mercoledì 24 dicembre 2025

Armand, o la geometria proibitiva del nuovo cinema norvegese

In questa mattina di dicembre, a poche ore dal Natale, mi ricollego dopo una lunga latitanza dal blog per una sorta di senso di colpa. Mai prima d’ora avevo lasciato la mia “creatura” così abbandonata a se stessa, quasi come se improvvisamente la creatività (ma anche la voglia di fare) avesse deciso di lasciarmi e spostarsi altrove. Decido di rientrare proprio oggi, approfittando di qualche giorno di ferie, spinto dalla voglia di scrivere qualcosa a tema cinematografico, qualcosa a proposito di un film su cui sono inciampato qualche settimana fa e il cui ricordo fatica a sbiadire. Un grande film, se non lo si fosse capito. Mi occorreva qualcosa per chiudere quell’esperienza ed è proprio il post di oggi, il cui scopo è cercare di mettere a terra questa babele di pensieri, e che mi consentirà, almeno mi auguro, di passare finalmente ad altro. Altre volte in passato mi era capitato di rimanere colpito da una visione, non tanto da ciò che attraverso di essa viene raccontato, ma dalla forza delle sue immagini. C'è stato un tempo in cui avevo anche inaugurato una piccola serie di post etichettata “Obsploitation Visions” sotto il cui cappello, vado a memoria, avevo infilato opere enigmatiche, esoteriche e iniziatiche come “The Capsule” (2012), della regista greca Athina Rachel Tsangari. e “Les Garçons sauvages” del francese Bertrand Mandico. La logica qui è molto simile, il cinema e le sue immagini, spesso fortemente simboliche, prendono il sopravvento e si lasciano alle spalle ogni forma di intrattenimento.

domenica 16 novembre 2025

Viaggio al termine della notte

“La vera sconfitta in tutto è di dimenticare e specialmente ciò che ci ha fatto crepare, e crepare senza capire sino a qual punto gli uomini siano cani. Quando usciremo da questo crogiuolo, non occorrerà fare i furbi, ma nemmeno dimenticare; occorrerà raccontare tutto senza cambiare una parola, tutto quello che c’è di piu schifoso negli uomini; e poi morire e scendere nella tomba. Come lavoro, basta, per una vita intera..”
(Louis- Ferdinand Céline) 

Sono anni che questa recensione si stava scrivendo nella mia testa: forse l’ho iniziata ancora prima che questo blog aprisse i battenti, un milione di anni fa, quando vidi per la prima volta questa meravigliosa copertina della prima edizione Corbaccio datata 1992 nella vetrina di una libreria, al tempo della sua uscita. Senza saper nulla di nulla, né dell’autore né della trama, mi feci catturare dal titolo e iniziai a fantasticarci sopra. Uno o forse due tra i miei amici dell’epoca pare lo avessero già letto (o almeno così divenao), ma non volli indagare più di tanto e iniziai il mio percorso di scoperta di Louis-Ferdinand Céline in completa autonomia, spinto non solo ovviamente da un titolo e una copertina, ma dal fatto che quello era l'uomo che fece dire a Charles Bukowski, mentre leggeva appunto il Voyage, "Céline mi ha fatto vergognare di quanto sia scarso io come scrittore rispetto a lui". (1) 

venerdì 31 ottobre 2025

La casa del terrore

E siamo anche quest'anno arrivati a festeggiare la notte di Halloween! Sarò sincero: sono arrivato a un punto che anche Halloween mi fa l'effetto del Natale, ovvero non vedo l'ora che passi, con tutti i suoi cliché e gli articoli a tema che impietosamente strabordano dagli scaffali dei supermercati. 
Così quando la solida masnada di blogger mi ha chiesto se mi avrebbe fatto piacere partecipare a un'iniziativa di massa, ero quasi tentato di declinare l'invito. Halloween, e non credo qualcuno lo possa negare, è più che altro una sagra di paese, dove della paura, che è il sentimento che dovrebbe prevalere, non c'è alcuna traccia. Halloween è solo una parodia che la paura tende non tanto a esorcizzarla, quanto a sbeffeggiarla, è una ricorrenza che fa a pezzi un sentimento da molti ritenuto serissimo e se ne prende gioco, sia del tema che dei suoi appassionati. Detto in altro modo è come se qualcuno mi venisse a dire: "Ehi, smettila di credere in ciò a cui credi e concentrati sulla (nostra) realtà". 
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