Esattamente un anno fa, il primo giorno di aprile, partiva uno dei progetti più intensi e complessi della storia di questo blog: lo speciale dedicato a “Phantasm”, la saga horror del regista americano Don Coscarelli. Fu letteralmente una gara da centometrista. Avendo deciso solo all’ultimo istante di mettere in pratica l’idea che mi stava frullando per la testa, in un batter d’occhio mi ritrovai a dover scrivere freneticamente un post dopo l’altro con la testa già rivolta al post successivo. Per me, abituato a prendermela comoda nelle questioni di blogging, fu un’impresa da capogiro. Rischiai più di una volta di soccombere, ma alla fine riuscii a portare a termine l’impresa, dicendo tutto quello che avevo da dire e avanzando anche qualche giorno sul finale per godermi lo spettacolo. Ne venni fuori stremato ma felice e, ancora oggi, ricordo quei giorni con malcelata nostalgia. Perché quindi non ritentare l’impresa, mi sono chiesto? Il mese di aprile sta arrivando (è ormai arrivato) e quale migliore occasione se non questa per farlo? Tra l’altro fu proprio nell’aprile di quattro anni fa che questo spazio aprì i battenti e si affacciò sul web, e come già in passato ebbi a dire preferisco offrire ai miei lettori qualcosa di alternativo al solito post con le candeline (oltre al fatto che, come avete appena visto, il sottoscritto preferisce di gran lunga festeggiare direttamente i “centenari”). Quel “qualcosa di alternativo” è uno speciale che inizia oggi e avrà termine l’ultimo giorno del mese. L’argomento, come non avrete certamente mancato di notare, è annunciato in pompa magna dal nuovo header, posizionato là in cima, che sostituirà quello tradizionale per i prossimi trenta giorni. Vi invito pertanto ad entrare, senza altro indugio, nel meraviglioso mondo dei corridoi sussurranti!
corridóio (ant. corritóio, corritóre, ant. o region. corridóre) s. m. [der. dicorrere, propr. «luogo dove si corre»]. –Ambiente, generalmente stretto e lungo, che serve di passaggio, comunicazione o disimpegno nelle case d’abitazione, e assume particolare importanza e sviluppo nei fabbricati di abitazione collettiva (alberghi, scuole, uffici e sim.) dov’è necessario che i singoli locali risultino reciprocamente indipendenti: i c. della scuola, del tribunale, del teatro.
sussurrare (letter. susurrare) v. intr. e tr. [dal lat. susurrare]. – 1. intr. (aus. avere) Mormorare, produrre un suono prolungato, leggero e non distinto, ma gradevole: le foglie, mosse dal vento, sussurravano; s’udiva s. il ruscello. Anche della voce umana: gli sussurrò all’orecchio; in fondo alla classe, qualcuno sussurrava; in partic. (analogam. a mormorare), parlare male, criticare segretamente, a bassa voce.
Il 30 maggio 1998 usciva nelle sale coreane un film che avrebbe cambiato per sempre gli equilibri dell'horror, spostandone improvvisamente il suo baricentro verso l’estremo oriente. Era solo l'inizio di una tendenza che, seppure meno intensamente, esiste ancora oggi. Quel primo Whispering Corridors, purtroppo, ci avrebbe messo altri due anni per sbarcare in Europa (in Germania) e ben sette anni per approdare, sotto forma di DVD, negli Stati Uniti. In Italia l'originale Whispering Corridors non è ovviamente mai arrivato così come, inutile sottolinearlo, non sono arrivati i quattro successivi capitoli di quella che oggi si può definire a tutti gli effetti una “saga” tra le più importanti del cinema asiatico.
Nonostante le indubbie qualità della pellicola, molto più profonde di quanto possa sembrare in prima lettura, la concorrenza del cinema giapponese avrebbe costretto Whispering Corridors in un angolo, oscurandone di fatto per molto tempo la visibilità al di fuori della penisola coreana. Registi navigati quali Hideo Nakata (Ringu) e Takashi Shimizu (Ju-On) furono molto più abili a realizzare dei prodotti in grado soddisfare maggiormente il palato del pubblico occidentale grazie all’oculato utilizzo di meccaniche horror classiche, studiate a tavolino per generare tensione e elargire attimi di puro terrore.
Nonostante le indubbie qualità della pellicola, molto più profonde di quanto possa sembrare in prima lettura, la concorrenza del cinema giapponese avrebbe costretto Whispering Corridors in un angolo, oscurandone di fatto per molto tempo la visibilità al di fuori della penisola coreana. Registi navigati quali Hideo Nakata (Ringu) e Takashi Shimizu (Ju-On) furono molto più abili a realizzare dei prodotti in grado soddisfare maggiormente il palato del pubblico occidentale grazie all’oculato utilizzo di meccaniche horror classiche, studiate a tavolino per generare tensione e elargire attimi di puro terrore.
