Ogni estate, in questo periodo, arriva il momento di razzolare in fondo a un barile per vedere di recuperare qualche idea decente per la rassegna "Notte Horror", la più longeva iniziativa blogghesca che, ormai da sette anni a questa parte, infesta i palcoscenici virtuali di una ventina di blog qua intorno.
Un manipolo di scappati di casa, ogni martedì sera, razzola nello stesso contenitore con risultati alterni, spostando l'attenzione ora su un film cult anni Settanta, ora su una tamarrata anni Ottanta.
The Obsidian Mirror quest'anno cerca di sorpassare tutti da destra pescando qualcosa che va ben oltre la tamarrata fine a se stessa, e lo fa con la serenità di chi è consapevole che, per quanto ripugnante possa essere un film, ce ne sarà sempre uno, da qualche parte, che lo sarà di più.
Usare l'aggettivo ripugnante per “Gutterballs” (Canada, 2008) non è in realtà corretto: sarebbe stato molto più onesto da parte mia definirlo semplicemente "osceno" (scegliete voi quale sfumatura dare al termine), il che, a conti fatti, potrebbe essere stata effettivamente l'intenzione di Ryan Nicholson, specialista in make-up ed effetti speciali per produzioni anche importanti (“Final Destination”, “The Chronicles of Riddick”) ma con il pallino del cinema estremo, con il quale si è dilettato, nelle vesti di regista, fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta solo pochi mesi fa alla risibile età di 47 anni.
Un omaggio al cinema slasher del periodo d'oro, come suggerisce nemmeno troppo velatamente l'immagine della locandina (dove anche quello slogan, qui con un retrogusto hard, riporta alla mente il "The Night He Came Home" di carpenteriana memoria), è questo “Gutterballs”, recuperato non so come e non so quando per una comoda visione casalinga addolcita da popcorn e bevande gassate (che mi sarebbero ahimè andate poi di traverso).
Levati dalle palle, Michael Myers, perché il Bowling Bag Killer (BBK) di “Gutterballs”, un improbabile assassino con una borsa di cuoio calata sulla capoccia, sembra essere ancora più violento e inarrestabile di te!
Ammetto che è stata l'idea di un film slasher ambientato in una pista da bowling ad attirarmi, così come mi ha affascinato l'idea di birilli e palle da bowling usati dal killer per far strage di ragazzotti idioti ivi intrappolati senza via di scampo.
Gli ingredienti per far esultare lo spettatore quindicenne medio sono già tutti lì. E se ancora non siete convinti, le probabilità di vedersi servire come extra un tripudio di tette, del buon linguaggio esplicito e i più sacrosanti cliché horror sono molto alte. Alla prova dei fatti il linguaggio non delude le aspettative: “Gutterballs” si posiziona al quarto posto assoluto, nella storia del cinema, tra i film in cui la parola fuck è pronunciata più volte (516, secondo la wikipedia inglese).
Cliché, anche quelli, grazie a Dio non ne mancano (e aggiungi che un po’ tutto lo sviluppo del film è abbastanza prevedibile, identità del killer inclusa). A proposito di tette, beh, qui invece si va ben oltre, anche troppo oltre, oserei dire. E non mi limito a parlare del fatto che in “Gutterballs” vengono palesati primi piani di anatomie maschili e femminili in piena attività (le prime, per la verità, troppo gommose per esser vere), quanto per una scena di stupro che rivaleggia per ferocia con quella vista in “Irréversible” di Gaspar Noé.
Voi tutti sapete bene, se vi è capitato di leggere questo blog in passato, che raramente il sottoscritto si tira indietro di fronte al cinema cosiddetto “estremo”, ma in questo caso non ho potuto trattenermi dal varcare in uscita la soglia della stanza, travolto da un bisogno impellente di farmi una doccia. E poi un minuto, o anche due, andrebbero bene, ma una scena del genere che si dilunga per dieci o quindici minuti (non li ho cronometrati perché, come detto, ero in doccia) mi sembra davvero troppo. “Gutterballs”, in parole povere, trascende i massimi livelli di disagio: ricordatevene, la prossima volta che vi verrà voglia di criticare “A Serbian Film”.
