martedì 1 settembre 2020

Traditi dalla fretta #20

Settembre è ormai giunto ed è già ora di una nuova puntata di "Traditi dalla fretta", tradizionale appuntamento bimestrale nel quale cerco di mettere ordine nella marea di appunti raccolti mentre mi sforzavo di occuparmi d'altro.
Vacanze, come avevo preannunciato la volta scorsa, non ce ne sono state, e nemmeno quei quindici miseri giorni di stacco dalle mie faccende quotidiane mi sono granché serviti per ricaricare le batterie.
Il problema vero del rimanere a Milano ad agosto è che dall'ufficio la gente ritiene che, tutto sommato, non sia così poi grave disturbare di tanto in tanto con una telefonata. Va bene, dico io, se la telefonata è una, ma quando il telefono squilla ogni due ore fino alle otto di sera, allora significa che quella che ritenevo essere la sacralità delle ferie è qualcosa che non conta più nulla.
"Tanto sei a casa, cosa ti costerà mai accendere un attimo il computer e verificare che il comunicato stampa che ci ha passato l'agenzia non contenga inesattezze o refusi". Una volta va bene, due va bene... il trentaduesimo si è beccato la sbroccata per tutti. E alla fine, guarda un po', quasi mi dispiace per lui. Anche perché poi lo so bene come fa l'agenzia a produrre i comunicati stampa: prende gli originali in inglese, li sbatte in Google Translate e quello che salta fuori lo manda per validazione. Loro vengono pagati e io riscrivo tutto daccapo, gratis, nei miei giorni di ferie.

Avrei potuto (e voluto) trascorrere un sacco di tempo in compagnia dei miei libri ma, alla resa dei conti, il contatore dei libri letti nel periodo di ferie è rimasto inchiodato a zero. In oltre cinquant'anni anagrafici, mai ho raggiunto un risultato così miserabile (forse giusto quando andavo all'asilo, ma non potrei giurarci).
Un libro, se devo essere sincero, l'ho iniziato ("Casa di foglie" di Danielewski, ndr), ma mi sono presto reso conto che tenere un tomo di dodici chili appoggiato sulle ginocchia non è proprio il massimo del relax. Lo riprenderò più avanti, se arriveranno tempi migliori.
Nel frattempo mille altre cose interessanti si stanno affacciando all'orizzonte e, per come mi conosco, Danielewski dovrà attendere un altro po'.

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
IL RAGNO DEL TEMPO

C’è una villa sull’Appennino bolognese, dalle geometrie inconsuete e dall’aspetto minaccioso e senziente. C’è un notaio, diverso da ciò che sembra e alla ricerca di qualcosa di perduto. C’è un'investigatrice, che preferirebbe occuparsi di altro ma che non può resistere al richiamo del pericolo. C’è un vecchio professore, che conosce troppe cose e che non vorrebbe saperne più nulla, solo dimenticare. E poi c’è qualcosa. Qualcosa che sta arrivando...
In questi primi giorni di settembre, e totalmente inatteso, sbarca nelle librerie un titolo decisamente interessante a marchio Providence Press. Inatteso non tanto perché Maico Morellini sia uno che lascia passare troppo tempo tra un lavoro e il successivo, quanto perché questa volta lo vediamo alle prese con un genere, il weird, totalmente alieno dalla sua produzione tipica.
Premio Urania nel 2010 con il romanzo "Il re nero", Maico Morellini ha ottenuto uno dopo l'altro un numero incredibile di successi editoriali. Nel 2014 ha creato per Delos Digital la space opera "I Necronauti" che debutta a settembre 2015 in edicola. A Maggio 2016 viene pubblicato il suo secondo romanzo di fantascienza "La Terza Memoria" su Urania. Nell’ottobre 2016 pubblica per la Collana Miskatonic il suo racconto horror "Spettri di Ghiaccio" e nel dicembre 2016 pubblica con Vincent Books Editor l’antologia di fantascienza "Voci della Polis".
Molto più recente è invece "Il diario dell'estinzione" (Watson), premio Italia 2019 e primo excursus di Morellini oltre i sottili confini della fantascienza: un romanzo ricco di contaminazioni, che avrebbe dovuto darci più di un indizio sull'evoluzione di autore che vale la pena seguire da vicino.

