Ben ritrovati, o piccoli lettori che nulla ormai temete. Solo poche settimane sono trascorse dall'avvincente battaglia tra il vampiro e il nostro Van Helsing piemontese, il dottor Marco Lazzara, conclusasi come tutti ricorderete con la vittoria di quest'ultimo. Nemmeno il tempo di tirare il fiato ed ecco che all'orizzonte si staglia una nuova entusiasmante sfida. Questa volta la sfida sarà "dottore contro dottore". Questa volta non ci sarà alcun vantaggio per il nostro blogger itinerante. Il nostro eroe dovrà misurarsi con un personaggio che è padrone della scienza almeno quanto lui. Signore e signori, sta per affacciarsi su questo blog la macabra figura del dottor Victor Frankenstein, il quale cercherà di opporre la sua agghiacciante creatura, assemblata utilizzando pezzi di cadavere, al coraggio di colui che già vinse il vampiro! Riuscirà la scienza odierna ad avere la meglio sulla scienza dei primi anni del XVIII secolo? Riuscirà Marco Lazzara a proteggere voi ignari lettori da questa nuova minaccia? Lo scoprirete tra pochi istanti, giusto il tempo di sistemare il testo, posizionare le immagini e di programmare il post. Quando lo leggerete io sarò ormai lontano, nascosto in un luogo sicuro ad attendere fiducioso l'esito dello scontro. E voi? Avete il coraggio di stare a guardare? Ebbene, se è così, questo è il momento di dimostrarlo. Buona fortuna!
Ore d’Orrore, a cura di Marco Lazzara
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”
“Uno dei fenomeni che aveva attirato maggiormente la mia attenzione era la struttura del corpo umano, o meglio, di ogni essere vivente. Da dove procede il principio di vita? mi chiedevo spesso.” (Mary Shelley, Frankenstein)
Il Romanzo di Mary Shelley
Penso che un po’ tutti conoscano la storia raccontata in Frankenstein, ma ripercorriamone i punti fondamentali. Victor, giovane barone di Frankenstein, è un brillante studente di chimica e fisiologia. Nel corso delle sue affannose ricerche sulla materia organica, scopre la causa della generazione della vita, e diviene in grado di infonderla nella materia inanimata. Decide allora di creare un essere artificiale per dimostrare quanto ha scoperto. Dato che ricreare un corpo è complesso, a causa della piccolezza dei singoli organi, realizza allora un essere gigantesco, altro due metri e mezzo e robusto in proporzione, raccogliendo materiale organico da tombe, ossari, sale settorie e mattatoi, e grazie alla strumentazione da lui ideata riesce a infondergli la vita. L’essere è però mostruoso, deforme, e questo lo renderà furioso verso il proprio creatore. Al suo rifiuto di creargli una compagna, si vendica uccidendo la fidanzata dello scienziato. Frankenstein gli dà la caccia fino al Polo Nord, dove la creatura trova la sua fine scomparendo nelle acque ghiacciate.
Frankenstein nei Secoli
Il sottotitolo del romanzo è Il Prometeo Moderno. Prometeo era uno dei titani, figure della mitologia classica, che Ovidio ne Le Metamorfosi racconta essere il creatore dell’umanità, plasmata con le sue mani dalla creta e a cui la dea Atena ha dato il soffio della vita. Secondo invece altre tradizioni elleniche, i primi uomini spuntarono dal suolo, figli della madre terra Gea.
Nella Bibbia (e anche nel Corano), Dio plasma l’uomo dal fango e gli infonde il soffio vitale. Ma lo stesso uomo si interroga sulla propria creazione: “Ti chiesi io, Creatore, dall’argilla di crearmi uomo, ti chiesi io dall’oscurità di promuovermi?” (John Milton, Il Paradiso Perduto)
Nell’Antico Egitto la mitologia racconta che il dio criocefalo Hnûm abbia modellato gli uomini dalla creta su una ruota da vasaio. Invece nell’Antica Cina, si narra che la dea Nüwa abbia fabbricato con della terra gialla figure umane a cui ha dato vita.
