Qualcuno in passato disse che “la curiosità è donna”. Mi pare fosse uno di quei poeti della Grecia antica, nello specifico quello che narrò del mito di Pandora. Ebbene, quel tale forse un pochino si sbagliava perché, almeno in questo caso, la curiosità ha fagocitato anche il sottoscritto.
Come qualcuno di voi avrà forse notato, nelle settimane precedenti alle festività natalizie decine di blog hanno segnalato una raccolta di racconti di Sergio L. Duma, autore salentino certamente, da quello che mi è parso, non di primo pelo. Tutte quelle segnalazioni, come accade di norma in questi casi, si limitavano a riportare un estratto del comunicato stampa, evidentemente preparato dalla casa editrice, nel quale venivano riportate le tradizionali informazioni, vale a dire una rapida presentazione, due righe di sinossi e una breve biografia dell’autore. Niente di strano. Fin qui tutto bene. Non sarà certo questa la prima volta che una nuova uscita rimbalza di blog in blog alla ricerca di quella visibilità alla quale, in fondo in fondo, noi tutti aspiriamo. Ma il vostro Obsidian è un tizio curioso e, notando tutto questo proliferare di segnalazioni, non ha resistito alla tentazione di andare a verificare con i propri occhi l’oggetto del contendere di così tanti blogger e, viste le reazioni osservate, l’oggetto del desiderio di così tanti commentatori entusiasti. Mi sono quindi avventurato nella lettura di questo “I libri degli incubi” e… volete il responso? È davvero un libro cazzutissimo!
Scrive nell’introduzione Francesco Corigliano; “Incubi, visioni tormentose che ci angosciano nei sogni più profondi e bui; ma anche ossessioni, terrori, immagini che ci perseguitano alla luce del giorno aprendo squarci inquietanti nella serena e controllabile luminosità del giorno. Di tutto questo scrive Duma, nei suoi Libri degli incubi: storie che giungono per far tremare le sicurezze del quotidiano, e per far emergere dai luoghi più rassicuranti – centri commerciali, bar, ristoranti, scuole e strade – i fumi dell’allucinazione e le fiamme dell’inconscio umano, in una discesa tra le alcove più recondite e morbose della società e della realtà.” Questo breve estratto spiega in realtà poco o niente del contenuto de “I libri degli incubi” e, diciamola tutta, anche la sinossi non aiuta più di tanto, visto che fa solo brevi accenni ai protagonisti e alle situazioni nelle quali il nostro Autore li ha gettati con un pizzico di sadismo: ragazzine scomparse in un centro commerciale, strani giochi da tavolo con omicidio, ristoranti per cannibali, San Giovanni Battista che ascolta i Death In Vegas con il walkman, demoni seducenti che insidiano sacerdoti, bizzarre prostitute, pornostar coinvolte in brutte situazioni. Tutte piccole istantanee che da sole non riescono nemmeno vagamente a descrivere il vero contenuto di questa raccolta.
Ma, d’altra parte, ora che sono arrivato alla parola fine mi rendo conto che sarebbe stato dannatamente difficile evocare, con il solo ausilio di poche righe, il reale ritratto degli incubi citati nel titolo. Dimenticate quell’immagine scelta per la copertina, quella con la ragazzina in procinto di addormentarsi nel suo candido lettino. Non c’è nulla di più fuorviante. Non c’è nulla di più lontano di quella copertina dai classici incubi che possono tormentare le nostre notti: gli incubi di Sergio Duma superano di gran lunga ogni fantasia per farci ricadere in un terrore reale, un terrore che affonda le sue radici nell’aspetto più primordiale dell’animo umano, quello che l’uomo cosiddetto civilizzato respinge ma che, in un modo o nell’altro, riaffiora nelle pieghe malate delle individualità più oscure.
“Chi può dire dove finisce il sogno e dove inizia la realtà o viceversa?” ci riferisce uno dei personaggi ideati da Sergio Duma. “Esistono dimensioni parallele. Mondi attigui che comunicano tra loro. E non ce ne accorgiamo. Si può finire in uno di questi mondi all’improvviso. È come trovarsi, da svegli, all’interno di un sogno. Però non sappiamo di esservi precipitati dentro. I mistici del passato lo capivano. Dicevano che esistevano creature in grado di rapire con la mente alcuni malcapitati e di imprigionarli in altri universi. Forse erano streghe. Oppure no. O magari tali teorie erano metafore che definivano lo stato psicologico degli artisti. I creativi vivono in mondi personali e a volte sono propensi ad assorbire nelle fantasticherie vittime indifese. È un dato di fatto. Nessuno se ne deve meravigliare.”.
