mercoledì 30 dicembre 2020

The Year The World Died

Avrebbero potuto analizzare e mettere su carta, nei minimi particolari, tutto quello che s’era fatto, s’era detto e s’era pensato; ma l’intimità del cuore, il cui lavorio è in gran parte un mistero anche per chi lo possiede, restava imprendibile. (George Orwell)

Ultimo post dell'anno e piccola occasione per tirare le somme e scambiarci gli auguri. Potrei stare qua per ore ad annoiarvi sproloquiando su come questo 2020 sia stato un anno particolare, a causa di tutto ciò che sappiamo, ma la realtà è che ce lo diciamo tutti gli anni e questa volta non è poi così diverso. Nell'ultimo post del 2019, tanto per citarne uno che ho ancora bene in mente, ringraziai tutti i santi (e i demoni, per par condicio) di questo mondo per aver messo fine a un anno che fu per me disgraziato. Mai avrei potuto immaginare di finire catapultato, dodici mesi più tardi, in quel folle futuro distopico che oggi è il nostro presente. Adesso dovrei forse maledire il 2020 e salutare con rinnovata speranza all'arrivo del 2021? Non avrebbe senso, visto che ormai dovrebbe essere chiaro a tutti  (ed è inutile pigliarci per il culo) che ciò che ci stiamo lasciando alle spalle è solo il primo anno di una nuova era per l'umanità. Pensate che esageri? Non credo. Basta guardarci. Non è difficile rendersi conto che siamo cambiati. Anch'io, nonostante tutto, sono cambiato. Sono cambiate le nostre abitudini, a partire dal modo con cui ci relazioniamo con la gente. Non è una questione di dove lavoriamo o studiamo, se da casa o in presenza (quelli sono aspetti secondari, a cui siamo e saremo velocissimi ad adeguarci), ma piuttosto del modo con cui ormai evitiamo la semplice vicinanza di chi non è un nostro familiare convivente. E non importa se lo facciamo per paura o per non vedere la paura negli occhi dell'altro: cambiamo marciapiede se di fronte arriva qualcuno, ci riposizioniamo prontamente la mascherina sul viso quando qualcuno ci rivolge la parola, al supermercato ci spostiamo prontamente di lato se qualcuno si affianca a noi allo scaffale dei pelati o prendiamo la merce dietro, perché non si sa mai che qualche untore abbia maneggiato quella davanti senza essersi pulito le mani. Questi piccoli comportamenti sono ormai degli automatismi dettati dalla paura o dal tentativo di evitare la condanna sociale, sono istintivi, non derivano ormai più da una riflessione. Anche se dovessimo incontrare per strada un tizio vestito da palombaro, con bombole e rebreather (esempio non casuale), faremmo di tutto per allontanarlo. Penserete che io sia negativo, e forse avete ragione, ma dubito fortemente che si possa tornare indietro, anche perché tutto ciò che vedo in giro è gente felice di essere infelice.
Raccontare deliberatamente menzogne e nello stesso tempo crederci davvero, dimenticare ogni atto che nel frattempo sia divenuto sconveniente e poi, una volta che ciò si renda di nuovo necessario, richiamarlo in vita dall’oblio per tutto il tempo che serva, negare l’esistenza di una realtà oggettiva e al tempo stesso prendere atto di quella stessa realtà che si nega, tutto ciò è assolutamente indispensabile. (da Teoria e prassi del collettivismo oligarchico di Emmanuel Goldstein, Capitolo I: L’ignoranza è forza; 1950)
Nei miei programmi avevo in mente di onorare con questo mio ultimo post il mitico Franken-Meme di Nocturnia ma, per come sono adesso, non so se ne sono più in grado. "Ti vedo un po' assente", mi ha scritto lo stesso zio Nick, qualche giorno fa, in un messaggio privato. In effetti è così. Sono ormai mesi che sono assente e, nonostante il blog non abbia dato molti segnali in questo senso, sono precipitato in qualcosa di molto simile all'esaurimento. Non parlo di batterie, bensì di un effetto evidentemente secondario del delirio pandemico, un effetto di cui non parlano i telegiornali ma che è altrettanto reale. Lavorare come un somaro tutta la settimana e non poter far altro nel weekend se non bighellonare per casa non è l'esistenza a cui aspiravo quando sono venuto al mondo. E io non sono nemmeno uno che ha grandi pretese, sia chiaro. 
Non vado più in giro a leggere blog degli altri come facevo un tempo, raramente lascio un commento, ma il più delle volte nemmeno mi accorgo se qualcuno ha postato oppure no. In questo modo come potrei assegnare a qualcuno il titolo di "Must" o di "Highlinder" precisati dal Franken-Meme? Certo potrei citare qualcuno di quei soliti nomi, presenze fisse nel mio blogroll da tanti anni, oppure potrei riciclare i nomi già menzionati negli anni scorsi, ma che senso avrebbe? Non potrei nemmeno assegnare a qualcuno il titolo di "New Entry" o di "Meritevole di emergere" perché non mi pare di aver aggiunto, nell'ultimo anno, nuovi blog al mio elenco di letture e, se l'ho fatto, non sono riuscito ad approfondire come avrei voluto. A maggior ragione non mi sono accorto di eventuali nuovi "Desaparecidos" e, anche gettando un rapido sguardo al blogroll, trovo difficile distinguere chi davvero ha appeso le scarpe al chiodo da chi sta attraversando un periodo di difficoltà creativa, probabilmente a causa di questo bordello.
Se è per questo, non sto nemmeno seguendo le news in questi ultimi mesi. Mi viene il vomito, e in più non serve a niente: potrebbero prendere la registrazione di un telegiornale qualsiasi andato in onda nel corso dell'anno, mandarlo di nuovo in onda alle otto e mezza di sera e non se ne accorgerebbe nessuno. Non so nemmeno di che "colore" sia la mia regione. E nemmeno mi informo, tanto tra due giorni sarà di un altro colore. Non resta che leggere libri, guardare film, fare arrivare una pizza, scrivere sul blog. In fondo, ormai sono queste piccole cose ciò a cui oggi possiamo aspirare. I grandi sogni, quelli, li ritroveremo forse in una prossima vita.
Buon Anno a tutti! E che il 2021 ci sia lieve!

