venerdì 7 luglio 2017

Traditi dalla fretta #3

Sono trascorsi già due mesi dall'ultima volta che questa rubrica è apparsa qui sul blog. Due mesi che, non lo nascondo, sono stati piuttosto impegnativi per via di faccende che nulla hanno a che fare con il blog.
Se da una parte gli impegni lavorativi si sono ulteriormente moltiplicati, talvolta spingendomi lontano da casa in trasferte totalmente prive di senso, dall'altra c'è l'avvicinarsi inesorabile del mio compleanno che, quest'anno più che mai, mi getta nella depressione più nera.
I numeri tondi fanno sempre impressione. Me ne hanno fatta sin dal primo compleanno in doppia cifra, quel giorno ormai remoto in cui per la prima volta in vita mia realizzai che il tempo stava passando. E stavo compiendo solamente dieci anni. Non ho un ricordo ben preciso dei miei vent'anni, ma credo non sia andata così male. Più tragici furono i miei trenta, giunti in un momento della mia vita in cui per puro miracolo non stava finendo tutto nel cesso. L'arrivo degli "anta" mi colse più o meno alla sprovvista, ammortizzato da un contorno decisamente molto più promettente. Oggi altri dieci anni sono passati, e l'idea di dover tirare altre somme mi inquieta e non mi lascia dormire la notte.
Quale miglior momento quindi per spezzare questa angoscia e uscire con una nuova puntata di "Traditi dalla fretta"? A beneficio di coloro che non sanno ancora di cosa si tratta, posso semplificare il tutto dicendo che questa rubrica è una sorta di nodo al fazzoletto digitale, nella pratica la macchina del tempo che spero mi aiuti a recuperare il tempo perduto. L'idea di base l'ho ampiamente descritta nel "numero zero" introduttivo, mente la sua intelaiatura l'ho illustrata nel "numero uno". In questa puntata sarò però molto meno vario in ciò che presenterò, visto che saranno quasi tutte segnalazioni di cose succose in arrivo. Non ci resta che procedere.

In preparazione il più terrificante evento blogosferico dell'estate
NOTTE HORROR 2017

Anche quest'estate, come ormai è abitudine piuttosto consolidata, tornano gli appuntamenti del martedì con la Notte Horror in versione blogghesca.
A chi bazzica da queste parti solo da tempi recenti, posso dire che si tratta di un'iniziativa multi-blog che intende omaggiare quei meravigliosi appuntamenti che, negli anni Novanta, ci tenevano incollati ai teleschermi, ben sintonizzati su Italia 1.
Le Notti Horror televisive, che puntualmente si ripetevano ogni martedì d'estate, proponevano lunghe maratone di filmacci horror tra i più demenziali della storia ma, nonostante questo piccolo particolare, quegli appuntamenti sono rimasti impressi nell'immaginario di un'intera generazione.
Rievocare sul blog (su sedici blog, per la precisione) un pizzico di quel fascino perduto è cosa non da poco, ma ci proviamo, e mal che vada potremo dire di esserci divertiti.
La formula è molto semplice: due post ogni martedì, uno programmato alle ore 21:00, l'altro alle 23:00.
Tre semplici regole: 1) tassativamente horror; 2) preferibilmente tamarrata; 3) possibilmente anni 70-80-90.
Si inizia martedì 11 luglio proprio qui su Obsidian Mirror e si andrà avanti fino a fine agosto. Il programma ufficiale lo trovate qui a destra e sarà presto spammato in ogni dove. I link ai vari post saranno palesati di volta in volta, se avrete la pazienza di seguire la rassegna dall'inizio alla fine. Non mancate, mi raccomando!