Ma per quanto possa essere feroce un “rape”, ancora più feroce è il “revenge” messo in scena dal buon Ryan Nicholson. Il Bowling Bag Killer, palesemente intenzionato a pareggiare il conto con ciò che era accaduto su un tavolo da biliardo la notte precedente, inizia a macellare indistintamente tutti i presenti, partendo naturalmente da quei poveracci che non c’entrano un ca##o, da coloro che addirittura nemmeno c’erano e, se c’erano, dormivano: occhi strappati, parti intime mutilate, teste scarnificate… non vado oltre con l’elenco perché vorrei avervi ancora tutti qui alla fine del post.
In tale bolgia infernale, vale solo la pena citare il doppio soffocamento di una coppia indaffarata in un 69 sul pavimento pisciato del cesso. Morire di fellatio e di cunnilingus, al di là della location specifica scelta per questa scena, non è affatto un brutto modo di tirare le cuoia….
Il macello prosegue: poco male, visto che non c'è un solo personaggio che sia anche vagamente simpatico, divertente o interessante in questo film. E questo, se vogliamo, è proprio il punto debole di “Gutterballs”, considerato che in qualsiasi slasher che si rispetti dovrebbe esserci sempre un protagonista, spesso una final girl, per cui tifare. Non importa quanto siano cani gli attori (questo me lo aspetto e, anzi, me lo auspico), ma arrivare a sperare che il killer faccia fuori tutti alla svelta non è un buon segnale. Invece no, nessuno muore abbastanza alla svelta.
Al di là dei gusti personali e di ogni pretesa artistica, il compianto Ryan Nicholson (autore di altre pellicole durissime come “Torched”, “Live Feed”, “Hanger” e “Collar”) ha fatto tutto sommato un buon lavoro nell’allestire questo slasher dal sapore tipicamente anni Ottanta, riuscendo a catturare quell'autentica atmosfera vintage satura di musica da discoteca, gonne molto corte e diluvi di chiacchere. Il tutto giocando sul filo della rappresentabilità dell’hard che, in taluni momenti, sembra quasi sfuggirgli di mano. La scelta di dare all’opera un retrogusto malato potrebbe essere sotto certi punti di vista discutibile, ma è innegabile che quello sia lo stile del regista e sta a noi decidere se usufruire o meno del prodotto.
Perché ho scelto di parlare oggi di questo film? Credo che, scena dello stupro a parte, possa essere una gustosa esperienza per chi ama il genere. Lo splatter è dosato al bilancino e non eccede più di quanto si possa oggettivamente preventivare… e mi riferisco alla versione uncut da 96’ a cui io ho avuto la fortuna di assistere (circola anche una versione edulcorata priva di circa venti minuti di girato).
A mente fredda riesco anche a considerarlo divertente anche se, ma questo mi capita con quasi tutti i film che vedo, dubito di poter dedicare a “Gutterballs” altro tempo della mia vita in futuro. Mi piacerebbe piuttosto riuscire a recuperare alcuni dei lavori meno noti del regista, giusto per capire se l’episodio di cui abbiamo parlato oggi costituisca il vertice della sua capacità di espressione. Certamente “Gutterballs” è al vertice della sua filmografia, per essere stato in grado di raggiungere un vasto pubblico e, forse insperatamente, ottenere un giudizio critico tutt’altro che spietato.
Prima di congedarmi ricordo che il post di oggi è parte del progetto "Notte Horror 2020", presentato qualche settimana fa qui. Hanno partecipato sino ad ora La Bara Volante, Kings of Horror, Il Zinefilo e White Russian. Tra un paio d'ore le trasmissioni riprenderanno su La Fabbrica dei Sogni. Da lì in avanti fate riferimento al programma pubblicato nella colonna di destra.
Detto questo, "The Obsidian Mirror" va in vacanza. qualche settimana. L'appuntamento è per il 20 agosto con un post di riapertura dedicato al 130° anniversario della nascita di Lovecraft. Buone vacanze a tutti! A presto!