29 commenti:

  1. Buon Anno anche a te e Famiglia. Di tutto cuore.

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  2. Ci sei andato sotto eh? Capisco cosa intendi, in questo strano anno è capitato più volte anche a me di sentirmi svuotato da tutto. Comunque sia, buon 21.

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    1. Non so come finirà ma per il momento mi pare di essere nel tunnel di Dürrenmatt... Buon 21 anche a te!

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  3. Ecco, gli effetti dell'epidemia di Covid..quelli psicologici. Capisco il tuo disagio, il fatto di dover lavorare, lavorare, lavorare...e di non avere più gli svaghi di prima, perché se ci pensi bene, anche vedere un film con un amico è un lusso..a meno di farlo con la mascherina e ben distanziati sul divano! Ah, per svaghi appunto non dico feste in discoteca e cose del genere, ma cose molto più piccole e appaganti. Quelle che ci fanno vivere la socialità che adesso è relegata sostanzialmente al telefono...Però tocca stringere i denti e piano piano torneremo come prima. E se avremo delle piccole accortezze (quelle di non ammassarci appunto), credo che questo sarà un guadagno, non una perdita.
    Comunque non cedere allo svuotamento: devi trovare il modo di reagire al meglio a questa situazione, davvero.

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    1. E pensa che io sono anche uno di quelli a cui è sempre piaciuto stare a casa tutto il giorno senza nemmeno levare il pigiama. E non chiedo nemmeno chissà quale socialità. Mi basta portare a cena la morosa ogni tanto, giusto perché non sempre si ha voglia di spadellare, mi basta una Tennents media ogni tanto nel pub dietro casa... cose del genere. Ma quello che più mi angoscia è la prospettiva di passare un altra estate a Milano...