Cambiando un po’ argomento, le leggende inuit parlano del tupilaq, un essere artificiale creato da uno stregone usando parti di animali e cadaveri di bambini, a cui viene data vita per mezzo di incantesimi, ed esso può assumere l’aspetto di una qualsiasi delle cose che lo compongono. Lo stregone lo utilizza per dare la caccia e uccidere un rivale, ma la cosa potrebbe anche ritorcerglisi contro: se il nemico è un esperto conoscitore della stregoneria, potrebbe anche fermare il tupilaq e “riprogrammarlo” per cercare e distruggere il suo stesso creatore.
Il golem è una figura della mitologia ebraica e del folklore medievale. Secondo la leggenda, i conoscitori della kabbalah hanno il potere di fabbricare un gigante di argilla, a cui viene infusa la vita pronunciando una combinazione di lettere alfabetiche. I rabbini potevano usarlo come servitore o come difensore del popolo ebraico dai suoi persecutori. Il termine golem deriva dall’antico ebraico gelem che indica “una massa ancora priva di forma”. In ebraico moderno golem significa anche robot. Con la parola robot si intende una macchina creata dall’uomo per svolgere lavori pesanti (il termine viene dal cecoslovacco robota, che vuol dire per l’appunto “lavoro pesante”). Robot di forma umana, dotati di un’intelligenza artificiale, sono chiamati androidi. Ulteriore raffinamento sono i replicanti del film Blade Runner, androidi organici realizzati per mezzo dell’ingegneria genetica, pressoché indistinguibili dall'uomo, a lui superiori per forza e agilità, con la possibilità di sviluppare emozioni proprie e assumere autocoscienza, ma dalla vita limitata a soli quattro anni: “Io voglio più vita, padre!” (Rutger Hauer in Blade Runner)
Nella Bibbia (e anche nel Corano), Dio plasma l’uomo dal fango e gli infonde il soffio vitale. Ma lo stesso uomo si interroga sulla propria creazione: “Ti chiesi io, Creatore, dall’argilla di crearmi uomo, ti chiesi io dall’oscurità di promuovermi?” (John Milton, Il Paradiso Perduto)
Nell’Antico Egitto la mitologia racconta che il dio criocefalo Hnûm abbia modellato gli uomini dalla creta su una ruota da vasaio. Invece nell’Antica Cina, si narra che la dea Nüwa abbia fabbricato con della terra gialla figure umane a cui ha dato vita.
Il golem è una figura della mitologia ebraica e del folklore medievale. Secondo la leggenda, i conoscitori della kabbalah hanno il potere di fabbricare un gigante di argilla, a cui viene infusa la vita pronunciando una combinazione di lettere alfabetiche. I rabbini potevano usarlo come servitore o come difensore del popolo ebraico dai suoi persecutori. Il termine golem deriva dall’antico ebraico gelem che indica “una massa ancora priva di forma”. In ebraico moderno golem significa anche robot. Con la parola robot si intende una macchina creata dall’uomo per svolgere lavori pesanti (il termine viene dal cecoslovacco robota, che vuol dire per l’appunto “lavoro pesante”). Robot di forma umana, dotati di un’intelligenza artificiale, sono chiamati androidi. Ulteriore raffinamento sono i replicanti del film Blade Runner, androidi organici realizzati per mezzo dell’ingegneria genetica, pressoché indistinguibili dall'uomo, a lui superiori per forza e agilità, con la possibilità di sviluppare emozioni proprie e assumere autocoscienza, ma dalla vita limitata a soli quattro anni: “Io voglio più vita, padre!” (Rutger Hauer in Blade Runner)
Il vero Frankenstein
Johann Konrad Dippel (1673-1734) era un teologo e alchimista tedesco nato a Castello Frankenstein, vicino Darmstadt. Fu ideatore di un preparato, l’olio di Dippel, che era convinto essere un elisir di lunga vita; assieme al produttore di pigmenti Johann Diesbach, grazie a esso ottenne il pigmento noto come “Blu di Prussia”.