Prima di congedarmi ricordo che il post di oggi è parte del progetto "Notte Horror 2020", presentato qualche settimana fa qui. Hanno partecipato sino ad ora La Bara Volante, Kings of Horror, Il Zinefilo e White Russian. Tra un paio d'ore le trasmissioni riprenderanno su La Fabbrica dei Sogni. Da lì in avanti fate riferimento al programma pubblicato nella colonna di destra.
Detto questo, "The Obsidian Mirror" va in vacanza. qualche settimana. L'appuntamento è per il 20 agosto con un post di riapertura dedicato al 130° anniversario della nascita di Lovecraft. Buone vacanze a tutti! A presto!
Lo metto nell'elenco dei film di cui consigliare la visione a chi mi sta poco simpatico :-D
RispondiEliminaCattiveria pura!
EliminaIo sono senza parole. Non lo conoscevo neppure. Ma lo so che diverrà il fulcro di qualche futuro, trucido On Demand XD
RispondiEliminaNon me lo ripetere due volte, potresti essere esaudita!
EliminaNon voglio criticare le scelte artistiche del regista, ma un conto è lo stupro de "L'ultimo treno della notte", che è scena fondamentale per poter poi capire la seconda parte del film, ma in un film che mi sembra fatto più per essere un divertissement, non c'era bisogno di indugiare così a lungo su quella scena...
RispondiEliminaNel genere cosiddetto "Rape and Revenge" lo strupro è un passaggio chiave. Spesso quel momento viene ben curato, nella consapevolezza che si tratta di un momento piuttosto delicato, altre volte viene lasciato un po' in sottofondo, altre volte, come in questo caso, diventa l'esternazione di qualcosa di veramente malato.
EliminaLo stupro sul grande schermo non lascia mai indifferenti. Quello di "Avere vent'anni" se vuoi è ancora più crudo ma perlomeno Fernando Di Leo non ha insistito per quindici minuti. Non avrebbe avuto senso e il suo film, altrimenti, non sarebbe diventato il cult che è diventato.
Buone vacanze a te e a Simona e al blog nel frattempo.
RispondiEliminaGrazie! Ci ritroviamo più avanti! Buone vacanze!
EliminaAdoro la Notte Horror perchè, da INesperto, mi faccio una cultura... complimenti per la recensione. E buone vacanze!!
RispondiEliminaCultura? Non vedo cultura nel post di oggi. A meno che il tuo sia un discorso del tipo "se lo conosci lo eviti"...
EliminaMi sorprendo sempre quanto tu o l'etrusco, notoriamente anni luce avanti, mi confessate di non aver visto qualcosa di cui io ho parlato.
RispondiEliminaQuesto film, per la cronaca, si è meritato anche un sequel:
"Gutterballs 2: Balls Deep", sempre diretto da Ryan Nicholson
Devo vedere questo film...
RispondiEliminaNon c’è nulla che ti trattiene! ^_^
EliminaQuesto è proprio... pesante. Uncut hardcore blood edition!
RispondiEliminaNon è nemmeno la peggior cosa che ho visto e recensito....
EliminaSi scoprono sempre piccole chicche, ecco perché adoro la Notte Horror ;)
RispondiEliminaÈ il bello di andare a frugare negli angoli bui...
EliminaMa pensa cosa sei andato a trovare!!! Con una recensione del genere devo assolutamente vedermi questo film, il cui titolo immagino sia una presa in giro del ben più innocuo "Meatballs" (1979) con Bill Murray (da noi, "Polpette").
RispondiEliminaBuone vacanze e se becchi altre cicche facci sapere ^_^
Credo che l’assonanza tra i due titoli sia puramente casuale. Gutter significa grondaia e immagino che in questo contesto si riferisca ai due corridoi laterali della pista da bowling, quella dove ti finisce la palla quando tiri da schifo.
Eliminanon credo di potercela fare, visto quello che dici della scena di stupro... e poi se non ci sono personaggi per cui parteggiare diventa troppo difficile! cmq che chicca! :D
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