venerdì 14 marzo 2025

Il fantasma di Katie King (Pt. 3)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Nel suo libro del 1962 “Gli Spiritisti: storia di Florence Cook e William Crookes”, Trevor H. Hall si dice certo che la medium fosse in realtà un’imbrogliona. Secondo lui la Cook, travestita, avrebbe recitato personalmente la parte di Katie King, oppure si sarebbe fatta aiutare da un complice che, sgattaiolando nel Gabinetto o nella stanza delle sedute, avrebbe rappresentato il fantasma. Oltre ai tre episodi menzionati nelle ultime righe del post precedente, Hall portava anche altre circostanze a supporto della sua tesi. 
Prima di tutto, la somiglianza sospetta di Katie King con la Cook. Ma questa da solo non basta come prova e non solo perché tale somiglianza non veniva riscontrata in tutte le occasioni, ma anche perché gli spiritisti convenivano che questo aspetto fosse tipico degli spiriti materializzati, e poiché in base alle testimonianze dei partecipanti la medium e lo spirito erano entrambi visibili nello stesso momento, ne consegue che non poteva essere Florence a impersonare Katie. 
Si potrebbe naturalmente obiettare che la Cook avesse una complice, ma perché allora rischiare e scegliere qualcuno che le somigliava tanto? E il fatto che talora il fantasma “incarnato” non rassomigliasse alla medium significava forse che la (o il) complice era più d’una? 
Un altro motivo di contestazione era che le sedute spiritiche si tenevano spesso al buio o quasi; del resto, gli spiritisti credevano che le materializzazioni richiedessero una luce molto fioca, anche se talvolta gli spiriti potevano materializzarsi alla luce ed era possibile scattargli delle fotografie. Soprattutto, Hall poteva avvalersi della testimonianza di Anderson, un uomo con il quale la Cook aveva avuto una relazione nel 1894 e al quale avrebbe confidato di aver avuto una tresca con William Crookes, e che le sedute spiritiche servirono proprio come paravento. Verità o la menzogna di un ex amante rancoroso? Anche in questo caso, il dubbio non è mai stato sciolto. Ma fortunatamente per lei, la Cook non ebbe solo detrattori. 

Una difesa “d’ufficio” gliela fornì ad esempio George Zorab nel suo libro “Katie King: donna o fantasma?”. Secondo Zorab è impensabile che la Cook, appena quattordicenne, possa aver ordito un simile imbroglio. Soprattutto nei primi tempi, le facoltà di cui dava prova erano molto fisiche e avrebbero richiesto straordinarie capacità ginniche di cui lei non aveva mai dato prova in precedenza, e che difficilmente avrebbe potuto ottenere abbigliata nelle vesti tipiche dell’epoca (i cosiddetti abiti a paniere formati da gonna, sottogonna, bustino…). 
La giovane avrebbe dovuto inoltre agire con la connivenza della sua famiglia, del suo mecenate Blackburn, di personalità come Blyton, Harrison, Crookes e tante altre, e riuscire a eludere una serie di controlli spesso molto rigorosi. 
A che scopo tutte queste persone l’avrebbero sostenuta rischiando in prima persona, senza avere la certezza che avrebbe raggiunto una certa fama e trovato un mecenate che la sovvenzionasse, che i guadagni futuri avrebbero superato i rischi? A meno che non fossero, loro sì, dei veggenti… 
Il fatto poi che la Cook e Crookes avessero avuto una relazione secondo lui è semplicemente ridicolo, e per vari motivi, il più importante dei quali è che le sedute a casa Crookes avvenivano sempre alla presenza della moglie dello scienziato e di altre persone. È inoltre molto improbabile che Crookes si potesse essersi a tal punto infatuato di una ragazzina da mettere a repentaglio per lei, in un colpo solo, rispettabilità, professione e famiglia. No, la sua opinione era che quando riferì di quella inesistente relazione, la Cook mentì a Anderson. 

Non sarebbe neanche stata l'unica volta. Florence, infatti, mentiva anche quando gli disse di aver preso lei contatto con Crookes: “Andai dal signor Crookes da sola, all’insaputa dei miei genitori e dei miei amici, e mi offrii, vittima volontaria, sull’altare della sua incredulità. Fu immediatamente dopo lo spiacevole incidente del signor Volckman, quando coloro che non capivano dicevano cose crudeli contro di me” (questa affermazione fu pubblicata anche sulla rivista “Light” del 29/12/1894). Un’intraprendenza piuttosto insolita per una quattordicenne, non trovate? 

William Crookes e Katie King
Ma perché la Cook avrebbe mentito? Secondo Zorab, fu al solo scopo di impressionarlo. Quando lo conobbe, Anderson era molto più giovane di lei, che a 38 anni era già in fase discendente e abbruttita dall’alcol e quasi certamente mirava a darsi arie da donna navigata. Sia come sia, della tresca con Crookes non ci sono prove tangibili. In più, è noto che fu Blackburn a contattare Crookes, e che Crookes non era affatto incredulo nei riguardi di Florence: da pragmatico e meticoloso studioso non mostrò preconcetti, e non si espresse su di lei se non dopo averla sottoposta alle prove che abbiamo visto. 
Zorab obietta inoltre che, se davvero Hall riteneva la Cook una bugiarda, oltre a non credere alle sue manifestazioni medianiche non avrebbe dovuto credere neanche alle sue confessioni. Sostiene che Hall fosse prevenuto in quanto, intimamente, non credeva nello spiritismo, e che avesse pertanto estrapolato dalla copiosa documentazione relativa alle sedute della Cook soltanto ciò che poteva avallare le sue tesi, interpretando tutti i fenomeni in modo fraudolento e, dove non ci riusciva, asserendo che chi li aveva riportati esagerava i fatti. 
Secondo Hall i sostenitori di Florrie o mentivano, e perciò erano suoi complici, oppure si erano fatti ingannare, scambiando per manifestazioni di spiritismo il frutto della propria fervida immaginazione. Eppure alcuni di loro erano studiosi o comunque persone dalla solida reputazione e, si suppone, non facilmente influenzabili. Le sedute non erano riservate solo agli spiritisti, ma anche agli scettici o ai semplici curiosi. D’altra parte, Hall arrivò perfino a mettere in dubbio l’età di Florence Cook, collocando la sua data di nascita almeno un paio d’anni prima del ‘56, forse allo scopo di rendere più plausibili i comportamenti fraudolenti e spregiudicati che le attribuiva. Quando fu prodotto un certificato di nascita datato 3 giugno 1856, si appurò che la sua era solo una supposizione senza fondamento. 

