sabato 28 gennaio 2017

Orizzonti del reale (Pt.11)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Il piccolo intermezzo di oggi ha lo scopo di rispondere all’annosa domanda se vi sia qualcosa di concreto che possa supportare le teorie di John Marco Allegro. Qualcosa che non sia la filologia o l’etimologia e che derivi dall’osservazione o da uno studio indipendente; qualcosa che, possibilmente, non richieda una o più lauree per essere appreso e compreso. Ebbene, la risposta è sì. L’arte sacra - miniature di testi religiosi e breviari, statue e capitelli, vetrate, affreschi o dipinti di antiche chiese, perfino paramenti liturgici - è ricca di immagini di funghi, molte delle quali sono riportate all'interno del libro la cui copertina trovate qui a lato. E poiché sono convinto che una sola immagine valga più di mille parole, ho pensato di proporvi un piccolo percorso fotografico tra queste rappresentazioni così strane e ricche di fascino. L’arte sacra, dicevo, è ricca di immagini fungine. Magari non ne troverete nella vostra chiesa parrocchiale, ma in giro per l’Europa, e anche in Italia, non sono poi così rare. Potreste obiettare che il fungo è un vegetale e la sua presenza potrebbe essere un semplice ornamento, alla stregua un fiore o un animale e forse, in qualche caso, avreste ragione. Tuttavia, alcune di queste raffigurazioni danno parecchio da pensare. Vediamone qualcuna assieme.

Partiamo da una delle più famose: quella della cappella di Plaincourault a Merigny, nei pressi di Orléans. La cappella è ufficialmente datata 1291, ma potrebbe essere più antica: fu costruita da un ordine militare-religioso profondamente esoterico che la decorò con numerosi simboli precristiani. È dello stesso tipo anche il cosiddetto affresco della Tentazione, che ritrae Adamo ed Eva e l’Albero della Conoscenza rappresentato come un albero-fungo a grandezza umana (anche se non manca chi continua a vedervi un pinus pinea stilizzato, il comune pino a ombrello).

Restiamo in Francia e spostiamoci a Laon, in Picardia. Nella cattedrale di Notre Dame, del XIII secolo, c’è una vetrata piuttosto curiosa che rappresenta quelli che sono evidentemente due funghi dal cappello rosso: degli esemplari di Amanita Muscaria?

Questo è invece il particolare di un testo miniato conservato alla Bibliotèque National de France di Parigi che contiene la versione ebraica, romana e gallica dei salmi biblici ed è databile 1340 ca. Si vede chiaramente Gesù impegnato in un sermone con ai suoi piedi una moltitudine di uomini e funghi. Un’opera colorata e, anche se antica, decisamente “pop” e psichedelica.

Nel Cantone dei Grigioni, in Svizzera, si trova il convento benedettino di Mustair. La chiesa è decorata con affreschi carolingi risalenti al 775 d.C. circa. Fra questi, quello che ci interessa contiene una singolare raffigurazione del martirio dei SS. Pietro e Paolo, con un albero-fungo che si dirama dalla testa decollata di quest’ultimo.

E l’Italia? Partiamo da Fossa, vicino a L'Aquila, e in particolare da S. Maria Ad Cryptas, una chiesa medievale del XIII sec. di impianto romanico (gravemente danneggiata dal terremoto del 2009). In un affresco del ciclo benedettino-cassinese, il più antico, databile fra il 1264 e il 1283, di fianco alla figura di un cavaliere c'è quella di un albero-fungo di grosse dimensioni che è stato identificato come appartenente al gruppo delle Amanite, anche per via delle macule che ne ricoprono la parte superiore.

Pochi chilometri più a sud e raggiungiamo Roma e i suoi tesori, come la Basilica dei SS. Quattro Coronati nel rione del Celio, ricca di simboli massonici ed esoterici. Nella basilica c'è un ciclo di affreschi in cui sono presenti alberi-fungo che molto probabilmente hanno solo una funzione decorativa, e che tuttavia stupiscono per la preminenza e la centralità nelle scene, ove finiscono per oscurare con la loro presenza le figure umane e gli altri dettagli rappresentati.

