mercoledì 26 agosto 2020

Orizzonti del reale (Pt.24)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Con le mie divagazioni e con la chiusa dello scorso post devo aver dato l’impressione che non ci sia più un granché da dire a proposito di “The Politics of Ecstasy”, ma in realtà non è così. Diciamo che pagina dopo pagina il libro diventa più scorrevole e dà l’occasione per fare qualche altra riflessione, il che richiederà il ricollegarsi (di nuovo) ad altri scritti di Leary. È il caso delle due interviste riportate nei capitoli 7 e 11, rilasciate nel 1966 a Playboy e al Realist e pubblicate nelle rispettive edizioni di settembre. 
A mio parere sono entrambe interessanti ma la prima delle due, per due motivi, è anche molto controversa. Il primo motivo riguarda il punto dove Leary definisce l’LSD, oltre che una sorta di panacea per impotenza e frigidità, una cura per l’omosessualità, all’apparenza basandosi su quanto detto da Allen Ginsberg a proposito del fatto di aver cambiato orientamento sessuale dopo aver preso a fare sedute regolari di LSD. Un’affermazione che resta lì, come incisa sulla pietra, ma che ebbe modo di rimangiarsi qualche anno più tardi. Prendiamo ad esempio ciò che scrisse, nel 1988, in “Musings on Human Metamorphoses”:
“Poiché l'omosessualità ha sempre fatto parte di ogni società, bisogna presumere che ci sia qualcosa di necessario, corretto e valido – di geneticamente naturale – in essa. […] In chimica, devi studiare gli elementi di base prima di poter ottenere le giuste combinazioni e creare le forme che desideri. Non puoi imporre ai prodotti chimici qualcosa che non vogliono. L'idrogeno è laggiù, già pronto per essere combinato con l'ossigeno. Il sodio implora il cloruro.” 
E più avanti:
Ci si può aspettare che la polemica sui gay si surriscaldi in un periodo di pre-migrazione. È un problema temporaneo. Quando potremo vivere per 500 anni, i bambini cresceranno sapendo di avere infinite opzioni per i mondi del futuro. [...] Sempre più gay diventeranno genitori meravigliosi quando ci renderemo conto che la genitorialità è una fase intensa, ma molto breve da attraversare.” 
Non vi sarà sfuggito l’accenno a una pre-migrazione, che presuppone una successiva migrazione… Forse il discorso sarà più chiaro se aggiungo che il citato “Musings on Human Metamorphoses” espone l’idea che quelli che Leary chiama circuiti di sviluppo umano, e che descrive come una sorta di sistema di "caste", hanno una base genetica ma non sono permanenti: ogni tanto qualche individuo "speciale", che grazie alle droghe sviluppa il libero pensiero e si affranca dal moderno circuito casa-chiesa-lavoro (uso parole mie, tanto per rendere l'idea), riesce ad accedere a un circuito così alto che sfocia in una nuova "casta"; in quel momento avviene una mutazione e, di mutazione in mutazione, l’umanità giungerà al vero progresso. Leary immagina un futuro in cui l’uomo grazie alla tecnologia potrà raggiungere le stelle e abitare altri mondi: come tutti i suoi libri, anche questo è visionario e utopistico. Anche troppo, forse. Comunque, il primo passo che ho citato, quello che menziona gli elementi chimici, riprende un concetto già espresso da Leary all’inizio degli anni Settanta, quando cominciò ad auspicare una libera “indeterminatezza di genere”, ovvero l’androginia, come un modo per esplorare le potenzialità latenti dell’individuo durante il cammino interiore verso l’evoluzione reso possibile dall’LSD. La metafora chimica sembra proprio un tentativo di porsi sulla scia della teoria alchemica che riguarda la creazione dell’androgino: la trasformazione della “materia prima” che giace latente, gli opposti (zolfo e mercurio, sole e luna, maschio e femmina) uniti dalla fiamma del fuoco. Vediamo infatti quanto scriveva, già nel 1973, in “Neurologic” (come ricorderete, ho già accennato a questo libro la scorsa volta). La prima citazione che vi propongo è tratta dal IV capitolo, che è dedicato al quarto circuito, quello “socio-sessuale”: 
“Il bambino è pronto ad imparare qualsiasi lingua, gestire qualsiasi tentativo di manipolazione, ricoprire qualsiasi ruolo sessuale, ma diventa rigidamente fissato ad accettare, seguire, imitare le ristrette offerte della comunità di cui casualmente si trova a far parte."
Più avanti, il VI capitolo (The Ecstasy circuit) recita:
“Crediamo (e questo è un basico giudizio di valore ontologico) che il panorama simultaneo, accelerato, in continua evoluzione dei segnali neurologici possa essere bilanciato solo dalla posizione giroscopica del legame maschio-femmina, a tutti i livelli, ma in particolare al Circuito Cinque [rapture, NdT]. Senza la solida connessione dello scambio dei sensi e della comunicazione somatica (l’amore), il Circuito Sei [ecstasy] sperimenta tutta la realtà come una ronzante confusione di milioni di messaggi casuali. È necessario un legame d'amore erotico ed estetico per evitare che il corpo diventi un giocattolo di plastica a batteria, e i circuiti inferiori le pedine di un gioco da tavola. Il legame fondato sulla fiducia, l’umorismo, la bellezza erotica transessuale è l'unica piattaforma da cui la ricerca di un'autocoscienza superiore può essere avviata. L’acid freak solitario, isolato, blaterante dell’era elettronica è l’inevitabile risultato dell’entrare nel circuito da solo.” 
In parole povere, la fluidità di genere dovrebbe proteggere il consumatore abituale dalle insidie di un uso massiccio e continuato di droghe.
Non siamo tanto lontani da quanto espresso da James Hillman a proposito dell’isteria come conseguenza diretta di una rigida identificazione e divisione tra i sessi. Non solo, credo che la scelta del termine “giroscopica” sia molto interessante. Come sappiamo, un giroscopio non è altro che un dispositivo che ruota attorno al suo asse. Per la tradizione indiana, anche nel corpo umano esiste una sorta di asse, in questo caso energetica. Tramite i nervi astrali (nadi) scorrono l’energia lunare, femminile, e quella solare, maschile. D’altra parte, l’androginizzazione rituale è presente in innumerevoli forme di sciamanesimo e Leary, che aveva preso i funghi da una curandera, ne era evidentemente ben consapevole.