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
UNBORN

Lorenzo è un cacciatore di libri antichi... e un alcolizzato. La sua vita si aggira stancamente tra soffitte ammuffite, alcol, e una madre pazza affetta da deliri mistici. Ma tutto cambia quando un misterioso cliente lo invita nel paesino fantasma di Robbia, sperduto nelle nebbie piemontesi, per valutare un'inquietante Bibbia apocrifa collegata agli appunti di un professore scomparso. Mentre lavora alla decifrazione dell'antico testo, orrende energie sembrano risvegliarsi: clochard che svaniscono nel nulla, preti che si suicidano, e una sequenza di incubi che prende a tormentarlo. Una terribile verità inizia ad affiorare: una forza oscura è in procinto di pervertire e condannare l'intera umanità...
Ci aveva abituato ad antologie di racconti e a romanzi brevi il buon Christian Sartirana, tanto che quasi ci eravamo messi il cuore in pace nell'attesa di un romanzo che non sarebbe mai arrivato. Sfora invece il muro delle 300 pagine questa nuova fatica di "uno dei fondatori del Neogotico Piemontese", come lo definisce il suo editore Acheron Books.
Scrive Christian sulla sua pagina Facebook: "Questo libro nasce dalla mia esperienza personale di cacciatore di libri antichi a Casale Monferrato, dove possedevo una piccola libreria e, proprio come il mio protagonista Lorenzo Fossa, mi guadagnavo da vivere ravanando in soffitte e banchi di mercatini. [...] È un libro che consiglio a tutti gli amanti di Lovecraft, del mistero e del Weird allucinato".
Le fondamenta per un acquisto compulsivo sono state gettate. Non resta che attendere giusto un paio di settimane.

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
 CLARA HÖRBIGER

1847, Venezia. Clara Hörbiger, un'adolescente con inquietanti facoltà telecinetiche e medianiche, si sta godendo la spiaggia insieme al padre, un colonnello dell'esercito asburgico, quando sul mare sorge un grande disco luminoso. Ma non è l'atteso plenilunio: il globo di avvicina e vomita uno sciame di piccoli velivoli che attaccano la folla dei bagnanti. Poco dopo, un esercito di esseri alieni sbarca dalla nave volante. È l'inizio dell'invasione più incredibile e inaspettata per l'impero Austro Ungarico e per i popoli della Terra.
Ho sempre adorato la prosa ricercata di Alessandro Forlani, che è poi la stessa che viene spesso criticata da chi si ferma solo alla superficie delle cose. Ma più di tutto, ciò che apprezzo nello scrittore Premio Urania 2011 sono le idee, come quella di "Sigarette terrestri" (2015), sequel apocrifo del mitologico "La sentinella" di Fredric Brown, oppure di "Xpo Ferens", dove l'autore mette a confronto nientemeno che Cristoforo Colombo con l'arabo pazzo Abdul Alhazred, una volta tanto personaggio in "carne e ossa" anziché solo un vago nome, mai approfondito, di un tizio che un tempo avrebbe scritto orrori cosmici su un libro maledetto rilegato in pelle umana.
"Clara Hörbiger e l'invasione dei seleniti" è l'edizione integrale di una serie steampunk di sei volumi usciti in ebook per Delos Digital nella seconda metà del 2015. Potete ancora recuperare quella, se preferite, ma calcolatrice alla mano questa nuova edizione costa praticamente uguale e vi beccate il cartaceo

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
 LA TERRA DEGLI INCUBI

Providence, 1904. Un vascello nero come la notte attracca al porto ma nessun marinaio scende per rifocillarsi nei locali di Lower South, il quartiere malfamato della città. Alla locanda dello Swearing Parrot si comincia a vociferare che sia una nave fantasma e Julius, giovane e intraprendente figlio della cameriera, è deciso a vederci chiaro. Insieme all'inseparabile amica Vicky, non sospetta ancora di trovarsi di fronte al primo di una serie di oscuri eventi che nemmeno la più fervida immaginazione potrebbe concepire...
Tranne forse quella di Howard, l'enigmatico ragazzo che Julius conosce il primo giorno nella nuova scuola di College Hill. Insieme ai fratelli Chester e Harold, Howard vuole fondare un'agenzia investigativa per risolvere casi insoliti, come quello del Vecchio Terribile, il proprietario di un villino maledetto a cui nessuno osa avvicinarsi. C'è un nesso tra la nave fantasma e il malvagio abitante del villino, teatro di efferati delitti? La risposta spalancherà un abisso di incubi e misteri insondabili...
Da qualche giorno trovate in tutte le librerie "La Terra degli Incubi", il primo di una serie di libri per ragazzi Mondadori ispirati alla figura del giovane Lovecraft. Scritto da Giovanni Eccher, con titoli e grafica di Danielle Stern e illustrazioni di Lucrezia Buganè.
Non so quanti di voi abbiano figli. Io non ne ho, ma se ne avessi non perderei un secondo a incanalarli correttamente nel sacro percorso dell'orrore cosmico, specialmente quello tagliato su misura per menti che attendono solo di essere plasmate.
Farò comunque un salto in libreria e proverò innanzitutto a sfogliare questo libro per capire se potrebbe essere nelle corde della mia gatta, che come sapete considero come una figlia. Per il momento mi pare abbia tutt'altri interessi, ma chissà che non riesca a farle dimenticare per un attimo le sue crocchette. Se dovesse andar male, beh, penso che il suo papà riuscirà comunque ad apprezzare "La Terra degli Incubi"... 