Un altro affresco a dir poco enigmatico decora la chiesa di S. Pietro in Vineis di Anagni, in provincia di Frosinone. L’immagine che ci interessa è però dedicata a S. Francesco: il santo e i suoi accoliti sono inginocchiati ai piedi del Serafino, ai cui due lati, curiosamente, sono posti due alberi che, a dispetto del colore, nei toni dell’azzurro anziché del rosso, sembrano proprio due alberi-fungo (da vicino, le pennellate richiamano le scaglie dell’Amanita Muscaria). 

Quelli che ho presentato sono solo alcuni esempi: se provate a fare una ricerca sul web, vedrete che non è difficile trovare moltissime altre immagini simili a queste, e anche scegliendo di non prendere in considerazione quelle più ambigue, ne restano comunque troppe per poter parlare solo di casualità. Come dovremmo interpretare dunque queste immagini? La verità è che non è chiaro se gli autori delle opere abbiano attinto a un’iconografia molto antica in modo consapevole, oppure se quell’iconografia fosse per loro qualcosa di troppo lontano nel tempo e ormai incomprensibile. Tuttavia, questa commistione fra arte sacra e immagini fungine ci dice che anticamente il carattere estatico della religione era considerato sacro e che in molti casi la “rivelazione” religiosa coincise con l’iniziazione all’esperienza allucinogena.

21 commenti:

  1. Il tema è molto interessante e le immagini davvero notevoli, mi viene quasi voglia di andare a vedere di persona quelle più vicine a me geograficamente.
    Contemporaneamente - perdonami per il mio sciocco divagare - ho pensato anche a quale faccia farebbe il sacerdote della mia parrocchia se vedesse quel libro... Credo proprio che reagirebbe male.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, reagirebbe male, ma troverebbe sicuramente il modo di razionalizzare tutto senza intaccare le sue convinzioni più profonde. Una prerogativa dei sacerdoti è proprio quella di riuscire a spiegare anche l’inspiegabile, come i passi biblici più assurdi. Perdonami il tono caustico, ma non amo molto la categoria. Negli ultimi anni gli unici viaggi in Italia che sono riuscito a fare erano viaggi di lavoro, senza mai il tempo per qualcosa di culturale :-( Però nel tempo ho raccolto personalmente qualche immagine di arte sacra ‘ambigua’ in luoghi vicini a me: se non le propongo è proprio perché non sono così certo di cosa rappresentino (non sono un micologo e nemmeno un botanico) e anche per la scarsa qualità delle fotografie, quasi tutte fatte in condizioni di scarsa luce, alcune con il cellulare...

      Elimina
  2. Molto bello il post e meravigliose le immagini. Se posso permettermi vorrei sottolineare un paio di aspetti legati al discorso funghi nelle immagini sacre. Intanto bisogna premettere che l'arte sacra in quei tempi era l'unica forma espressiva con ampie possibilità di diffusione, dal secondo secolo in poi scolpire, dipingere, raffigurare altro che non fosse un tema religioso era rischioso. Va da se che con questa unica possibilità di espressione molti artisti hanno necessariamente dovuto "contrabbandare" messaggi riconducibili allo gnosticismo, all'esoterismo o quant'altro. Spesso il fungo è associato a riti di ingestione durante alcune cerimonie al limite del paganesimo, ma spesso, molto più semplicemente, al fatto che nella chiesa primordiale, nel periodo criptocristiano, il fungo simboleggia la ressurezione. Probabile un mantenimento di questo tipo di iconografia, in un senso o nell'altro, di questo tipo di raffigurazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E come mai il fungo simboleggia la resurrezione? Il nodo della questione, che Allegro ha cercato di dipanare a modo suo, come vedremo nel seguito di questo speciale, è proprio quello. Dobbiamo fare i conti con il fatto che l’esperienza allucinogena correlata a quella religiosa è un fenomeno che ci riguarda molto da vicino. Si pensa sempre e solo alle civiltà mesoamericane o al limite all’India, ma in realtà i funghi (o un loro equivalente) erano diffusi anche in Europa e in Palestina, la culla della nostra religione. D’altra parte le prove dell’esistenza del culto del fungo sacro nel Messico precolombiano sono divenute tali solo dopo che Gordon Wasson fece accettare la verità alla comunità scientifica; nessuna ‘verità’ è mai tale senza il manto dell’ufficialità… Secondo me non ha nessuna importanza se le immagini fungine sono state create con consapevolezza dagli autori delle opere: esistono, e tanto basta ^_^