Zorab non si sottrae neanche dal commentare gli spiacevoli episodi in cui la Cook fu sorpresa a barare e non per confutarli, anzi. È sua opinione che Florence abbia frodato il suo pubblico in qualche occasione, ma anche che occasionalmente tutti i medium frodino, magari perché le facoltà paranormali li hanno momentaneamente abbandonati. Questo non significa però che lo facciano in ogni occasione. A suo parere anche Herne e Williams, benché smascherati in più occasioni, furono medium autentici (vi sono prove che indicherebbero che almeno Williams fosse un vero medium). In ultimo, Zorab rileva che le sorelle di Florence, Kate e Edith, cominciarono a sviluppare doti paranormali qualche anno più tardi della sorella maggiore, anche se in modo molto più modesto di lei, dimostrando quindi che la medianità era di famiglia. 

Un altro punto chiave della tesi di Zorab riguarda l’inizio della carriera di Florence Cook. A suo avviso la giovane Cook era una medium-Poltergeist (e del resto, il tipo di manifestazioni e l’età della Cook all’epoca sono compatibili: i Poltergeist si manifestano in genere alle soglie della pubertà), proprio come lo erano stati altri medium famosi come D.D. Home ed Eusapia Palladino in giovane età. Solo in seguito le sue facoltà sarebbero mutate in altre di tipo principalmente telecinetico. Questa tesi in effetti è molto suggestiva: è possibile che Katie King non sia stata altro che una personalità dissociata della stessa Florence? 
Non un suo doppio quindi, un corpo eterico o astrale, duplicato del corpo materiale, ma piuttosto una dissociazione materializzata, una sua personalità secondaria; un prodotto della sua mente che aveva accesso al suo subconscio, ai suoi ricordi. Questo spiegherebbe molti dettagli altrimenti difficilmente collocabili: il fatto che Katie King dimostrasse a parole affetto ma anche un certo disprezzo per la Cook, il fatto che fosse in grado di ripetere parola per parola quanto detto da Florrie tempo prima, il fatto che fosse in grado di parlare in un inglese contemporaneo, e soprattutto che dimostrasse di conoscere cose (ad esempio, delle canzoni) che non avrebbe mai potuto conoscere se davvero fosse stata la reincarnazione di una persona vissuta un secolo prima, a sua volta la reincarnazione di una vissuta un secolo prima ancora… 
William Crookes credeva invece che la Cook fosse sotto l’influenza di uno spirito maligno che tentava di possederla, e tentò di “esorcizzarla” con l’aiuto di un assistente. In effetti, talora la Cook evocava anche spiriti maschili, e una volta Katie King si adirò, affermando che qualche spirito si era insinuato di nascosto nella seduta. Proprio il fatto che talvolta si materializzavano braccia maschili senza l’aiuto dello spirito guida era per Zorab un indizio di possessione demoniaca, e forse parallelamente anche la prova di una dissociazione di personalità del tipo Jekyll/Hyde. Esiste riconferma che nel suo intimo anche la Cook temesse la possessione, o qualcosa di simile: Anderson dichiarò (e c’è motivo di non credergli) che la Cook temeva il buio, perché aveva paura che qualche spirito ostile ne approfittasse per disturbarla. 
Charles Blackburn, infine, era convinto che Katie King non fosse affatto il doppio di Florence Cook, ma una sorta di “angelo custode” come quelli descritti da Swedenborg nei suoi scritti. 

Florence Cook (1856-1904)
Alla fine di questa lunga storia, possiamo concludere che non solo la carriera, ma la vita stessa di Florence Cook sia stata molto controversa. Come ogni essere umano, la Cook aveva le sue luci e le sue ombre. Quanto a Katie King, la sua vera natura non verrà forse mai chiarita, ma che sia stata un vero spirito, una personalità dissociata o un Doppelgänger, era di certo una forza che premeva per venire alla luce. Una forza la cui manifestazione è stata per molti reale e tangibile. 
Per quanto mi riguarda, so bene che ciò che comunemente si chiama paranormale potrebbe in molti casi non essere altro che un’altra faccia del reale. So anche che, se si accetta l’esistenza di determinati fenomeni, non è detto che lo si debba fare perché si crede che lo spirito sopravviva al corpo dopo la morte. Accanto a chi interpreta alcuni fenomeni come spiritismo, c'è e ci sarà sempre chi tende invece a razionalizzarli, riconducendoli a dimostrazioni di potenzialità nascoste della mente umana o a semplici manifestazioni dell'inconscio. Si vede sempre quello che si vuole vedere, e va bene così. Quel che è certo è che i progressi della tecnologia hanno reso sempre più facili le truffe. Non so perché, ma dubito che al giorno d'oggi durante le sedute spiritiche si aggirino molti fantasmi incarnati, ma magari mi sbaglio.

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