13 commenti:

  1. Nuuuuu che roba! Anche io durante le ferie ho fatto qualcosa, ma poco poco, sapevano benissimo che non potevano "disturbarmi".
    Questo è veramente approfittarsene..poi magari se una volta dici no, poi passi dalla parte del torto perché li hai abituati bene :/
    Oltre al danno anche la beffa del telefono che suonava costantemente...

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    1. In parte questa è anche la deriva negativa dello smart working, che avrà tanti pregi, ma alla lunga finisce per cancellare del tutto il confine tra lavoro e tempo libero, che già di suo era piuttosto sottile. In fondo ho consumato due settimane di ferie anche ad aprile (lavorando, ma scalando giorni dal monte ferie) per "andare incontro all'azienda"... Ora il passo verso l'assorbimento completo del tempo libero è ormai sottilissimo.

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  2. Oggi finisce la Notte Horror, ed anche quest'anno complimenti a tutti, soprattutto all'organizzatore ;)

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    1. E con quello che termina oggi sono sette anni che riusciamo a portare a compimento questo miracolo. ^_^

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  3. Le ferie ormai stanno diventando quasi una concessione del datore di lavoro più che un diritto del lavoratore... E temo che questo trend peggiorerà...

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    1. ...sì, arriverà il giorno in cui le ferie saranno solo un ricordo, uno di quei racconti che i nonni fanno ai nipotini increduli.

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  4. Quanto odiavo i comunicati stampa quando facevo la giornalista.
    A prescindere dal fatto che erano scritti con i piedi e bisognava rifarli da zero, molte volte li ricevevo in stampatello e non potevo neppure fare copia-incolla delle parti salvabili.
    Parliamo di più di dieci anni fa, quando tante funzioni (anche della formattazione) non esistevano nè su Word e nè online.

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    1. Beh, devo riconoscerti l'impegno nel voler sistemare il sistemabile. Ho visto comunicati stampa uscire con refusi e riprodotti poi tali e quali in ogni dove.

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  5. Nooooo... praticamente le chiamavano ferie, ma era smart working!

    Io Casa di foglie riuscii a terminarlo, in vero. La versione cartacea pesa parecchio, in effetti, e riuscivo a leggerlo in comodità solo a letto. Sono curiosa di sapere la tua opinione, quindi spero che arriverà presto, di nuovo, il suo momento.

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    1. Si, lo so che lo hai terminato. Ho visto il tuo post e ho cercato di leggerlo con un occhio chiuso e uno aperto per evitare di incappare in spoiler. Mi sembra però che il tuo giudizio finale non sia stato positivissimo, no?

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    2. Ho trovato il libro geniale e molto complesso. Tanto di cappello all'autore che, a quanto pare, ha impiegato circa dieci anni per scriverlo. Vero, però, non mi è grancheé piaciuto, ma si tratta proprio di gusto personale. Forse se la parte del narratore fosse stata impostata diversamente, sarebbe rientrato nei miei gusti.

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  6. Potevi fare come Abatantuono in "Mari del sud" (2001)? Ti chiudevi in casa, staccavi il telefono e dicevi a tutti che saresti andato in una qualche località caraibica :-D
    Sicuramente all'Inferno ci sarà un girone apposito per chi chiama i colleghi in ferie. Per fortuna da me non si usa, perché già durante le ore di lavoro quando chiedi qualcosa a un collega ti ci manda senza rincorsa, se lo chiami a casa scatta il rito voodoo :-D

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    1. Se da te funziona così allora vuol dire che c'è speranza... Non tutto è perduto!

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