Circolano diverse storie sulla sua figura, anche se molte sono false invenzioni moderne, ma almeno alcune sembrano plausibili. Si sa comunque per certo che Dippel usasse praticare esperimenti su animali deceduti, di cui era un avido dissettore. Si racconta anche che effettuasse esperimenti con cadaveri sul trasferimento dell’anima da un corpo a un altro (comune esperimento degli alchimisti), ma l’unica prova a sostegno è un suo saggio dove affermava di credere a tale teoria, cosa che rende forse plausibile che egli stesso compisse di tali esperimenti.
Quando le sue attività giunsero all’orecchio dei cittadini, venne scacciato dalla città. In diversi paesi europei era anche bandito per le sue controverse credenze religiose. Si rifugiò quindi a Wittgenstein, dove mise in piedi un laboratorio per riprendere i suoi studi alchemici. In quel periodo i documenti storici si fanno vaghi e il colore locale sulle sue attività si accentuò. Un magistrato lo accusò per esempio di rubare corpi dalle tombe, fare esperimenti sui cadaveri e di essere in combutta col Diavolo. È possibile fosse lo stesso Dippel a fomentare le voci secondo cui fosse un oscuro stregone e avesse venduto l’anima al Diavolo, in modo da farsi pubblicità per la vendita del suo elisir.
Immagino vi starete chiedendo se Mary Shelley conoscesse la storia di Dippel. La questione è controversa. Secondo lo storico Walter Scheele, la vicenda di Dippel fu trasmessa dai fratelli Grimm, il cui traduttore inglese era nientemeno che Mary Jane Clairmont, matrigna di Mary Shelley. Inoltre Sheele ritiene che nel viaggio attraverso l’Europa che la Shelley fece assieme al marito Percy e alla sorellastra Claire e che si concluse col celebre soggiorno presso il lago di Ginevra dove nacque il suo romanzo, i tre avessero visitato anche Castello Frankenstein, dove Mary avrebbe udito le leggende locali riguardo quest’oscuro personaggio.
Per oggi è tutto, abitatori delle tenebre. Nella seconda parte dell’articolo parleremo dei temi scientifici che hanno influenzato il Frankenstein sia nella versione letteraria che in quelle cinematografiche.
Quando le sue attività giunsero all’orecchio dei cittadini, venne scacciato dalla città. In diversi paesi europei era anche bandito per le sue controverse credenze religiose. Si rifugiò quindi a Wittgenstein, dove mise in piedi un laboratorio per riprendere i suoi studi alchemici. In quel periodo i documenti storici si fanno vaghi e il colore locale sulle sue attività si accentuò. Un magistrato lo accusò per esempio di rubare corpi dalle tombe, fare esperimenti sui cadaveri e di essere in combutta col Diavolo. È possibile fosse lo stesso Dippel a fomentare le voci secondo cui fosse un oscuro stregone e avesse venduto l’anima al Diavolo, in modo da farsi pubblicità per la vendita del suo elisir.
Immagino vi starete chiedendo se Mary Shelley conoscesse la storia di Dippel. La questione è controversa. Secondo lo storico Walter Scheele, la vicenda di Dippel fu trasmessa dai fratelli Grimm, il cui traduttore inglese era nientemeno che Mary Jane Clairmont, matrigna di Mary Shelley. Inoltre Sheele ritiene che nel viaggio attraverso l’Europa che la Shelley fece assieme al marito Percy e alla sorellastra Claire e che si concluse col celebre soggiorno presso il lago di Ginevra dove nacque il suo romanzo, i tre avessero visitato anche Castello Frankenstein, dove Mary avrebbe udito le leggende locali riguardo quest’oscuro personaggio.
Per oggi è tutto, abitatori delle tenebre. Nella seconda parte dell’articolo parleremo dei temi scientifici che hanno influenzato il Frankenstein sia nella versione letteraria che in quelle cinematografiche.
Un gigantesco grazie a Marco Lazzara per aver trasformato in realtà questo secondo appuntamento con "Ore d'orrore"!