Il contesto è evidentemente diverso ma, volendo calarlo in un discorso generale, sembra adattarsi perfettamente alla vera essenza de “I libri degli incubi”.
Quella ragazzina persa tra i corridoi di un centro commerciale non è esattamente quello che sembra, non è l’anima innocente che ci si potrebbe aspettare e per la quale si desidera provare angoscia. Non è un’anima innocente, non lo è mai stata e, se lo è stata, non ve n’è evidenza. Il male riesce anche in questo. Prende un’anima innocente e la trascina con sé nei tunnel più remoti dell’inferno, consegnandola alla dannazione eterna, quella che forse più di lei si meritavano coloro che la dannarono. “Una sera papà si era permesso di giustificarsi, dicendo che ciò che faceva era un’espressione d’amore. Un amore che molti conoscono ma di cui nessuno parla. O meglio, l’altra faccia dell’amore, quella che ti tieni per te. Sono in trappola, pensai, osservando le gocce di pioggia cadere sulla finestra.”
Vi sono diverse situazioni davvero disturbanti nella prosa di Sergio Duma. Non mi riferisco al sesso esplicito, visto che quello è stato, ormai da anni, ampiamente sdoganato e in taluni casi è anche eccessivamente sopravvalutato. Mi riferisco piuttosto alle situazioni più perverse e malate in cui sono calati i personaggi, a loro volta perversi e malati come mai nessuno, prima di Sergio, aveva mai osato raccontare. Siate quindi preparati a entrare in prima persona nella mente dell’umanità più deviata, siate pronti a condividere con tale (dis)umanità i vostri pensieri. “C’è un demone in me che mi spinge a sottomettermi. Ha una voce mutevole. A volte è un sospiro; altre volte il verso di una canzone. Come quando il padrone mi fa ascoltare Submission dei Sex Pistols. […] Spesso osservo le immagini sacre. Per esempio, quelle sul martirio di San Sebastiano. Potrebbero piacere ai sadomaso. L’iconografia cattolica, in generale, con la sua ossessiva insistenza sulla carne bruciata, trafitta, seviziata, ha molto a che vedere con il masochismo. […] Mi ha fatto inginocchiare sui vetri rotti. Fanno parecchio male. Le ginocchia, a dire il vero, erano già indolenzite dall’altra volta. Adesso il dolore si trasforma in fuoco liquido. Per giunta, ho la schiena dolorante, a causa dei tagli e delle frustate della scorsa settimana. […] Mi ero messo in un pasticcio, lo so. Però non ragionavo più.”
E se il masochismo non è nelle vostre corde, potreste forse tentare il salto e spostarvi dalla parte opposta: “Tutto era incominciato quando avevano letto i libri sull’occulto. I fautori della magia venivano paragonati a figli cattivi. Figli che si ribellano a una società creata dai padri. Figli che, spinti dagli istinti, oltrepassano i limiti. Luigi e gli altri si sono concentrati sul sesso estremo. Facendolo con ragazze e anche tra loro, infrangendo il tabù dell’omosessualità che ancora, per certi dinosauri, è terribile. E hanno inserito la violenza. Torture, sevizie, un pizzico di sangue. Se la sono presa con qualche imbecille indifeso. Non si è trattato di veri e propri atti di teppismo. Diciamo di umiliazione a scapito di poveracci.”.
Ma l’apice lo si raggiunge quando si comincia a parlare di argomenti ben più delicati: “Faccio parte di un gruppo segreto. Composto da persone che condividono i miei gusti. Un club esclusivo. Ci incontriamo regolarmente e coltiviamo il nostro hobby. Che consiste nei minorenni. Io preferisco i maschietti. Altri le femminucce. In genere ci limitiamo a guardare film pornografici con adolescenti come protagonisti. A volte anche con bambini. Mai quanti ne vorremmo, però. Procurarsi materiale del genere è rischioso e se ci facessimo scoprire finiremmo nella merda nel giro di un secondo. La società non capisce.”