In Corea del Sud, al contrario, in un’industria dell’intrattenimento che solo fino a pochi anni prima era fortemente influenzata da fattori culturali, Whispering Corridors fu per tutti un gigantesco pugno nello stomaco. Il timore di corrompere la cultura locale attraverso le influenze provenienti dall’estero e le politiche protezionistiche applicate alle aziende locali nel campo dell’intrattenimento avevano per decenni favorito, attraverso imposizioni legali, il completo isolamento culturale della penisola coreana (basti pensare che, fino a solo vent’anni fa, in Corea era proibito trasmettere film giapponesi). Con Whispering Corridors, da un giorno all’altro, tutto improvvisamente cambiò.
Parlare di horror in questo contesto è sostanzialmente riduttivo se non del tutto errato. Whispering Corridors utilizza il genere solo come pretesto per sviscerare concetti ben più importanti, andando ad affondare i propri colpi direttamente al cuore della società coreana e, più in generale, inviando forti segnali di dissenso alle follie della società moderna. Ogni sequenza è leggibile nell’ottica di una critica dirompente all’orrore che ci circonda, quello vero, quello a cui ormai non facciamo più caso. Gli stessi personaggi che incontriamo in Whispering Corridors e nei capitoli successivi, derivativi solo in parte, sono innanzitutto personaggi che, ad una prima occhiata, definiremmo problematici e complessi, personaggi calati in una realtà che non appartiene loro e con la quale si trovano a dover fare i conti quotidianamente. Tutt’attorno, l’utilizzo di elementi soprannaturali non fa altro che sottolineare questo tipo di disagio.
Ho detto “derivativi solo in parte” perché, a differenza delle grandi saghe del cinema mainstream americano, tendenti generalmente a ripetere all’infinito la stessa idea originale perdendo il proprio appeal strada facendo, la serie Whispering Corridors riesce a mantenere, nell’arco di cinque film e di undici anni, la stessa potenza narrativa, dosando e combinando in modo diverso le tematiche sociali, pur senza allontanarsi troppo dai solchi scavati nella pellicola di partenza.
Non si scivola mai nel banale nelle cinque pellicole della serie, né tantomeno si scende mai a compromessi. Il fenomeno tipicamente giapponese di utilizzare le ragazzine in uniforme scolastica per esprimere concetti sessualmente espliciti, per esempio, qui manca del tutto. Così come manca del tutto la classica figura, tipica dell’horror orientale, dello spettro vendicativo, inarrestabile quasi più per principio che per altro. Fantasmi qui ce ne sono a bizzeffe, ma sono più che altro fantasmi romantici, nelle cui eteree figure ci si immerge piacevolmente, condividendo le loro sofferenze e i loro stati d’animo.
Avremo comunque modo di affrontare nei prossimi giorni, in maniera più approfondita, tutti gli elementi che ruotano attorno alla saga dei corridoi sussurranti. Abbiamo un mese davanti a noi e non è il caso di bruciare le tappe in questo primo appuntamento che, nel suo intento, avrebbe dovuto essere solo una breve introduzione. Ci si ritrova qui su Obsidian Mirror tra pochissimo con uno “speciale nello speciale” dedicato ai “corridoi della paura”.
Parlare di horror in questo contesto è sostanzialmente riduttivo se non del tutto errato. Whispering Corridors utilizza il genere solo come pretesto per sviscerare concetti ben più importanti, andando ad affondare i propri colpi direttamente al cuore della società coreana e, più in generale, inviando forti segnali di dissenso alle follie della società moderna. Ogni sequenza è leggibile nell’ottica di una critica dirompente all’orrore che ci circonda, quello vero, quello a cui ormai non facciamo più caso. Gli stessi personaggi che incontriamo in Whispering Corridors e nei capitoli successivi, derivativi solo in parte, sono innanzitutto personaggi che, ad una prima occhiata, definiremmo problematici e complessi, personaggi calati in una realtà che non appartiene loro e con la quale si trovano a dover fare i conti quotidianamente. Tutt’attorno, l’utilizzo di elementi soprannaturali non fa altro che sottolineare questo tipo di disagio.
Ho detto “derivativi solo in parte” perché, a differenza delle grandi saghe del cinema mainstream americano, tendenti generalmente a ripetere all’infinito la stessa idea originale perdendo il proprio appeal strada facendo, la serie Whispering Corridors riesce a mantenere, nell’arco di cinque film e di undici anni, la stessa potenza narrativa, dosando e combinando in modo diverso le tematiche sociali, pur senza allontanarsi troppo dai solchi scavati nella pellicola di partenza.
