venerdì 28 febbraio 2025

Il fantasma di Katie King (Pt. 1)

"Penso che se un'esperienza esiste, del periodo pioneristico della parapsicologia, che inquieti tuttora gli studiosi, questa è senz'altro il ciclo di sedute legate al nome di Katie King".
Con queste parole iniziava il breve articolo che Pier Luigi Aiazzi, insegnante e psicologo (e uno dei pochi italiani a essersi laureato con una tesi dedicata a temi parapsicologici), pubblicò sul numero di settembre 1985 nella rivista "Il Giornale dei Misteri" allora edita dalla Corrado Tedeschi Editore, azienda fiorentina oggi specializzata in pubblicazioni di creatività femminile (maglia, uncinetto) e in enigmistica tascabile.
Quel vecchio numero della rivista, che compravo tutti i mesi nell'edicola sotto casa e che oggi, mi perdonerà il nuovo editore, ha perso una buona parte del suo fascino, rappresentò la mia personale "iniziazione" a temi che ancora oggi, credo lo si possa facilmente notare, sono una parte fondamentale di tutto ciò che leggo e scrivo. Numerosi sono stati gli articoli che ho letto e riletto avidamente, ma solo pochi tra essi hanno lasciato un ricordo indelebile, al punto che, quarant'anni dopo, saprei quasi recitarne interi brani a memoria.

venerdì 21 febbraio 2025

Le Bunker de la Dernière Rafale

Quando capita che ti ritrovi la sera a casa nel bel mezzo della settimana, si sono già fatte le dieci e mezza e il giorno dopo devi alzarti presto per andare a lavorare, le alternative sono tre: ti metti a cazzeggiare col telefono intossicandoti anima e corpo in un'attività che non porta da nessuna parte, ti rifugi al cesso e ti metti davanti allo specchio alla ricerca di invisibili punti neri oppure, scelta preferita, ti metti a frugare nei tuoi "archivi" alla ricerca di un cortometraggio che ti accompagni verso un'ora più consona per andarsi a coricare. Ci sarebbe anche l'alternativa di mettersi a leggere o a scrivere qualcosa per il blog, che è ciò che sto facendo in questo momento, ma la sera di cui vi sto parlando è un'altra e risale a un periodo ormai imprecisato dello scorso anno. 
Ciò che venne fuori da quella ricerca serale fu un cortometraggio di appena 26 minuti il cui titolo e la cui locandina avevano, in un tempo di molto precedente, già attirato la mia attenzione per una certa dose di "singolarità" che mi aveva trasmesso così, a pelle. Il genere di riferimento è il "grottesco", un genere che ritengo essere sostenibile, ma questo è di certo un mio limite, esclusivamente se il minutaggio complessivo dell'opera non supera quello che una scatoletta di tonno richiedere per essere mangiata di fretta sul lavandino. In realtà, più che grottesco l'avrei definito "cyberpunk" perché, come spero vi sarà chiaro proseguendo nella lettura di questo articolo, certi dettagli non possono che far andare la memoria al cinema di Shin'ya Tsukamoto

venerdì 14 febbraio 2025

Libro Vs. Film: Rosaura alle dieci

Mi accingo alla lettura di questo Sellerio, colto di passaggio sullo scaffale di una libreria lo scorso autunno, mentre attendo l'apertura del gate dal quale partirò a breve. Il volo che mi attende sarà uno di quelli lunghi e un libro dal titolo accattivante sarà, almeno così penso, il miglior compagno di viaggio possibile. Certo, avrei potuto mettere in valigia uno qualunque dei titoli già in mio possesso, magari uno di genere fantastico, di quelli che sono solito divorare uno dopo l'altro in rapida sequenza, ma stavolta ho optato per una casa editrice "generalista", giusto per non perdere l'abitudine. 
Sì, lo so che questo incipit lo avete già letto (infatti è uguale a quello che un paio di settimane fa ha aperto la recensione di "Attraverso la notte" di William Sloane), ma questo di cui sto parlando è il viaggio di ritorno. Stessa modalità di lettura, quindi, e stesse ore da riempire davanti a me, interrotto solo da qualche hostess incaricata di versare qualche caffè o vendere profumi che non interessano a nessuno.
In realtà non sono venuto in possesso di questo titolo in maniera casuale come nel caso di "Attraverso la notte", ma come frutto di una precisa ricerca, facilitata dal fatto che l'editore ha recentemente immesso sul mercato una nuova edizione di un romanzo storico del suo catalogo che era ormai da anni classificato come esaurito. Sto parlando, se non lo si fosse capito, di "Rosaura alle dieci", romanzo d'esordio di Marco Denevi, un'opera che ha portato all'autore argentino un successo immediato e ha gettato le basi per la sua carriera letteraria.

venerdì 7 febbraio 2025

Due “Point Break” e due filosofie a confronto

Ho sempre pensato che ci sono film che non andrebbero mai rifatti, ma al massimo omaggiati. “Point Break” di Kathryn Bigelow (1991) rientra a pieno in questa categoria, e se tempo fa mi aveste chiesto il titolo di un film che per scelta non avrei mai visto, nella lista avrei di certo incluso il suo remake realizzato nel 2015 da Ericson Core, direttore della fotografia e regista specializzato in film d’azione: come si dice in questi casi, era un’operazione, questa, di cui non sentivo nessun bisogno. 
E invece, durante una pigra serata a casa di parenti, sotto le feste di Natale, mi sono rassegnato a guardarlo: le due ore di durata tutto sommato sono volate e qualcosa di positivo nel film (con mia sorpresa) l’ho pure trovato. E ora che sono passati abbastanza anni dal momento della sua uscita da permettermi di compararlo con l’originale senza rischio di farmi influenzare da altri (sono sicuro che all’epoca fioccassero le recensioni, qui sulla blogosfera), posso dire anch’io la mia. Ovvero, innanzitutto, che sono solo lo spunto di base, i nomi dei personaggi e poco altro ad accomunare i due lavori, e questo è allo stesso tempo il difetto maggiore (per chi sostiene che un remake debba essere il più possibile fedele al capostipite) e il maggior pregio di questa nuova versione (per chi è invece alla ricerca dell'originalità a tutti i costi). 
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