In parole povere, c’è un incubo per tutti. Non mancano fanatici neonazisti inneggianti allo sterminio razziale, satanisti alla Charles Manson, poliziotti gay al rimorchio nei bar più malfamati, maniaci sessuali di vario tipo e qualche pornostar. Come vedete, si tratta di situazioni molto più terrificanti di quelle che si possono trovare in qualsiasi racconto dell’orrore popolato da mostri immaginari quali zombi e vampiri. Non che zombi e vampiri manchino nella raccolta di racconti di Sergio Duma: in realtà ci sono anche quelli ma, per non finire mai di sorprenderci, l’Autore lascia che siano loro stessi a raccontarci in prima persona gli avvenimenti a cui vanno incontro.
È forse questo il vero filo conduttore di tutti e 14 i tasselli che compongono “I libri degli incubi”: ciascuna storia ci costringe a calarci, spesso nostro malgrado, nei panni del personaggio più scomodo, sfidando il lettore a proseguire nella lettura nonostante il disagio. In questo Sergio Duma è stato bravissimo, riuscendo (non so come) a gestire perfettamente quel sottile equilibrio tra il leggibile e l’illeggibile. La soglia della sopportazione viene appena sfiorata, ma mai veramente superata; paradossalmente, il nostro desiderio di proseguire nella lettura cresce con il voltare delle pagine, quasi come se una primitiva parte di noi cercasse di farsi largo, seppur sopita da duecentomila anni di evoluzione. Ciascuna storia, come dicevamo, ci costringe a calarci nei panni del personaggio più scomodo, ed è proprio Sergio Duma, autore di questa incredibile galleria di orrori, il personaggio più scomodo che fa capolino in prima persona nell’ultimo, allucinante, racconto. L’apoteosi di tutti gli incubi. Qualcuno pensava di aver già visto tutto? Nessuna tregua fino all’ultima riga, invece. Quell’ultima riga dove l’Autore gioca a suggerirci che realtà e fantasia non sono poi così diverse fra loro. Questa è la mia mente. Questo è ciò che sento. I corpi umani sono horror movies o racconti. Non li ho davvero uccisi. L’ho fatto solo nella testa. Forse.
Come qualcuno di voi avrà forse notato, nelle settimane precedenti alle festività natalizie decine di blog hanno segnalato una raccolta di racconti di Sergio L. Duma, autore salentino certamente, da quello che mi è parso, non di primo pelo. Tutte quelle segnalazioni, come accade di norma in questi casi, si limitavano a riportare un estratto del comunicato stampa, evidentemente preparato dalla casa editrice, nel quale venivano riportate le tradizionali informazioni, vale a dire una rapida presentazione, due righe di sinossi e una breve biografia dell’autore. Niente di strano. Fin qui tutto bene. Non sarà certo questa la prima volta che una nuova uscita rimbalza di blog in blog alla ricerca di quella visibilità alla quale, in fondo in fondo, noi tutti aspiriamo. Ma il vostro Obsidian è un tizio curioso e, notando tutto questo proliferare di segnalazioni, non ha resistito alla tentazione di andare a verificare con i propri occhi l’oggetto del contendere di così tanti blogger e, viste le reazioni osservate, l’oggetto del desiderio di così tanti commentatori entusiasti. Mi sono quindi avventurato nella lettura di questo “I libri degli incubi” e… volete il responso? È davvero un libro cazzutissimo!
Scrive nell’introduzione Francesco Corigliano; “Incubi, visioni tormentose che ci angosciano nei sogni più profondi e bui; ma anche ossessioni, terrori, immagini che ci perseguitano alla luce del giorno aprendo squarci inquietanti nella serena e controllabile luminosità del giorno. Di tutto questo scrive Duma, nei suoi Libri degli incubi: storie che giungono per far tremare le sicurezze del quotidiano, e per far emergere dai luoghi più rassicuranti – centri commerciali, bar, ristoranti, scuole e strade – i fumi dell’allucinazione e le fiamme dell’inconscio umano, in una discesa tra le alcove più recondite e morbose della società e della realtà.” Questo breve estratto spiega in realtà poco o niente del contenuto de “I libri degli incubi” e, diciamola tutta, anche la sinossi non aiuta più di tanto, visto che fa solo brevi accenni ai protagonisti e alle situazioni nelle quali il nostro Autore li ha gettati con un pizzico di sadismo: ragazzine scomparse in un centro commerciale, strani giochi da tavolo con omicidio, ristoranti per cannibali, San Giovanni Battista che ascolta i Death In Vegas con il walkman, demoni seducenti che insidiano sacerdoti, bizzarre prostitute, pornostar coinvolte in brutte situazioni. Tutte piccole istantanee che da sole non riescono nemmeno vagamente a descrivere il vero contenuto di questa raccolta.
