Credo di non andare molto lontano dalla verità se mi azzardo a dire che nella maggior parte delle
librerie “casalinghe”, o perlomeno in quelle degne di questo nome, è presente una raccolta di
racconti di Prosper Mérimée. Magari la vostra è una vecchia edizione da edicola, o magari
qualcosa di recuperato su una bancarella dell’usato, una di quelle bancarelle dove i libri si
comprano un tanto al chilo e non si fa nemmeno mai troppo caso ai titoli, perché in certe occasioni
conta più la quantità che la qualità. Nella mia libreria giace per esempio, impolverata dagli anni,
un’edizione piuttosto povera targata “L’unità / Einaudi” della novella “Carmen”, alla quale lo
scrittore francese, con la complicità della celebre trasposizione musicale di Bizet, deve senza
ombra di dubbio la sua fama universale. Quella mia vecchia edizione, ristampa parziale della
mitologica collana “Centopagine” curata nel 1971 da Italo Calvino, include, oltre al racconto messo
in evidenza dal titolo, anche “Il vaso etrusco”, “Le anime del purgatorio” e l’immancabile “La venere
d’Ille”, probabilmente uno dei titoli più abusati della sua vasta produzione. Intendiamoci, io amo
profondamente la “Vénus”, la cui lettura ancor’oggi mi fa venire la pelle d’oca, ma ho visto in giro
troppe antologie spudoratamente intitolate “La venere d’Ille e altri racconti” per non provare ormai
un vago senso di fastidio.
lunedì 25 novembre 2024
lunedì 18 novembre 2024
Jans deve morire
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Anna Seghers,
Letteratura
Come forse già saprete, alcuni fanno risalire l’etimologia della parola amore ad a-mors, dove la a
privativa nega la parola che segue: amore, quindi, vorrebbe dire “senza morte”. Non importa ora stabilire
quanto questa interpretazione sia corretta o verosimile, ma bisogna ammettere che è convincente, perfino
invitante, perché ognuno di noi sa, intuitivamente, che l’amore può sconfiggere la morte, che dove c’è
amore non c’è morte e viceversa.
Purtroppo, come nel libro di cui vi parlo oggi, l’equazione funziona
anche al contrario: l’amore negato porta la morte nel cuore e, spesso, anche nel corpo.
“Jans deve morire” (Jans muß sterben), è il titolo di un racconto del 1925 di Anna Seghers (1900-1983)
ed è anche la frase che una madre, Marie, mormora quando suo figlio Jans si ammala di una malattia che
sembra lasciargli poche possibilità di guarigione.
A quelle fatidiche parole (fatidiche in senso letterale:
premonitrici, profetiche), il padre, Martin Jansen, s’indigna, ma è un sentimento fuggevole che lascia
presto il posto a una prematura rassegnazione. Sarebbe forse comprensibile (ma anche no) se solo Jans
non avesse appena sette anni e non fosse stato, fino al giorno prima, un bimbo sano e robusto impegnato
in cose da bambini, tra la scuola e i giochi nei pressi del ponte sul fiume attiguo; ora è invece uno spettro
che vegeta prima nel suo letto, poi su una poltrona accanto alla finestra, raggrinzito e rattrappito come un
vecchio.
lunedì 11 novembre 2024
Del Fantastico Sublime - Teorie e sguardi sull’Arte dei Maestri della letteratura Immaginifica
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Lorenzo Nicotra,
Massimiliano Ruzzante,
Saggistica
Prepariamoci alla nascita di una nuova morbosa superstizione! È ora che i fantasmi, o
comunque li si voglia chiamare, prendano il comando e diano inizio a un regno di terrore!
(Fritz Leiber Jr., “Smoke Ghost”)
Fermi tutti! Questa non è la solita segnalazione. E non è nemmeno una recensione, visto che l'articolo è disponibile su Amazon solo da poche ore e, proprio per questo, chi scrive non ha avuto nemmeno il tempo materiale per completare l'ordine e riceverlo in tempo per il post di questa mattina (figuriamoci per leggerlo, elaborarlo e recensirlo).
È una segnalazione, questo sì, ma non la solita, altrimenti l'avrei affogata in una qualsiasi delle puntate di Traditi dalla fretta. La particolarità di "Del fantastico sublime" è che da qualche parte, al suo interno, c'è la mia firma.
Autopromozione? In un certo senso sì, ma non da un punto di vista meramente economico (non mi viene ovviamente in tasca nulla se lo comprate): mi auguro possa riuscire a dirottare l'attenzione di qualche nuovo lettore su questo blog, sui canali social a esso collegati e sull'attività del suo amministratore.
lunedì 4 novembre 2024
Traditi dalla fretta #43
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Jean Ray,
Traditi dalla fretta
E finalmente lo Speciale "La Grande Abbuffata" ce lo siamo lasciati alle spalle. Non ne potevo più e, immagino, lo stesso sarà stato anche per voi. Un'impresa così ardua non credo si ripeterà, anche perché monopolizzare in questo modo questo spazio ha chiaramente avuto delle conseguenze su tutto il resto, a partire dal fatto che su questo blog ho clamorosamente bucato la ricorrenza di Halloween, che è sempre stata l'occasione per parlare di qualche horroraccio di serie zeta (non che mi servano occasioni particolari, visto che bene o male di horror ne parlo di continuo, ma sarebbe stato bello farlo quel giorno lì).
La nota positiva è questa forzata iper-produttività mi ha permesso di tornare a un livello di pubblicazioni (inteso come numero di post usciti in un anno) che da queste parti non si vedeva da diversi anni. Ma non vi preoccupate: la tendenza al ribasso riprenderà di sicuro nel 2025. Anzi, diciamo pure che è già ripresa, visto che è subito venuto a mancare il "fuori speciale" del venerdì.
A questo punto non resta che provare a tornare alla normalità e ripartire da un nuovo episodio di "Traditi dalla fretta" mi pare la cosa più ovvia, anche perché di cose che mi sono perso in questi mesi, per colpa appunto della fretta di rispettare le scadenze dello Speciale, ce ne sono state a milioni.
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