Purtroppo, a parte la scrittura al solito molto suggestiva, anche “Neurologic” presenta diversi punti controversi, dai dati scientifici piuttosto opinabili a un’ipotesi di sapore “complottista” (*): il messaggio contenuto nel DNA potrebbe essere stato impiantato dentro di noi da delle entità di intelligenza superiore provenienti da altri sistemi solari, all'interno o al di fuori della nostra galassia. Queste entità avrebbero programmato anche la sua evoluzione per indicarci la via che l’umanità dovrà seguire: quella della migrazione dalla Terra verso lo spazio. Un modo un po’ estremo (e un po’ più letterale di quello indicato in “The Politics of Ecstasy”) di uscire dal “piano”, non c’è che dire.
Ma passiamo oltre: per quanto mi piacerebbe farlo, sarebbe assurdo pensare di poter parlare nel dettaglio di tutti i suoi libri, se pure limitandosi a quelli da me letti (che sono una minima parte). 
Il secondo, controverso punto nell’intervista a Playboy è la risposta che Leary fornisce all’intervistatore che lo interroga a proposito dell’incursione avvenuta in aprile nella sua tenuta di Millbrook durante la quale, dopo cinque ore di perquisizione, vennero arrestate quattro persone: un fotografo e un religioso indù e sua moglie, che si presumeva fossero in possesso di marijuana, e, in quanto proprietario della casa, lo stesso Leary.
“Sabato 16 aprile erano presenti nel nostro centro di Millbrook 29 adulti e 12 bambini. […] All'una e trenta del mattino, tutti gli ospiti eccetto tre si erano ritirati. Io ero a letto. Mio figlio e un suo amico erano nella stessa stanza che mi parlavano di una tesina che mio figlio stava scrivendo. Abbiamo sentito un rumore provenire da fuori, nel corridoio. Mio figlio aprì la porta, la sbatté e disse: "Wow, papà, ci sono circa 50 poliziotti là fuori!". Saltai giù dal letto e mi trovavo al centro della stanza quando la porta si spalancò e due sceriffi in uniforme e due assistenti distrettuali entrarono e mi intimarono di non muovermi. Indossavo solo la parte superiore del pigiama. Uno degli sceriffi dichiarò poi alla stampa che il gruppo d’assalto aveva trovato la maggior parte degli occupanti della casa semisvestiti - il che sembra piuttosto disgustoso, finché non ti rendi conto che quasi tutti nella casa erano a letto addormentati al momento del raid. Dopo lo shock iniziale derivante dal trovare uomini armati e in uniforme nelle nostre camere da letto, tutti i miei ospiti reagirono con pazienza, umorismo e tolleranza a cinque ore di prigionia. I membri del gruppo di assalto, invece, erano molto nervosi. È ovvio che avevano in mente qualche fantasia alla James Bond su un assalto a qualche quartier generale di Smersh orientali, ed erano estremamente nervosi mentre cercavano l'intera casa. Un aspetto interessante è che tutte le donne presenti vennero spogliate e perquisite. [...]” (**)
L’FBI cerca di portare a processo Leary a seguito di questo raid, ma senza esito: il tutto si rivela una grossa bolla di sapone. Questo mi ricorda che forse è arrivato il momento che io torni a parlare della storia personale di Leary, che come avrete intuito si intreccia alle sue vicende giudiziarie, ma non prima di aver accennato alla questione più spinosa affrontata in “The Politics of Ecstasy”, ovvero quella che negli anni a venire diverrà nota come la “controversia psichedelica”.