Non si scivola mai nel banale nelle cinque pellicole della serie, né tantomeno si scende mai a compromessi. Il fenomeno tipicamente giapponese di utilizzare le ragazzine in uniforme scolastica per esprimere concetti sessualmente espliciti, per esempio, qui manca del tutto. Così come manca del tutto la classica figura, tipica dell’horror orientale, dello spettro vendicativo, inarrestabile quasi più per principio che per altro. Fantasmi qui ce ne sono a bizzeffe, ma sono più che altro fantasmi romantici, nelle cui eteree figure ci si immerge piacevolmente, condividendo le loro sofferenze e i loro stati d’animo.
Avremo comunque modo di affrontare nei prossimi giorni, in maniera più approfondita, tutti gli elementi che ruotano attorno alla saga dei corridoi sussurranti. Abbiamo un mese davanti a noi e non è il caso di bruciare le tappe in questo primo appuntamento che, nel suo intento, avrebbe dovuto essere solo una breve introduzione. Ci si ritrova qui su Obsidian Mirror tra pochissimo con uno “speciale nello speciale” dedicato ai “corridoi della paura”.
Perfetto! Non conoscevo questa serie cinematografica, e pure se non sono appassionatissimo di horror orientali, questo mi ispira... stando a come lo racconti.
RispondiEliminaQuindi seguirò il super approfondimento :)
Moz-
Grazie innanzitutto di essere stato il primo commentatore di questa serie di post iniziata oggi. Ero quasi certo che "Whispering corridors" sarebbe stato un mondo inesplorato per tutti, o quasi, e ciò rende la mia scelta, diciamo così, azzeccata.
EliminaPenso di sì; sai che amo il cinema bis, e pure quello inesplorato. Questa serie non la conoscevo, mi attira perché dalle tue parole l'ho accostata a un film francese, chissà se ci ho visto giusto... XD
EliminaMoz-
Alla fine mi dirai il titolo di quel film francese.. ok?
EliminaBuon quarto anniversario, annunciato alla grande da questo primo post della serie *__*
RispondiEliminaL'introduzione ai corridoi sussurranti è magistrale: hai toccato tematiche parecchio stuzzicanti, e , da come le hai accennate, le atmosfere presenti sembrano essere quelle che fanno la differenza nel genere horror, per lo meno per chi trova banali le americanate (sì, non ho scritto una cosa molto carina XD).
'sta cosa dei "fantasmi romantici" mi rende molto curiosa *__*
Credo di aver scritto questa introduzione in un momento di grande ispirazione. Rileggendola oggi quasi mi stupisco che sia venuta così bene e mi viene quasi voglia di pubblicare tutto subito (perché anch'io non sto più nella pelle) ^_^
EliminaHo in casa un centinaio o giù di lì film sudcoreani, di Singapore, Taiwan e Thailandia ma credo di non avere mai avuto notizie dei "corridoi sussurranti". Aspetto con grande interesse i tuoi post e intanto mi butto a cercare i film. Grazie!
RispondiEliminaOttimo! In questo caso, se riesci a vederli prima che escano i post dedicati ai cinque singoli capitoli, avremo un bel po' di spunti di discussione.
EliminaCi avevo quasi preso. Avevo ipotizzato un film (saga) giapponese perché le studentesse in procinto di lanciarsi nel vuoto che avevi postati nell'anteprima parevano proprio nipponiche. Non avevo considerato che anche in Corea esistono le divise scolastiche e i tratti somatici sono simili (anche se confondere un coreano con un giapponese rischia di causare un'offesa peggiore di quando si dice "inglese" a uno scozzese...)
RispondiEliminaNon conosco questa saga. Seguirò sicuramente lo special.
In un certo senso ci eri andato molto vicino, perlomeno da un punto di vista geografico. Tra l'altro l'immagine delle studentesse in procinto di gettarsi da un tetto evocava anch'essa il Giappone (paese che più di ogni altro noi occidentali associamo al suicidio rituale) ma, come vedremo nei prossimi giorni, statisticamente il suicidio è un fenomeno molto più radicato altrove (e la Corea è uno di quei luoghi dove il suicidio è un vero problema sociale).
EliminaVuoi una rece sui 'film/corridoi' per festeggiare? Se ho un tempo ragionevole ci sto! ;)
RispondiEliminaNon sarebbe male. ^_^ Aprirò un topic nel nostro "posto segreto", così vediamo se raccogliamo altre adesioni.... P.S.: Ti ho mai ringraziato per essere stata l'unica ad aver partecipato attivamente allo speciale Phantasm?
EliminaConoscevo i ' Cristalli sognanti'.
