Siamo in dirittura d’arrivo, amici miei. Questo è l’ultimo della lunga serie di post dedicata ai corridoi sussurranti e, tra qualche ora, tutto finirà in archivio. La gigantesca immagine che vedete qua in alto lascerà il posto all’header tradizionale e sarà quello il segnale che sancirà il ritorno alla normalità. Una normalità relativa, come vi spiegherò tra qualche giorno alla riapertura del blog. Ma ora che il mese di aprile è giunto al termine, lasciatemi provare a tirare qualche somma.
Come già accennato nell’introduzione, nessuno dei film che compongono la saga di “Whispering Corridors” è un horror nel senso stretto del termine. Forse è “Wishing Stairs” l’unico a calcare un po’ la mano in certe scene (anche se in fondo, secondo me, è interessante soprattutto per l’aver sfruttato efficacemente nella trama il concetto di legge del contrappasso) così come, in misura minore, “A Blood Pledge”. Se nei rapporti tra le protagoniste il confine tra amicizia e amore è sempre molto labile, e allo stesso tempo nulla di “sconveniente” viene mai mostrato, ci sono due eccezioni da rilevare: la prima è “A Blood Pledge”, dove in retrospettiva è evidente che le due protagoniste sono legate solo da affetto fraterno, ma soprattutto “Memento Mori”, che difatti è l'episodio con le atmosfere più morbose, dove l'amore saffico si palesa in diverse situazioni e soprattutto nella famosa scena del bacio in classe (la cui immagine ho inserito a corredo della recensione del film). Questo tema pesa molto nell'economia del film, anzi si può dire che è la sua vera impronta. Si dice che, del cast di attori presenti sul set, solo le interpreti di Hyo-shin e Shi-eun fossero al corrente di come si sarebbe svolta quella scena, e le reazioni delle altre ragazze sarebbero non finzione scenica ma vera sorpresa e disgusto, cosa che ci dà la cifra di come allora (e probabilmente anche adesso) si reagiva di fronte all’omosessualità.
Come già accennato nell’introduzione, nessuno dei film che compongono la saga di “Whispering Corridors” è un horror nel senso stretto del termine. Forse è “Wishing Stairs” l’unico a calcare un po’ la mano in certe scene (anche se in fondo, secondo me, è interessante soprattutto per l’aver sfruttato efficacemente nella trama il concetto di legge del contrappasso) così come, in misura minore, “A Blood Pledge”. Se nei rapporti tra le protagoniste il confine tra amicizia e amore è sempre molto labile, e allo stesso tempo nulla di “sconveniente” viene mai mostrato, ci sono due eccezioni da rilevare: la prima è “A Blood Pledge”, dove in retrospettiva è evidente che le due protagoniste sono legate solo da affetto fraterno, ma soprattutto “Memento Mori”, che difatti è l'episodio con le atmosfere più morbose, dove l'amore saffico si palesa in diverse situazioni e soprattutto nella famosa scena del bacio in classe (la cui immagine ho inserito a corredo della recensione del film). Questo tema pesa molto nell'economia del film, anzi si può dire che è la sua vera impronta. Si dice che, del cast di attori presenti sul set, solo le interpreti di Hyo-shin e Shi-eun fossero al corrente di come si sarebbe svolta quella scena, e le reazioni delle altre ragazze sarebbero non finzione scenica ma vera sorpresa e disgusto, cosa che ci dà la cifra di come allora (e probabilmente anche adesso) si reagiva di fronte all’omosessualità.