venerdì 28 marzo 2025

Rape Zombie: Lust of the Dead

Non so che dire. Era un bel po’ che non mi accomodavo davanti allo schermo davanti a un bel film di zombi. Questo principalmente per il fatto che non ho più grandi speranze di trovare materiale abbastanza buono là fuori che possa spingermi serenamente a premere il tasto play. 
Voglio dire, non che mi dispiaccia, nelle sere in cui la mia priorità è spegnere il cervello, assistere all’ennesima carneficina non-morta, ma un minimo di novità ogni tanto mi piacerebbe che ci ci fosse. Non dico di originalità, perché quella ormai non la vedo probabile, ma perlomeno un particolare, anche secondario, che mi strappi un’emozione, fosse anche una risata, e che mi faccia dire che non tutto quello che ho visto è da buttare nel cesso. 
Negli ultimi anni ho tirato lo scarico innumerevoli volte e senza alcun rimorso, eccezion fatta per un paio di pellicole a tema zombi di provenienza asiatica che sono state in grado di aggiungere un pizzico, ma giusto un pizzico, di sale sull’insalata. Penso alla zombi-comedy giapponese “Zombie 100. Cento cose da fare prima di non-morire” (Zom 100: Bucket List of the Dead, 2023), tanto per fare l’ultimo esempio in ordine cronologico, ma potrei citarne altre.

venerdì 21 marzo 2025

Il vampiro di A.K. Tolstoj

A costo di risultare monotono, confesso che anche la lettura che vi presento oggi è stata resa possibile da una trasferta di lavoro. Non che a casa io non legga, ma è innegabile che quando sono solo, senza distrazioni, è il momento ideale per prendere in mano un libro. E così, in un tardo pomeriggio di febbraio, in una giornata di lavoro finita presto, per essere un giorno di fiera, rientro nel solito albergo di Verona che mi ospita tutti gli anni nello stesso periodo, apro questa piccola antologia e porto subito a termine il primo dei quattro racconti, poi getto uno sguardo all'orologio e decido che è il momento di telefonare a mia moglie. Non so a voi, ma a me dà conforto quella chiamata quando sono lontano da casa, anche se breve, anche se solo per parlare del tempo. Avere qualcuno da chiamare, quando si è via per lavoro, mi ripaga della giornata trascorsa e mi permette di darle un senso. Viceversa sarebbe solo schiavitù. Chiamo mia moglie, che quel libro lo ha già letto la settimana scorsa, e tra le tante cose che ho da dirle le annuncio di aver completato il primo racconto, che mi è piaciuto, e che ho ancora abbastanza tempo per passare al secondo, una volta terminata la telefonata. 
Lei si guarda bene dall'anticiparmi che il secondo racconto ha alcuni simpatici punti di contatto con il primo, e di questo piccolo riguardo le sono grato. Un piccolo riguardo che, mi scuserete, io non ho avuto con voi che ormai, a questo punto, già ne siete al corrente. Ma non preoccupatevi: i dettagli, almeno quelli, ve li risparmierò, perché vale davvero la pena di scoprirli da soli.

venerdì 14 marzo 2025

Il fantasma di Katie King (Pt. 3)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Nel suo libro del 1962 “Gli Spiritisti: storia di Florence Cook e William Crookes”, Trevor H. Hall si dice certo che la medium fosse in realtà un’imbrogliona. Secondo lui la Cook, travestita, avrebbe recitato personalmente la parte di Katie King, oppure si sarebbe fatta aiutare da un complice che, sgattaiolando nel Gabinetto o nella stanza delle sedute, avrebbe rappresentato il fantasma. Oltre ai tre episodi menzionati nelle ultime righe del post precedente, Hall portava anche altre circostanze a supporto della sua tesi. 
Prima di tutto, la somiglianza sospetta di Katie King con la Cook. Ma questa da solo non basta come prova e non solo perché tale somiglianza non veniva riscontrata in tutte le occasioni, ma anche perché gli spiritisti convenivano che questo aspetto fosse tipico degli spiriti materializzati, e poiché in base alle testimonianze dei partecipanti la medium e lo spirito erano entrambi visibili nello stesso momento, ne consegue che non poteva essere Florence a impersonare Katie. 
Si potrebbe naturalmente obiettare che la Cook avesse una complice, ma perché allora rischiare e scegliere qualcuno che le somigliava tanto? E il fatto che talora il fantasma “incarnato” non rassomigliasse alla medium significava forse che la (o il) complice era più d’una? 
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