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali
HEROES IN HAIKU

Matsuo Basho "Poems on Tanzaku paper"
Sono aperte sino al 5 settembre 2017 le iscrizioni al concorso HEROES IN HAIKU, organizzato dall’associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare col supporto del festival internazionale Lucca Comics & Games. 
HEROES IN HAIKU è un concorso gratuito. Possono partecipare tutte le composizioni formate dall’insieme di una fotografia e di un componimento poetico di ispirazione giapponese (l’haiku, appunto: un semplice componimento in tre versi). Il tema del concorso è “Heroes”, in linea col tema dell’edizione 2017 del festival di Lucca.
Con HEROES IN HAIKU l’associazione RiLL vuole festeggiare i propri venticinque anni di attività: una buona occasione per lanciare un nuovo concorso di argomento non strettamente letterario (diversamente dai concorsi Trofeo RiLL e SFIDA, entrambi rivolti ai racconti fantastici, che RiLL organizza rispettivamente dal 1994 e dal 2006).
Si può partecipare a HEROES IN HAIKU con una o più composizioni, sia in forma individuale (autore singolo) sia in forma collettiva (es. un autore per la fotografia, un autore per l’haiku). Le fotografie possono contenere sia soggetti inanimati sia soggetti umani (es. primi piani, figure intere, gruppi o singoli, in costume o no, riconoscibili o no). Tutte le fotografie e gli haiku inviati al concorso devono essere originali e di piena proprietà artistica degli autori partecipanti. Per maggiori informazioni su HEROES IN HAIKU si rimanda al bando di concorso e al sito di RiLL, che ospita una sezione ad hoc.

Libri che non mancherò di leggere ed eventualmente recensire sul blog 
ICILIO BIANCHI: IL FANTASTICO PERDUTO 

Una fanciulla indiana muore avvelenata da uno spasimante respinto. Un uomo è perseguitato dai nefasti poteri di uno sfavillante gioiello. La polizia indaga sull’oscuro omicidio del guardiano di un cimitero londinese. In un castello scozzese un vecchio professore vuole risolvere l’enigma della morte di una celebre attrice. In un angolo sperduto dell’India un crudele principe deve pagare le conseguenze delle sue scellerate azioni. A unire questo universo di gialli a tinte fantastiche c’è la penna tesa e sottile di Icilio Bianchi, autore della prima metà del Novecento di cui si sa pochissimo. Un mistero nel mistero, dunque, che Cliquot vuole svelare pubblicando questa raccolta di racconti apparsi per la prima volta nel 1907.
Icilio Bianchi (1890-19??) è stato giornalista e scrittore. Le uniche informazioni che si hanno di lui sono quelle che si desumono dalle testimonianze scritte che ha lasciato. Direttore di varie riviste di inizio Novecento come “La settimana illustrata”, “L’Attualità” e molte altre, fu corrispondente da Bruxelles per il “Corriere della Sera”, “Il Piccolo” e “Il Messaggero”, e corrispondente da Milano per il francese “Le Matin”. Scrisse diverse opere di narrativa gialla e per ragazzi.

Non ci crederete, ma avevo già sentito nominare anni fa questo Icilio Bianchi. Ne aveva fatto cenno Federico Foni nel suo fondamentale "Alla fiera dei mostri; racconti pulp, orrori e arcane fantasticherie nelle riviste italiane 1899-1932".
Non che fossi mai riuscito a leggere niente di suo, intendiamoci (impresa praticamente impossibile), ma se il suo nome mi era rimasto impresso fu certamente per via di quella buffa anglicizzazione della sua firma sui racconti (Ycil Withes, scritto proprio così). Quasi non riuscivo a credere alla notizia, di appena un paio di giorni fa, che la solita combriccola della Cliquot fosse riuscita a mettere le mani su quei racconti perduti e a riproporli, in tutto il loro splendore, dopo oltre un secolo di oblio.
Con la prefazione di Enrico Rulli (che da sola vale il prezzo dell'ebook) e le illustrazioni originali di Ottavio Rodella, il prossimo 18 luglio uscirà nella collana "Generi" questo attesissimo "I racconti della biblioteca fantastica", titolo che richiama quello storico settimanale milanese, diretto da Luigi Motta, che nel 1907 pubblicò i racconti di quel ragazzino di nome Icilio Bianchi. Ho usato l'aggettivo "storico" anche se in realtà quell'antico settimanale ebbe vita piuttosto breve (solo sedici numeri); un particolare, questo, che non fa che aumentare il valore di questo "recupero impossibile" da parte della piccola casa editrice. Se vi ho incuriosito, nei prossimi giorni tenete monitorato il sito di Cliquot e la loro pagina Facebook.