      Elimina
  3. Secondo me la simbologia del fungo nell'esperienza mistica cristiana è abbastanza chiara se ricondotta alla raffigurazione della Salita del Monte Carmelo del poeta e dottore della Chiesa Juan de la Cruz. Per esempio nell'immagine stilizzata riportata in questo blog:
    https://psicoonda.wordpress.com/2013/06/24/san-juan-de-la-cruz-y-su-misticismo/
    La colonna del fungo rappresenta la spina dorsale, attraverso cui sale l'energia mistica (la kundalini per l'Oriente) e il cappello la testa allargata dall'espansione di coscienza (aureola in senso cristiano ma non solo).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credo, Giovanni della Croce è uomo del '500. Sono più probabili le contaminazioni mistico-pagane-ritualistiche antecedenti alla nascita di cristo e le rielaborazioni successive inquadrate tra le accettate (vedi rinascita e ressurezione)) e di tipo esoterico sdoganate utilizzando simbolismi non passibili di accuse di eresia.

      Elimina
    2. Appunto, Giovanni della Croce era un maestro nell'arte dello sdoganare, e sempre al limite dell'eresia.

      Elimina
    3. Non mi sono spiegato, Giovanni della Croce riassume nelle sue analisi teologiche, e non è un eretico ma un Padre della Chiesa, concetti che esistevano già da 1500 anni, andando oltre e compiendo un percorso spirituale che dalla meditazione arriva al ragionamento per concludere con l'annullamento dato dalla contemplazione di Dio, l'annullamento in esso sino al congiungimento, non l'espansione della coscienza che è un concetto terreno. Non menziona funghi o similari, almeno da quello che ricordo di quando ne parlammo ai tempi che frequentavo l'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane di San Giovanni Battista de La Salle. l'immagine suggestiva che proponi è di epoca moderna, forse più attinente ai tempi può essere questa: http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788872294871/salita-del-monte-carmelo.html
      In copertina c'è il grafico disegnato dallo stesso Giovanni della Croce e conservato nella Biblioteca Nazionale di Madrid

      Elimina
    4. Conosco bene l'immagine che proponi, come conosco benissimo la figura di San Giovanni della Croce e tutta la sua opera. Se ho utilizzato l'altra immagine è solo perché rende più immediatamente visibile un concetto che è comunque implicito anche nell'altra. Il disegno rappresenta senza dubbio una spina dorsale e una testa umana e questo è facilmente riconducibile all'immagine del fungo. Inoltre trovo del tutto assurda la contrapposizione che proponi tra annullamento ed espansione della coscienza. Sono due diversi modi di esprimere la stessa cosa. In altre parole, rimango della mia opinione.

      Elimina
    5. Mi dispiace notare il tono piccato. Io non propongo immagini, per una volta faccio io da cronista, ti faccio notare quella che è l'unica creata di suo pugno, dove c'è chi ci vede un fungo, chi ci vede la guglia del cremlino, chi ci vede uno sbuffo di panna sul caffè, sei tu che proponi immagini frutto di interpretazioni. Per il resto, sorvoliamo sulla definizione di assurdità che trovo poco costruttiva e rispettosa, se lo conosci bene ti consiglio di rileggerti le sue opere. Lui parla di annullamento in Dio che è cosa diversa da "espasione della coscienza", parla di "unione perfetta con Dio". Il discorso sarebbe lungo, ci discutono da secoli menti più fini delle nostre. Come sempre ognuno porta avanti i suoi convincimenti, quindi, serenamente, evito di contraddirti ulteriormente. Mi scuso anzi con il padrone di casa per aver divagato, confermo il mio apprezzamento per il post, la serie di post che ha creato, e la chiudo qui.

      Elimina
    6. Caspita, mi assento un attimo dal blog e cosa vi ritrovo? Uno sconto fra supereroi :-) Quasi quasi mi verrebbe voglia di non intervenire, e vedere se e come si evolve ancora la cosa ;-)

      Elimina
    7. Max, non volermene (sai che ti voglio bene) ma in questo caso non posso che concordare con Ivano, anche perché altrimenti questa serie di post non l'avrei nemmeno cominciata. Non solo il richiamo alla simbologia fungina in quell’immagine mi sembra evidente, ma soprattutto non penso che l’espansione della coscienza possa essere definito un concetto terreno. L’espansione di coscienza è un mezzo per arrivare alla contemplazione di Dio – non l’unico, certo, e da un certo punto di vista forse il più comodo – ma smentire questo assunto sarebbe come dire che gli sciamani (del presente e del passato) sono poco più che dei comuni tossici, e io questo non lo credo.

