Ogni estate, in questo periodo, arriva il momento di razzolare in fondo a un barile per vedere di recuperare qualche idea decente per la rassegna "Notte Horror", la più longeva iniziativa blogghesca che, ormai da sette anni a questa parte, infesta i palcoscenici virtuali di una ventina di blog qua intorno.
Un manipolo di scappati di casa, ogni martedì sera, razzola nello stesso contenitore con risultati alterni, spostando l'attenzione ora su un film cult anni Settanta, ora su una tamarrata anni Ottanta.
The Obsidian Mirror quest'anno cerca di sorpassare tutti da destra pescando qualcosa che va ben oltre la tamarrata fine a se stessa, e lo fa con la serenità di chi è consapevole che, per quanto ripugnante possa essere un film, ce ne sarà sempre uno, da qualche parte, che lo sarà di più.
Usare l'aggettivo ripugnante per “Gutterballs” (Canada, 2008) non è in realtà corretto: sarebbe stato molto più onesto da parte mia definirlo semplicemente "osceno" (scegliete voi quale sfumatura dare al termine), il che, a conti fatti, potrebbe essere stata effettivamente l'intenzione di Ryan Nicholson, specialista in make-up ed effetti speciali per produzioni anche importanti (“Final Destination”, “The Chronicles of Riddick”) ma con il pallino del cinema estremo, con il quale si è dilettato, nelle vesti di regista, fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta solo pochi mesi fa alla risibile età di 47 anni.