RispondiEliminaCercherò di farmi un'idea sui ' Corridoi sussuranti'.
Grazie.
Cristiana
Innanzitutto benvenuta! E' la prima volta che commenti qui, mi pare, no?
EliminaCristalli sognanti? Temo c'entri poco o nulla. Al limite me lo confermerai tu alla fine del mese ^_^
Voglio saperee! *_*
RispondiEliminaNon conoscevo questa serie di film e mi hai fatti venire curiosità! :D
Lieto di averti incuriosito! Alla fine di aprile saprai tutto. Devi solo reggere i ritmi vertiginosi che mi sono preposto.....
EliminaSembra molto interessante. Non so se sia una buona idea dare altro cibo alle mie ansie, ma forse guarderò questo film (almeno il primo), perché questo genere di cose mi ispirano troppo!
RispondiEliminaAnsie? Ma come? Ma se mi dicono che ascolti dalla mattina alla sera gente come Burzum, Behemoth, Impaled Nazarene e Dissection??? Che sarà mai un filmetto vecchio di vent'anni? ^__^
EliminaCome sai, ho visto solamente il primo episodio. Gradevole ma purtroppo se messo vicino ai mille J-Horror arrivati col nuovo millennio anche in Italia perde un po' della sua carica...
RispondiEliminaCome sai ho letto la tua recensione e so bene quanto non ti abbia entusiasmato. Un giorno magari potresti riprovarci visto che, contrariamente al solito, il primo capitolo qui non è affatto il migliore della serie... (ma sto già dicendo troppo)
EliminaImpegnarmi in una maratona Sussurrante? Why not, prima o poi mi cimenterò nell'impresa :P
EliminaEvvai !!! :-P
EliminaBene, non vedo l'ora.
RispondiEliminaAspetto il tuo nuovo ciclo di post con un interesse quasi "asiatico" anzi "sud- coreano".
Bentornato socio! Sei giusto in tempo per i corridoi sussurranti...
EliminaSono parecchio curioso anche perché del cinema orientale conosco poco o nulla, giusta quei due,tre film horror che hanno attecchito anche da noi.
RispondiEliminaNon vedo l'ora. :-)
Sfondi una finestra aperta. L’horror asiatico in Italia è praticamente invisibile. Nel nostro paese è arrivato pochissimo e quel poco solo attraverso discutibili remake americani.
EliminaMa la questione è valida per estensione per tutto il cinema asiatico che, per anni e anni, da noi è statosemplificatocon il solo nome di Akira Kurosawa. Tutto il resto è sempre stato mistero.
Le cose oggi non sono cambiate di molto: solo grazie a internet conosciamo qualche nome in più…. ma resta roba per cinefili esploratori, non certo per tutti.
Nelle nostre sale il cinema coreano è ancora praticamente solo Kim Ki-duk, al quale recentemente si è aggiunto Bong Joon-ho (grazie tra l’altro a Snowpiercer, che come sappiamo è una coproduzione americana).
Hai conquistato anche me!
RispondiEliminaEra quello che speravo... ^_^
EliminaUn po' per volta, tempo permettendo, cercherò di leggere anche i successivi post. Per adesso auguri per il quarto anniversario.
RispondiEliminaI successivi post rimarranno usufruibili a tempo indeterminato. Prenditi pure tutto il tempo che ti serve. *_* Grazie
EliminaMagari potrei anche vederne uno... chissà!
RispondiElimina...e magari potresti anche parlarne in video assieme a SX
EliminaIn Italia di bella roba ne arriva poco, in compenso comprano i diritti per un sacco di puttanate.
RispondiElimina... utilizzare le ragazzine in uniforme scolastica negli anime son sempre iper poppute Q_Q
Buon anniversario... in ritardo ma sai, ufo, misteri, paranormale XD
Beh, non sei affatto in ritardo. L'anniversario cade ad aprile ed è ancora aprile ^_^ Grazie!
EliminaEccomi! Arrivo per ultima in fondo a tutti i commentatori, ma "Beati gli ultimi..." Mi metto comoda a leggere un po' per volta anche questo "Whispering corridors", rendendomi conto di aver letto prima lo speciale su Sadako cronologicamente posteriore.
RispondiEliminaHo comunque idea che le scuole e i college si prestino sempre molto a pellicole inquietanti, sia per l'ambiente sia per la disciplina che impone ai giovani protagonisti, e che può entrare in contrasto con un'età ribelle per definizione. Anche se a quanto leggo questo non è il classico "horror".
Mi metto anch'io comodo a rileggerlo, questo speciale, visto che sono passati due anni e alcuni ricordi ormai iniziano a sbiadire.
EliminaSul discorso "ambiente e disciplina" torneremo più avanti nel corso di questo piccolo viaggio.