(*) Come già accennato la scorsa volta, con “Exo-Psychology” (1977) Leary sviluppò una teoria di 8 livelli o circuiti dati all’umanità da un’intelligenza sita in strutture nucleari/gravitazionali interstellari, 4 dei quali vengono acquisite naturalmente nelle fasi di transizione della vita (pubertà, ecc.) e 4 sono livelli “futuri” legati alle fasi dell’evoluzione dell’uomo (anche tramite la meditazione o lo yoga)  
(**) Come quelle precedenti, anche questa traduzione è mia. Sono traduzioni abbastanza letterali, me ne rendo conto, ma in fondo mi importava solo rendere il senso, e pazienza se l’italiano non suona così bene. Se poi avrete mai l’occasione di leggere Leary in inglese, vi accorgerete che ha uno stile un po’ particolare.



6 commenti:

  1. Certamente un personaggio singolare questo Leary. Alcune delle sue affermazioni sono condivisibili (è ovvio che un bambino riceve un imprinting dalla comunità in cui nasce) ma al tempo stesso creare dei "teoremi" su questi concetti non scientifici è assai aleatorio. L'essere umano è talmente imprevedibile che sfugge a ogni possibile classificazione basata sul concetto fisico di causa-effetto.

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    1. Tante teorie, che si basano su osservazioni a campione, si rivelano errate. Basti pensare a Freud secondo il quale tutto si poteva ricondurre a desideri inconsci legati alla sfera sessuale.

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    2. Oddio, io non sono così scettico riguardo le idee di Freud...
      Forse sono un pervertito inconsapevole ;-)

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    3. Diciamo che nella fretta mi sono espresso in maniera un po' drastica: intendevo dire che secondo me sono molte le teorie, anche molto diffuse, le cui premesse sono spesso opinabili (dato che si parla di umanità, gli assoluti sono difficili da provare: per dimostrare una teoria si esamina una parte di umanità tralasciandone per forza di cose un'altra). Che poi le teorie di Freud siano errate è una mia opinione e come tale va presa. Lungi da me darti del pervertito (quello lo lascio eventualmente ai lettori delle "strisce" sul tuo blog). X:D

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    4. Quindi tu puoi se vuoi :-D
      Comunque non mi offenderei, da ragazzo adoravo il personaggio di Ataru Moroboshi. Adesso, vista l'età, potrei essere più Happosai ;-)

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