      Elimina
    8. Ti ringrazio TOM. Tra l'altro ho apprezzato moltissimo il post.
      E' ovvio che un'espansione di coscienza infinita coincida con l'annullamento. Il primo dei due concetti è espresso nei termini della teologia positiva, l'altro nei termini della teologia negativa prediletta da Juan de la Cruz. Detto questo, io la chiudo qui. Mi sembra di avere espresso con chiarezza la mia posizione e non mi va di discutere ad infinitum.

      Elimina
  4. Percorso assai piacevole.
    Concordo con la parte finale del tuo post, e aggiungo che questa affinità fra esperienza sacra e allucinogeni è comune a molte culture. Una su tutte, quella dei nativi americani.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì ci pensavo anche io Luz, ad esempio certe sequenze girate nella serie Vikings vedono l'utilizzo di funghi allucinogeni per riti norreni... però non ho approfondito nulla e non so quanto tutto ciò sia attendibile. Farò ricerche!

      Seguo con curiosità il tuo percorso, TOM, al di là di tutto - che pure è interessante - la carrellata di opere raffiguranti il simbolo è favolosa! *_*

      Elimina
    2. Sì, Luz. Purtroppo non mi è possibile dar conto di tutte le culture in cui furono utilizzati psicoattivi, ma per fortuna molte di queste suscitano sempre più interesse e – anche grazie al web – chiunque può trovare informazioni che una volta ottenevano solo i più curiosi. Mi pare che anche tu e Cristina stiate contribuendo a diffondere la cultura dei nativi americani con la vostra neonata serie di post incrociati ^_^

      Elimina
    3. Grazie, Glò :-) Ci sono evidenti tracce archeologiche di uso religioso e sciamanico dei funghi (cioè immagini di funghi in ambienti o contesti indiscutibilmente religiosi) nell’area più settentrionale della cosiddetta Eurasia, dalla Scandinavia alla Siberia. Direi quindi che almeno su quell’aspetto la serie Vikings è attendibile.

      Elimina
    4. @Glò: ormai la tesi che i guerrieri-lupo e i guerrieri-orso scandinavi combattessero sotto l’effetto di sostanze psicotrope viene accettata da moltissimi studiosi. Ne avevamo parlato in breve anche in un vecchio post di qualche anno fa qui sul blog (Uomini e lupi). Ciao!
      P.S.: io adoro Vikings! XD

      Elimina
    5. TOM, è proprio così. Finora abbiamo curato un solo articolo, ma altri ne seguiranno. :)

      Elimina
  5. Sono meravigliato da questo post e dalle strepitose immagini che presenti: non sono certo nuovo all'iconografia cristiana, ma proprio non ho mai visto questi funghi!
    Mi intriga tantissimo l'argomento e non vedo l'ora di leggerti ancora.
    L'iconografia rimane anche quando il concetto alla sua base è dimenticato, quindi fai bene a chiederti se queste rappresentazioni di funghi siano volute o "automatiche", perché non è affatto scontata la risposta.
    Penso ad immagini cristiane famose che hanno sfidato i secoli ma in realtà nate da errori di traduzione o di comprensione e tramandate per mera consuetudine. Sarebbe da capire se è successo qualcosa di simile al fungo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io non ne avevo mai viste… fino a quando non ho cominciato a farci caso. Ma, come dicevo sopra, non sono un botanico e piuttosto che presentare immagini di funghi riprese da me, che qualcuno potrebbe prendere per mie invenzioni (in buona o in cattiva fede), ho preferito pescare a caso fra quelle proposte da chi se ne intende per davvero. Quella frase in fondo al post non è riferita solo a me, sono gli studiosi stessi nella maggior parte dei casi a non pronunciarsi per l’una o l’altra ipotesi e il motivo è ovvio: senza una nota dell’autore (sempre che le opere non siano di un autore sconosciuto e siano attribuibili al 100%) non è possibile avere alcuna certezza. Personalmente credo però che alcune sono così clamorose (penso soprattutto alla prima e alla quarta) che parlano da sé.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...