Ho sempre pensato che ci sono film che non andrebbero mai rifatti, ma al massimo omaggiati. “Point
Break” di Kathryn Bigelow (1991) rientra a pieno in questa categoria, e se tempo fa mi aveste chiesto il
titolo di un film che per scelta non avrei mai visto, nella lista avrei di certo incluso il suo remake realizzato
nel 2015 da Ericson Core, direttore della fotografia e regista specializzato in film d’azione: come si dice in questi casi, era
un’operazione, questa, di cui non sentivo nessun bisogno.
E invece, durante una pigra serata a casa di parenti, sotto le feste di Natale, mi sono rassegnato a guardarlo:
le due ore di durata tutto sommato sono volate e qualcosa di positivo nel film (con mia sorpresa) l’ho pure
trovato. E ora che sono passati abbastanza anni dal momento della sua uscita da permettermi di
compararlo con l’originale senza rischio di farmi influenzare da altri (sono sicuro che all’epoca fioccassero le
recensioni, qui sulla blogosfera), posso dire anch’io la mia. Ovvero, innanzitutto, che sono solo lo spunto di
base, i nomi dei personaggi e poco altro ad accomunare i due lavori, e questo è allo stesso tempo il difetto
maggiore (per chi sostiene che un remake debba essere il più possibile fedele al capostipite) e il maggior pregio di questa nuova
versione (per chi è invece alla ricerca dell'originalità a tutti i costi).