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  4. Capisco in pieno il tuo sfogo. Io pure ormai sono al punto in cui quando mia moglie mi chiede se per andare in in certo posto deve avere l'autocertificazione, o se un certo esercizio commerciale è chiuso e aperto in base al colore del giorno o al dpcm, le rispondo "Non lo so, ormai non ci sto capendo più niente" che è disgraziatamente solo una parte della verità, perché per essere preciso dovrei dirle "Non ho più voglia di capirci qualcosa"...
    Comunque, i nostri genitori e nonni hanno passato periodi peggiori... Mio padre mi racconta di quando durante la guerra, per fame, mangiavano grasso di pecora e fave che i contadini usavano solo come mangime per i maiali... Mio zio mi ha raccontato di quando, con mio nonno, dopo l'armistizio, sono andati a scavare nelle macerie della casa distrutta dai bombardamenti per vedere se qualcosa si era salvato, quanto meno documenti e oggetti da poter rivendere...
    Ecco, sono solo queste memorie famigliari a darmi un po' di spirito, a farmi pensare "Ok, dai, sinora avevo avuto una vita comoda, qualche pedaggio dovevo pagarlo pure io, peraltro poca cosa rispetto a una guerra super-distruttiva".
    Incrociamo le dita e... no, non faccio gli auguri rituali visto che, come giustamente sottolinei, lasciano il tempo che trovano. Semplicemente, speriamo bene.
    Ci risentiamo nel 2021 ;-)

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    1. Mi accodo al commento di Ariano, prendendo a prestito la parte riguardante la certezza che ci sono stati tempi assai peggiori di questi.
      Ciò detto, buon anno, Tom!

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    2. Sarò sincero e diretto (e pure un po' meschino). Non mi consola pensare che genitori e nonni hanno affrontato i disagi della guerra, anche perché credo che la guerra sia stata un'esperienza ben più devastante del nostro virus. Loro non uscivano di casa perché c'erano le bombe che gli cadevano in testa e non andavano in pizzeria perché le pizzerie erano state rase al suolo. Sarebbe come avere empatia per i nostri progenitori che vivevano nelle caverne e non avevano riscaldamento né acqua potabile.
      Mi auguro solo che questa cosa finisca alla svelta, anche se ho i miei dubbi che ciò possa accadere nel breve. Buon '21 a entrambi!

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  5. Un film sì, presumibilmente ne faranno uno di serie Z di questo anno..
    A parte gli scherzi, davvero pazzesco, e in un anno così va benissimo fare come te, ci sta.
    Comunque buona fine e buon principio d'anno :)

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    1. Produzioni di serie Z ne hanno già fatte abbastanza su questo 2020. Direi che può bastare così! ^_^
      Buon 2021!

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  6. E' vero ci siamo sentiti, perché ero preoccupato per te e per la Simo, riguardo al Franken-meme spero di non scandalizzare nessuno dicendo che se per un anno non lo fai "chissenefr..." ;) Nel senso che le cose si fanno se si ha voglia e se ci si diverte, altrimenti di obblighi nella vita ce ne sono fin troppi.....:P A me quello che m'interessa è che tu stia bene, so che questo non è stato un anno facile, probabilmente non è nemmeno ancora finita, l'importante però è che alla fine di tutta questa storia ti prometto che io e Venusia (si la trascinerò in treno anche se lei odia viaggiare) verremo a trovarti a Milano, per una bella reintrè con abbracci non più solo virtuali e per quel giorno vorrei anzi pretendo che tu mi sappia dire quali sono le specialità milanesi natalizie (panettone a parte) visto che quando te l'ho chiesto tu, alla facciaccia della tua lombaredistà non sei stato capace di dirmelo ( shame on you Obsidian, shame non you!). XD XD XD Ovviamente sto scherzando, un abbraccio a te e alla Simo e buon 2021! :D

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    1. Ah magari! Vi aspetto a braccia aperte! Inizio da subito a documentarmi sulle specialità milanesi interrogando i miei suoceri, così no farò altre figure... ^_^ Buon Anno!

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  7. Dai Obs, un po' di pazienza e questa cosa man mano passerà. Lo abbiamo visto in estate, tre mesi di normalità, quindi è qualcosa che può passare^^
    Capisco cosa provi... niente svaghi. È la lamentela di tanti.
    Ma torneranno anche quelli!
    Buona fine e buon inizio^^

    Moz-

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    1. Spero che tornino e che sia un ritorno definitivo. Questo apri e chiudi continuo è forse ancora più stressante. Buon Anno!

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  8. Io durante quest'anno ho sofferto molto di insonnia, quindi credo che la pandemia abbia influito sul mio stato psicofisico anche se notoriamente non sono uno che si fa problemi nello stare a casa.
    Comunque ti auguro un 2021 più sereno, anzi auguriamocelo tutti!