RispondiEliminaTe lo ricordi? Ero titubante sul fatto di riuscire a scrivere un post anche su Frankenstein e il golem, e invece eccolo qui!
EliminaQuindi ho fatto bene ad insistere... ehehe...
EliminaSì, ho avuto modo io stesso di scoprire delle cose molto interessanti, come si legge nel finale di questo post e del successivo...
Elimina@Marco Lazzara io ho visto solo "Frankenstein junior"... Va bene lo stesso? XD
RispondiEliminaComunque non sapevo che ci fosse un personaggio reale a cui forse è ispirato il dottor Frankenstein.
@TOM Le tue presentazioni sono da Oscar! Un giorno ti scriverò un guest post solo per averne una anch'io ;)
Guarda che ti prendo in parola, eh? ^__^
EliminaTi starò addosso finché non me lo scriverai davvero un bel guest post!
Sì, un po' come Vlad Tepes II per Dracula. E' stata un'interessante scoperta anche per me.
EliminaE devo dire che oggi la presentazione di TOM era veramente eccellente, mi ha divertito molto. :)
@TOM In campo di gotico letterario non sono così ferrata, ma se mi lasci spaziare in campo musicale ho già in mente un'ideuzza... Appena riordino i pensieri, te ne parlo in privato :)
EliminaHai carta bianca, sorellina!
EliminaChe dire?
RispondiEliminaSempre più gustosa questa rubrica.
Eheh, e come TOM ben sa, è solo l'inizio... :)
EliminaAMO questa figura come quella del Golem (ho letto anche il romanzo di Gustav Meyrink).
RispondiEliminaQuando ho letto il romanzo della Shelley sono rimasta totalmente invaghita dalla figura di questo mostro creato per volontà altrui e pur sempre composto dal principio umano, costretto a rimanere solo: vi è disperazione, vi è rabbia, ma ho trovato il mostro un essere anche parecchio saggio e più umano forse del suo stesso creatore.
Parentesi letteraria chiusa, non conoscevo la vicenda di Dippel ed è ovvio che mi interessa sapere di più su questa storia! :D
Mi rannicchio anche io accanto alla poltrona e attendo!
La vicenda di Dippel è avvolta nel mistero... Si raccontano molte cose su di lui, ma quante siano vere non ci è dato saperlo. A me piace pensare che sia lui ad aver ispirato Frankenstein.
EliminaNella seconda parte vedremo gli studi di 5 importanti scienziati tra cui uun premio nobel.
Dal lato letterario Frankenstein rimane uno dei più importanti romanzi mai scritti. Basta pensare a tutti gli archetipi che pone: la creazione della vita, la morte, la responsabilità sociale della scienza...
EliminaE oltre a essere un romanzo gotico e anche il primo romanzo di fantascienza che sia stato scritto.
Io sono sorpresissima del fatto che sia stata una donna a partorirlo, senza fraintendimenti: in un'epoca in cui le donne faticavano a farsi strada in campo letterario, ma comunque stavano già cominciando a fare pressioni con testi e manifesti per lo più femministi oppure per tramiti poetici, arriva la Shelley e produce un romanzo che ha tutte le caratteristiche del maschile!
EliminaIo trovo che uomini e donne abbiano delle diversità sul piano non tanto delle mera scrittura in senso tecnico ma proprio di sensibilità di base, le donne tendono ad essere più personali ed intime, mentre gli uomini riescono a volte ad essere più onnicomprensivi e questo testo a me aveva colpito per la profonda onnicomprensività della scrittrice.
Non è un discorso sessista eh! Si basa solo su delle riflessioni personali che portano a riconoscere da lettore una mano più femminile da una più maschile!
Tornando in tema, considerata anche la profonda e importante presenza di certi esperimenti in quel determinato periodo storico non c'è nulla che possa escludere un rapporto anche solo di suggestione con l'attività di Dippel!
Io invece non sono affatto sorpreso che sia stato scritto da una donna, le quali quando ci si mettono non hanno niente da invidiare agli uomini, in qualsiasi campo, anche se spesso non viene riconosciuto loro il giusto merito (vedi il caso di Rosalind Franklin).