Libri che non mancherò di leggere ed eventualmente di recensire sul blog 
LA BESTIA DALLE CINQUE DITA

Altra incredibile chicca per gli amanti del fantastico d'antan è l'ultima proposta di Hypnos, che va a riesumare un nome sepolto nell'oblio, quello del britannico W.F. Harvey, autore specializzato in racconti brevi e macabri di cui il più celebre è probabilmente quello che dà il titolo alla raccolta. "La bestia dalle cinque dita", storia di una mano disincarnata che semina il terrore, fu anche lo spunto per un omonimo film del 1946 diretto da Robert Florey, regista francese conosciuto per "L'uomo senza volto" (1936) e per qualche sporadico episodio di "Ai confini della realtà".
L'arrivo di questo volume è naturalmente un'occasione unica per scoprire un nome mai prima d'ora tradotto in Italia. Chi ne fosse attirato lo può trovare sia in ebook che in cartaceo, anche attraverso il circuito di librerie Feltrinelli.
Quella che segue è la presentazione ufficiale della casa editrice, che copio e incollo spudoratamente.
È forse la superstizione ad aprire le porte del soprannaturale? È semplice sfortuna, o c'è qualcosa di più misterioso dietro l'inquietante presenza della signorina Cornelius? Siamo certi che solo nel cervello dell'uomo possa risiedere "lintelligenza"? E se la fine dei nostri giorni fosse già stata decisa, come ci comporteremmo? Ci sarà spazio anche per noi nell'Habeas Corpus Club? Tra inquietanti presenze femminili, giochi mortali, fantasmi che si annidano nell'ombra del tempo e divertissement letterari, l'inglese William F. Harvey ci conduce in un mondo in cui il mistero si annida dietro l'angolo, in una sorta di "gatto di Schrödinger" del soprannaturale. «La bestia dalle cinque dita» è il primo volume che appare in Italia dedicato a William Fryer Harvey, autore di storie di fantasmi, e contiene sedici storie del mistero e del soprannaturale, tra cui due classici del fantastico «Calura d'agosto» e «La bestia dalle cinque dita».
Inoltre, dalla postfazione di Claudio Di Vaio: “Il suo stile piano e privo di coloriture ben si adatta a una voce narrante che raramente il lettore percepisce come altra da sé e ciò consente all’elemento soprannaturale di permeare lo spazio del quotidiano in maniera quasi impercettibile. Molti dei racconti di Harvey terminano con una frase a effetto, sovente ironica, che equivale spesso a un anticlimax, quasi a voler chiudere il cerchio della storia, ingabbiando l’elemento irrazionale e fantastico e seminando il dubbio nella mente del lettore. […] La paura non abita più forme mostruose al di fuori di noi stessi, ma si nutre invece dei nostri timori e delle nostre fobie inconfessate, conferendo alla realtà che ci circonda il colore di un oscuro malessere.”

Libri che non mancherò di leggere ed eventualmente di recensire sul blog 
LA PAURA DI VINCENZO ABATE

La paura è una delle sensazioni più forti che ha accompagnato l'umanità fin dagli albori, una delle emozioni più concrete e potenti che l'autore ha cercato di riproporre con forza in queste pagine. "Paura" è una raccolta di racconti che toccano diversi generi ma che risultano, a un'attenta analisi più approfondita, una vera e propria dichiarazione di amore che l'autore fa nei confronti del genere horror. Prendendo spunto dai grandi maestri della letteratura dell'orrore, come Poe e Matheson, Vincenzo Abate ha tentato di portare su carta gli incubi che l'hanno sempre ossessionato fin da ragazzino. Spaventosi clown assassini, folli predicatori, strani culti segreti, oscure apparizioni notturne. "Paura" è un recipiente ricolmo di alcuni dei peggiori incubi che siano mai stati concepiti.
Vincenzo è una vecchia conoscenza qui sul blog. Ne avevamo parlato, se vi ricordate, più o meno un anno fa in occasione di quella mia vecchia recensione di un'altra sua raccolta di racconti intitolata "L'estraneo nello specchio".
Parecchia acqua è passata sotto i ponti da allora e la curiosità di capire come lo stile di Vincenzo si possa essere evoluto in questo lasso di tempo è per me praticamente invincibile. Se nella raccolta precedente mi ero divertito a passare sotto la lente d'ingrandimento i diciotto titoli, identificando in questo modo anche alcune piccole incertezze, erano ben evidenti le potenzialità a cui un po' di allenamento avrebbe potuto facilmente sopperire. L'attesa è stata lunga, le premesse ci sono... Cos'altro manca? Un salto su Amazon, per esempio...