Ma, d’altra parte, ora che sono arrivato alla parola fine mi rendo conto che sarebbe stato dannatamente difficile evocare, con il solo ausilio di poche righe, il reale ritratto degli incubi citati nel titolo. Dimenticate quell’immagine scelta per la copertina, quella con la ragazzina in procinto di addormentarsi nel suo candido lettino. Non c’è nulla di più fuorviante. Non c’è nulla di più lontano di quella copertina dai classici incubi che possono tormentare le nostre notti: gli incubi di Sergio Duma superano di gran lunga ogni fantasia per farci ricadere in un terrore reale, un terrore che affonda le sue radici nell’aspetto più primordiale dell’animo umano, quello che l’uomo cosiddetto civilizzato respinge ma che, in un modo o nell’altro, riaffiora nelle pieghe malate delle individualità più oscure.
Vi sono diverse situazioni davvero disturbanti nella prosa di Sergio Duma. Non mi riferisco al sesso esplicito, visto che quello è stato, ormai da anni, ampiamente sdoganato e in taluni casi è anche eccessivamente sopravvalutato. Mi riferisco piuttosto alle situazioni più perverse e malate in cui sono calati i personaggi, a loro volta perversi e malati come mai nessuno, prima di Sergio, aveva mai osato raccontare. Siate quindi preparati a entrare in prima persona nella mente dell’umanità più deviata, siate pronti a condividere con tale (dis)umanità i vostri pensieri. “C’è un demone in me che mi spinge a sottomettermi. Ha una voce mutevole. A volte è un sospiro; altre volte il verso di una canzone. Come quando il padrone mi fa ascoltare Submission dei Sex Pistols. […] Spesso osservo le immagini sacre. Per esempio, quelle sul martirio di San Sebastiano. Potrebbero piacere ai sadomaso. L’iconografia cattolica, in generale, con la sua ossessiva insistenza sulla carne bruciata, trafitta, seviziata, ha molto a che vedere con il masochismo. […] Mi ha fatto inginocchiare sui vetri rotti. Fanno parecchio male. Le ginocchia, a dire il vero, erano già indolenzite dall’altra volta. Adesso il dolore si trasforma in fuoco liquido. Per giunta, ho la schiena dolorante, a causa dei tagli e delle frustate della scorsa settimana. […] Mi ero messo in un pasticcio, lo so. Però non ragionavo più.”
In parole povere, c’è un incubo per tutti. Non mancano fanatici neonazisti inneggianti allo sterminio razziale, satanisti alla Charles Manson, poliziotti gay al rimorchio nei bar più malfamati, maniaci sessuali di vario tipo e qualche pornostar. Come vedete, si tratta di situazioni molto più terrificanti di quelle che si possono trovare in qualsiasi racconto dell’orrore popolato da mostri immaginari quali zombi e vampiri. Non che zombi e vampiri manchino nella raccolta di racconti di Sergio Duma: in realtà ci sono anche quelli ma, per non finire mai di sorprenderci, l’Autore lascia che siano loro stessi a raccontarci in prima persona gli avvenimenti a cui vanno incontro.