EliminaIn effetti Frankenstein fu pubblicato anonimo, i critici pensarono si trattasse di un'opera di Percy Shelley, e rimasero sorpresi nello scoprire che l'opera era della moglie.
Sul tema si potrebbe scrivere per pagine e pagine. Ti dico solo che il romanzo nacque in seguito alle conversazioni di Byron e Shelley sul galvanismo e la rianimazione elettrica (tema forte della seconda parte del post!) e sulle storie di fantasmi: Mary fece un incubo in cui sognò di un uomo in ginocchio di fronte a una creatura da lui assemblata che cominciava a vivere.
Mi piace pensare che l'uomo dell'incubo di Mary sia proprio Dippel.
Sìsì, questo lo sapevo e sapevo anche che si erano proposti una sorta di sfida in cui dovevano impegnarsi tutti e tre a scrivere un racconto! :D
EliminaAnche se non so se poi gli altri due lo abbiano fatto ed è rimasta solo lei ad averla scritta spinta dal sogno!
Sì, in effetti mi sembra sia stata l'unica a portare a compimento un racconto.
EliminaMa in effetti Byron scrisse alcune righe a proposito delle leggende sui vampiri che aveva udito girando per l'Europa, su cui il suo segretario, John Polidori, si basò per scrivere "Il Vampiro", il primo racconto della letteratura gotica sui vampiri e che diede la base a Stoker per Dracula.
Affascinante! Attendevo da un po' Ore d'orrore! ^^
RispondiEliminaPlausibile che Mary Shelley sia stata ispirata dalle leggende su Dippel, del quale ignoravo l'esistenza, ovviamente. ^^
Bella la parte del Frankenstein attraverso i secoli, con l'androide in chiusura e i temi dell'autocoscienza... ci aggiungerei anche il recente anime/manga Ghost in the shell (che a me piace moltissimo).
Mi accomodo per la parte scientifica! ^_^
Valeva la pena attendere un po, no? :)
EliminaCredo che il finale della parte scientifica chiudera il cerchio con la parte di Frankenstein nei secoli.
Vale la pena eccome!
RispondiEliminaDunque, ora attendo con ansia maggiorata la prossima parte :P Non si fa!!! -_-
Alla prossima! ^_^
Fidati, era necessario... la seconda parte è corposa, bisognava per forza splittare in due. :P
EliminaL'attesa comunque sarà breve... la seconda parte uscirà giovedì. :)
'Sera... brrrrrrrrrrr!
RispondiEliminaPerfetto, mi sono venuti i brividi solo a guardare il titolo del blog... però mi sono iscritta, faccio progressi XD E non urler.... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaarrrrrgggggggghhhh!!!!! Ehm, ehm... non è successo nulla ;) era....uhm...un allarme.... Si si, era solo un allarme, non ero assolutamente io che gridavo :P vediamo se devo dare ragione a Nick o se l'unico Frankestein che potrò continuare a vedere è quello di Mel Brooks (non sono sicura che si scriva così ma credo che si sia capito a chi mi riferisco). Intanto vado a nascond.... ehm... vado a letto. Buona notte ;)
Vedrai che la seconda parte sarà molto diversa, assolutamente non-horrorifica :)
EliminaIo mi fido, eh.... ;)
EliminaComunque, scherzi a parte, il post è molto interessante e ben fatto, complimenti :)
Eliminabellissimo post, attendo con ansia il seguito!
RispondiEliminaGrazie! L'attesa sarà breve: il seguito uscirà domani. :)
EliminaLes jeux sont faits! Tra pochi istanti sarà disponibile le seconda e conclusiva parte di questo guest post, per cui chiudo questo giro ringraziando il nostro ospite Marco Lazzara e tutti colore che sono passati di qua a leggere e a commentare.
RispondiEliminaUn caloroso benvenuto a Poiana, nella speranza che la scorsa notte, dopo essere approdata qui, non sia stata tormentata da incubi... ^__^