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali
I FILM CHE NON VEDRETE MAI

Aldo Lado, sceneggiatore e regista nato a Fiume ma veneziano di adozione, ha realizzato un centinaio di lavori, tra cinema e televisione. Alcuni dei suoi film, ormai cult, vengono rieditati in molti Paesi e presentati in retrospettive. Da un paio di anni si dedica alla letteratura. Ha pubblicato dei racconti nell’antologia "Nuovi Delitti di Lago" e altri suoi romanzi sono in via di edizione. In questo libro ha raccolto una selezione di storie scritte per il cinema tra gli anni ’60 e i ’90 e mai arrivate sullo schermo. I film che non vedrete mai ripercorre quindi il succedersi dei generi che hanno caratterizzato la nostra cinematografia in quegli anni.
Questa è bella! Davvero Aldo Lado scrive libri? Personalmente l'ho scoperto solo pochi giorni fa, esattamente il 26 giugno 2017, data della presentazione di questo "I film che non vedrete mai". Evidentemente invece è proprio così, visto che la quarta di copertina accenna a romanzi e racconti scritti in tempi anche abbastanza recenti.
Non posso che essere lieto di questa nuova linfa che sgorga dal mitologico regista di capolavori assoluti come i gialli "La corta notte delle bambole di vetro" con Jean Sorel (1971) e "Chi l'ha vista morire?" con la piccola Nicoletta Elmi (1972), visti e rivisti decine di volte senza mai un attimo di noia... E che dire del suggestivo "Sepolta viva" (1973) con un'esordiente Agostina Belli, e del violentissimo "L'ultimo treno della notte" (1975) con Flavio Bucci? La sola idea che tanti film simili a quelli appena citati siano rimasti (e rimangano) incompiuti mi mette un'ansia che non so descrivere. A voi no? Se siete anche voi in ansia, vi suggerisco vivamente di andarlo a trovare su Facebook: potrete ascoltare la genesi de "I film che non vedrete mai" direttamente dalla sua viva voce!

20 commenti:

  1. Annoto le letture, magari in attesa delle tue impressioni. Al solito, il titolo Cliquot ispira moltissimo (come altri che hai precedentemente presentato) e adoro le copertine, ma proprio tanto!
    Bella l'idea haiku+fotografia! Concorso che va pubblicizzato :O

    Seguirò quanto posso la maratona cinefila, a partire dal tuo prossimo post... che poi, leggendo i titoli dei film nella "locandina", confesso di non averne visti moltissimi :P

    E per la cifra tonda che si avvicina, fai come me: io cerco di dimenticare la mia età, così non ho ansie di alcun tipo XD

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    1. Le copertine di Cliquot sono bellissime, ma io che ho uns scarsa inclinazione estetica continuo a preferire il contenuto ^_^
      Dimenticare l'età è un buon suggerimento, ma con tutti questi social che non fanno altro che segnalare compleanni diventa sempre più difficile...

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  2. Tutti spunti interessanti, dovresti farti tradire dalla fretta più spesso :-D
    Foto-haiku ogni tanto ne ho creati, ho anche partecipato infruttuosamente a un programma apposito di NHK, forse ci proverò anche con questo di RILL.
    A proposito del "traguardo" che ti deprime, io sono abbastanza vicino. Ho deciso di provare a impostare un post basato sull'idea di Marco Lazzara (un fatto per ogni anno della propria vita) pensando che sarebbe stato come ingoiare del veleno per puro senso di autolesionismo, invece posso dirti che alla fine è stato quasi terapeutico e infatti lo posterò la prossima settimana. Che dirti, potresti fare un tentativo, anche privatamente e senza postarlo se non ottieni il risultato "scacciapaura" che ho avuto io ;-)

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    1. Sì, mi ricordo che avevi già parlato di Haiku tempo fa sul tuo blog... questo concorso sembra proprio tagliato su misura per te.
      L'idea di Marco è simpatica e ammetto di averci anche pensato. Purtroppo non riesco proprio a indicare qualcosa di rilevante per tutti gli anni della mia vita.. una volta identificati gli anni di inizio scuola, fine scuola, fidanzamenti e riti vari, rimangono sempre troppo buchi.