È forse questo il vero filo conduttore di tutti e 14 i tasselli che compongono “I libri degli incubi”: ciascuna storia ci costringe a calarci, spesso nostro malgrado, nei panni del personaggio più scomodo, sfidando il lettore a proseguire nella lettura nonostante il disagio. In questo Sergio Duma è stato bravissimo, riuscendo (non so come) a gestire perfettamente quel sottile equilibrio tra il leggibile e l’illeggibile. La soglia della sopportazione viene appena sfiorata, ma mai veramente superata; paradossalmente, il nostro desiderio di proseguire nella lettura cresce con il voltare delle pagine, quasi come se una primitiva parte di noi cercasse di farsi largo, seppur sopita da duecentomila anni di evoluzione. Ciascuna storia, come dicevamo, ci costringe a calarci nei panni del personaggio più scomodo, ed è proprio Sergio Duma, autore di questa incredibile galleria di orrori, il personaggio più scomodo che fa capolino in prima persona nell’ultimo, allucinante, racconto. L’apoteosi di tutti gli incubi. Qualcuno pensava di aver già visto tutto? Nessuna tregua fino all’ultima riga, invece. Quell’ultima riga dove l’Autore gioca a suggerirci che realtà e fantasia non sono poi così diverse fra loro. Questa è la mia mente. Questo è ciò che sento. I corpi umani sono horror movies o racconti. Non li ho davvero uccisi. L’ho fatto solo nella testa. Forse.
Sembra promettente come lettura. Ma ci sono due tipologie di racconti: una di tipo più realista e una con elementi sovrannaturali, o le due cose mescolate insieme?
RispondiEliminaI racconti sono tutti di tipo realista, se vogliamo. Anche quelli dove appaiono zombie e vampiri, nonostante le apparenze, sono realisti. Hai presente le creature di Matheson de "L'ultimo uomo sulla terra"? (aka "I am legend")? Erano senzienti e organizzate al punto dall'aver preso il nostro posto nel mondo. Anche queste di Duma sono senzienti e organizzate come gli esseri umani... ma, dammi retta, non è una nota positiva...
EliminaSono uno tra quelli di cui parlavi, anche io ho segnalato Sergio L. Duma, credo che il ragazzo abbia delle qualità e sono convinto che sentiremo parlare sempre più spesso di lui.
RispondiEliminaAnche tu ne hai parlato, è vero. Probabilmente è proprio da te che l'ho visto la prima volta. Sergio ha davvero grandi potenzialità: non posso che augurargli che vengano a galla.
EliminaInteressante quello che hai scritto Obsidian ma per ora passo.... :)
RispondiEliminaAhahaha! Capisco benissimo!
EliminaSono molto contenta che il libro di Duma ti sia piaciuto! A noi del team, Sergio ha incuriosito come autore dal precedente romanzo (Scorpio Baby Rose - ne ha parlato PiGreco) e si è rivelato una persona disponibilissima al dialogo. Ma ne riparleremo :D
RispondiEliminaNon posso che confermarlo. Tra l'altro mercoledì su questo blog andrà online un'intervista che il buon Sergio mi ha concesso...
EliminaLa leggerò con molto interesse! A mercoledì ^^
EliminaMi attrae molto e ti ringrazio dell'esauriente presentazione.
RispondiEliminaCristiana
Non c'è di che! ^_^
EliminaForse ti sorprenderà saperlo, ma questo è un libro che mi potrebbe piacere. Dato però che già con gli incubi ci convivo da sempre e ultimamente sta andando un pochino meglio... non vorrei dare alla mia mente nuovi spunti!
RispondiEliminaTu non finirai mai di sorprendermi! È pazzesco! ;)
EliminaRingrazio di cuore Obsidian per la recensione davvero troppo lusinghiera... mi ha fatto arrossire... e succede davvero di rado! Grazie ancora!
RispondiEliminaNon essere modesto, Sergio. I racconti inclusi in questa raccolta sono stati davvero una piacevole sorpresa. E alla mia età stai pur certo che è ormai difficile sorprendermi...
Elimina...a parte Romina, ovviamente, che invece continua a farlo benissimo.
EliminaAhaha, forse era meglio lasciarsi sorprendere da più libri!
EliminaComplimenti a Sergio Duma per questi racconti, un genere che non è facile raccontare riservandosi una buona dose di credibilità.
RispondiEliminaOggi più che mai il lato oscuro della nostra coscienza di manifesta nei mille episodi estremi cui assistiamo ogni giorno.
Ho vissuto personalmente l'esperienza di una grave perdita in famiglia a causa di un atto violento. Da allora, questo lato oscuro ho potuto guardare direttamente in faccia. Vi assicuro che non è un bello spettacolo.
Certe realtà sono davvero difficili da digerire.
EliminaSe non ci finisci dentro sembrano quasi appartenere solo all'immaginazione ma, come tu stessa dici, guardarle in faccia da vicino... non sono un bel vedere.