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    1. Nemmeno io mi faccio problemi nello stare a casa, tranne quando me lo sento imporre e allora divento idrofobo. Specialmente se me lo sento imporre da gente che oggi dice bianco e domani dice nero, dando chiara prova di non sapere neanche da che parte girarsi. Poi mi adatto, faccio il bravo, ma non è nella mia natura. Buon 2021!

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  9. Ho tenuto il tuo post tra gli ultimi per riflettere, trovare la buona parola, so non sarà facile... lavoro in una RSA e credo, anzi sono quasi certa che il peggio sia passato, ho imparato a non guardare più in là di due giorni, perché ogni giorno lo prendo come viene, non mi aspetto novità, semplicemente cerco di fare il mio meglio e questo già mi consola, perché se un anno fa mi avessero detto quello che mi aspettava, non ci avrei creduto e sicuramente avrei pensato 'non ce la farò mai'.
    Quando tutto questo resterà alle nostre spalle sono certa che qualcosa avrà lasciato, oggi neanche lo pesiamo, ma solo tra un po' di tempo potremmo tirare la somma e magari ci stupirà.
    Dopo questo sproloquio e questa pacca sulle spalle, posso solo augurarti forza, ce l'hai sicuramente, fidati! 😉

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    1. Quando tutto questo ce lo metteremo alla spalle rimarranno anche ferite profonde che non si rimargineranno, rapporti deteriorati che non si recupereranno.

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  10. Ciao, Ob. Per nessuno è stato un anno facile, ma mi rendo conto che per qualcuno può essere stato ancora più pesante. Ma abbiamo in noi un'arma vincente: la motivazione! Ci sarà sicuramente da qualche parte anche in te un motivo, un desiderio, qualcosa che spinge a reagire. Passato questo soporifero momento festivo, di certo il risveglio arriverà! Buon anno!

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    1. Purtroppo questo è uno di quei momenti in cui le motivazioni non bastano. Continuo a sperare in un risveglio.. Buon Anno!

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  11. Temo che in Italia la pandemia abbia colpito in modo molto più duro che in Irlanda. Qui ci è andata di lusso: ci siamo adattati, ma non siamo realmente cambiati. Quando ci si incrocia sul marciapiede non si prendono le distanze; mascherina, guanti e igienizzante, se si lavora in presenza, non sono un deterrente ai necessari contatti con i colleghi; all'aria aperta, pure mantenendo le distanze, le persone si incontrano ancora.

    Il discorso è completamente diverso per certe categorie, come quella dell'ospitalità: alberghi e pub. I dipendenti hanno perso il lavoro, i proprietari sono sull'orlo del fallimento.

    Io sono stata fortunatissima: ho realizzato più quest'anno che nel 2019 e 2018.

    Mi auguro che nel 2021 tutti riescano di trovare la forza per reagire al meglio alle circostanze.

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    1. Non credo che in Italia la sia andata peggio che altrove. Sai che gli frega a un virus di un confine di stato? L'unica cosa che cambia è il l'approccio personale, che viene poi amplificato in un senso o nell'altro dai rapporti sociali. Buon 2021 anche a te!

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  12. Dai speriamo in meglio per il 2021...che dirti .
    Buon anno Severino a te e a Simona e a tutti quelli che ami

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  13. Anche se in ritardo, ti faccio tantissimi auguri anch'io di buon tutto: che il nuovo anno sia anche solo un pizzichino migliore del precedente ;-)

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    1. Ah, ma gli auguri ce li siamo fatti altrove. Va bene così. Anche a te auguro un pizzichino di miglioramento per il 2021! Dici che ci basta?

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  14. Auguri in ritardo anche da me. Io al 2021 ci voglio credere. Ancora un paio di mesi infernali per via della stagione favorevole al Covid-19, poi la primavera, poi il vaccino (anzi, diversi vaccini, e meno male, così non tutti vanno tenuti a -80 °C), a poco a poco le cose POTREBBERO andare meglio.

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    1. Nel maiuscolo di quel "potrebbero" c'è tutto...
      Buon 2021 in ritardo anche da parte mia!

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