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  3. Manca poco, pochi giorni, non vedo l'ora di leggere e ri-partecipare ;)

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    1. Manca praticamente un giorno solo... e come al solito sono con l'acqua alla gola per via dei tempi strettissimi. Vedremo comunque di arrivare puntuali!

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  4. Di Aldo Lado devo assolutamente recuperare "Sepolta viva" che non vedo dal 1973 (!). Hai fatto benissimo a ricordarmelo. Il libro non credo che lo leggerò... leggere di buoni film progettati ma non realizzati mi mette sempre una certa tristezza.

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    1. Mi stai dicendo che hai visto "Sepolta viva" al cinema? Wow!
      Sulla tristezza del leggere progetti mai realizzati la penso come te, ma la mia curiosità continua a remare contro...

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    2. Nel periodo dai 12 ai 18 ho visto quasi un film al giorno nelle tre sale (di allora) della mia cittadina. Poi, diventato maggiorenne, ho smesso perché non c'era più gusto a vedere film vietati ai minori ;D

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  5. Ci sono qui propositi per almeno altri tre blog: quand'è che ti espandi? :-P
    Scherzi a parte, complimenti per tutti gli ottimi spunti che ti appresti a seguire: non riesco mai a partecipare alla Notte Horror anche perché la faccio in pratica quasi sempre: le regole del ciclo coprono in pratica metà dei post del mio Zinefilo! :-D Però pubblicizzerò e linkerò.
    "Il mistero delle cinque dita" è un racconto lungo eccezionale che ti consiglio caldamente: l'ho letto da ragazzo e mi è rimasto dentro. Il film è parecchio diverso ma bello a modo suo, e lo cito nel mio "Le mani di Madian": nel mio romanzo c'è spazio per chiunque abbia parlato di mani monche! (E così la marchetta è piazzata :-P )
    Aspetto l'inizio di questo tuo viaggio.

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    1. Ecco, se avevo delle riserve sul "Mistero delle cinque dita", ora me le hai dissolte del tutto! Pazzesco! Riuscirò mai un giorno a scrivere di un libro che non conosci? Mah.. ^_^
      Altri tre blog? Mi basterebbe questo, se solo avessi la capacità di stargli dietro più attivamente di quanto non faccia adesso...
      E poi comunque Obsploitation è ancora là! Chissà mai che un giorno...

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  6. Quanti spunti interessanti! Seguirò la maratona

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  7. La Notte Horror non avrebbe senso se non ci fossero così tante adesioni. La tua scelta, tra tutte, mi pare poi la più tamarra!

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  8. A dispetto della mia evoluzione, ho visto molti di quei film horror. Sarò curiosa di sentirne riparlare.
    Gli "anta" di cui parli tu si avvicinano pericolosamente anche per me: fra un paio di anni ne riparliamo. 😉

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    1. Beh, a dispetto della via evoluzione di quei film non ne ho visti nemmeno la metà ^_^
      Un paio d'anni? Ma sono un'eternità! Ah, che invidia!

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  9. A me danno più fastidio i numeri precedenti agli "anta", come 29, 39, 49 ecc. come se non riuscissero a decidersi di fare il grande salto. O forse per il fatto che sono una precisina. ;)

    Per quanto riguarda le tue proposte narrative, mi attira moltissimo I racconti della biblioteca fantastica e il giallo sull'autore contribuisce al mistero, un po' come il caso di Ettore Maiorana. E il film Sepolta viva con Agostina Belli me lo ricordo ancora adesso, con la torre e l'acqua che entrava...

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    1. Gli anni che finiscono con il 9 per me non esistono: ormai è un anno che ragiono sulla cifra tonda. Anch'io di Sepolta viva mi ricordo essenzialmente di quella scena. Un'angoscia!

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