La cosa orribile dei Due Minuti d'Odio era che nessuno veniva obbligato a recitare. Evitare di farsi coinvolgere era infatti impossibile. Un'estasi orrenda, indotta da un misto di paura e di sordo rancore, un desiderio di uccidere, di torturare, di spaccare facce a martellate, sembrava attraversare come una corrente elettrica tutte le persone lì raccolte, trasformando il singolo individuo, anche contro la sua volontà, in un folle urlante, il volto alterato da smorfie. E tuttavia, la rabbia che ognuno provava costituiva un'emozione astratta, indiretta, che era possibile spostare da un oggetto all'altro come una fiamma ossidrica.
– George Orwell
Altre volte in passato, iniziando a scrivere queste poche righe che fungono da preambolo a una nuova puntata di "Traditi dalla fretta", mi sono lasciato andare a commenti sulle vicende del mondo. Non sarà questo il caso, e non perché non ci siano cose da dire. Semplicemente perché lo trovo inutile e quanto mai dannoso. Parlerò invece del blog in generale e di come, nonostante le recenti e ripetute intenzioni di chiusura, continua ad andare avanti per la sua strada, quasi ignaro delle pulsioni autodistruttive del suo blogger. Dopo tanto tempo, sono finito addirittura per farmi coinvolgere in iniziative come quella recente dedicata a Nosferatu, giusto per dirne una, e continuo a farmi venire in mente cose che, con il giusto senso critico, probabilmente non si realizzeranno. Ma il lavoro del blogger è anche questo, vivere alla giornata e procedere un post dopo l'altro finché è consentito.