli sorvegliava e ottenere così la saggezza e l'onniscienza. In base a quanto narrato nell'Hávamál, uno dei poemi facenti parte dell'Edda poetica, una parte consistente dell'antico Codex Regius islandese, Odino “il signore degli impiccati” restò invece crocifisso per nove giorni e nove notti all'albero cosmico:

137.
I trow I hung on that windy Tree
nine whole days and nights,
stabbed with a spear, offered to Odin,
myself to mine own self given,
high on that Tree of which none hath heard
from what roots it rises to heaven.
Nove giorni e nove notti. Nove come simbolo della nascita (nove sono i mesi della gestazione) o ri-nascita (Persefone, che nove mesi all'anno dimora sulla terra e tre all'inferno, è figura cardine dei miti eleusini nei quali rappresenta colui che rinasce attraverso la morte, ovvero dall'inferno ascende al cielo), eccetera.
E ancora:

138.
None refreshed me ever with food or drink,
I peered right down in the deep;
crying aloud I lifted the Runes
then back I fell from thence.
(Odin's Quest after the Runes: http://www.pitt.edu/~dash/havamal.html)

Fu proprio mentre Odino era lì appeso, sofferente e indifeso, che un corvo gli cavò un occhio – un sacrificio, questo, che permise al dio di accedere ai segreti delle rune (perché, in questa come in altre mitologie, è la parola la vera fonte del potere – della conoscenza, della magia e della divinazione). 
Comunque sia, Odino notoriamente era guercio. Come One-Eye. E se l’One-Eye di “Valhalla Rising”, più che la reincarnazione di Odino, rappresentasse Odino stesso? Se il film raccontasse una possibile versione della sua vita nei panni di un essere umano?  Dopotutto anche One-Eye, come Odino, si sacrifica, sebbene in circostanze e per motivi differenti (ovvero per far sì che il puro Are, puro perché giovane e inerme, possa sopravvivere).
Bisogna tenere a mente che nell’Edda in prosa (l'opera dello storico ed esperto di mitologia Snorri Sturlson del XIII secolo e quindi, in teoria, di epoca posteriore all'Edda poetica) si ipotizza che gli dei della mitologia fossero in origine valorosi combattenti le cui eroiche imprese di guerra divennero leggendarie, e quelli che dapprima erano semplici onori tributati alla memoria (sulle tombe) dei caduti in battaglia si siano trasformati in veri e propri culti. Con il passare del tempo la popolazione dimenticò che i loro antichi re/generali erano stati dei comuni mortali e cominciò a venerarli come dei – riprendendo a onor del vero una teoria già cara a Erodoto, Evemero ed atri filosofi: 
Odin had second sight, and his wife also; and from their foreknowledge he found that his name should be exalted in the northern part of the world and glorified above the fame of all other kings. Therefore, he made ready to journey out of Turkland, and was accompanied by a great multitude of people, young folk and old, men and women; and they had with them much goods of great price. And wherever they went over the lands of the earth, many glorious things were spoken of them, so that they were held more like gods than men. They made no end to their journeying till they were come north into the land that is now called Saxland; there Odin tarried for a long space, and took the land into his own hand, far and wide. (Edda in prosa – cap. IV, vedesi http://www.wisdomlib.org/scandinavia/book/the-prose-edda/d/doc4911.html.)

11 commenti:

  1. Curioso e nello stesso tempo istruttivo..
    Grazie infinite per la recensione!
    Una serena serata:::)))

    RispondiElimina
  2. Sono sincero, io mai stato troppo attratto dai miti nordici (l'ho anche detto qualche giorno fa, parlando di fantasy, da me)... ma sei riuscito ad affascinarmi^^

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bene! Significa che il mio è stato un doppio successo!

      Elimina
  3. Diversi critici hanno ripreso Il paragone tra One -Eye ed Odino e considerando bene come si svolge il film direi che non hanno tutti i torti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il paragone è facile. Decisamente la cosa più evidente di tutta la trama.

      Elimina
  4. Heilà TOM, stai filando dannatamente veloce con questa serie di post e fatico a starti dietro!
    Il mito nordico è una delle mie grandi passioni e prima o poi dovrò affrontarlo. A dirla tutta sto cercando di infilarlo proprio nella serie in corso dedicata al Re dei gatti, ma non so se ci riuscirò. Rimando ad allora il mio commento a questo post. Non per pigrizia, ma per uno svolgimento più articolato ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il re dei gatti e la mitologia norrena? Assieme? Non vedo l'ora di leggerti....

      Elimina
  5. Scusa se mi permetto ma Odino l'occhio non l'ha mica perso in quell'occasione...Lo sacrifica per poter bere dal Pozzo della Sapienza..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esistono numerose versioni della leggenda. Questa del Pozzo della Sapienza è una delle tante e, se guardi con attenzione, è citata in questo stesso post, poche righe sopra la versione del corvo. Non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di mitologia, tra l'altro di una mitologia che appartiene ad una cultura a noi remota e che spesso noi adattiamo a nostro uso e consumo. San Brandano (che citi nel commento qui sotto) rientra, a mio parere, in questa logica interpretativa.

      Elimina
  6. One Eye parte con nientepopodimenoche San Brandano, per essere precisi..

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...