Era forse inevitabile che dopo la mia piccola analisi di qualche giorno fa dell’album Bleak Silver Stream dei Lethian Dreams, fosse giunto il momento di parlare di quest’altra band, i Remembrance. Definire i Remembrance “un’altra band” fa un po’ sorridere, visto che ritroviamo sotto questo monicker nientemeno che il buon Mathieu Sachs e l’eclettica Carline Van Roos (quest’ultima, un po’ come il prezzemolo, la ritroviamo anche in un progetto solista chiamato Aythis).
La proposta dei Remembrance, inutile dirlo, è quella del Doom ma qui di Funeral Doom non c’è alcuna traccia. Troviamo invece delle forti influenze Gothic, il cui merito va alla voce eterea di Carline e ad una buona dose di varietà ritmica che rende il lavoro nel suo complesso una piccola perla nell’oceano underground di produzioni mediocri di cui, ahimè, è saturo il genere.
“Fall, Obsidian Night features 7 tracks where power and acoustic parts meet, where the listener wanders the disembodied woods. Fall, Obsidian Night is a portrait of a dying nature, a bliss in isolation.” Così, in due parole, il gruppo definisce l’album, uscito circa un anno fa, sul proprio sito ufficiale. E’ un peccato. Sono parole che, secondo me, non aiutano il gruppo transalpino ad uscire dall’anonimato. E’ anche vero però che sono questi i temi ricorrenti del Doom ed è questo che cerca il pubblico al quale i Remembrance si rivolgono. Cito ad esempio un passaggio della seconda traccia, “Stone Mirrors”, il pezzo a mio parere meglio riuscito, assieme alla suggestiva “Our Memories Are Made Of Stones”
A storm of gray ashes lashes my face / I watch the sky unreal and pale / I witness the dance of clouds / Until the tide breaks against the rock / Waking up the silence's reign / The black ashes take me to a timeless sleep / In which I fall, like you will too / The springs melt in the beat / Obsidian walls of larva / Where I stand, we become rust / An empty shell, dying on the seaside / We are this desolated show / This absence of colour
Grande personalità ed ispirazione sono i meriti innegabili della band e Fall, Obsidian Night è anche la prova della loro versatilità. Ho letto in giro per il web alcune recensioni di questo disco e ho trovato praticamente solo bocciature. Questo mio post vuole essere una voce contro. Di solito è al primo ascolto che decido se un disco avrà una seconda chance di essere rimesso nel lettore CD oppure no. Questo è uno di quelli. La maggior parte finisce invece impilato in mezzo agli altri a prendere polvere per sempre, cosa che, soprattutto se parliamo di Doom, è molto probabile che succeda. Il punto più basso, mi ricordo, l’ha raggiunto quella monumentale m##da messa insieme da una band "pure depressive black funeral doom metal" danese chiamata Nortt. Roba per fanatici doomsters integralisti che farebbero meglio a farsi due domande… Normalmente su questo blog parlo solo di cose che mi piacciono ma non è escluso che un giorno, magari uno di quelli in cui sono inca##ato con il mondo, possa decidere di parlare di quel disco (naturalmente senza riascoltarlo… sarei un pazzo se lo facessi).
Stavo comunque parlando di Fall, Obsidian Night. Sono un pessimo redattore, lo so. Credo non bisognerebbe lanciarsi in inutili digressioni se si cerca di scrivere una buona recensione. Ma scrivere recensioni non è il mio lavoro né tantomeno il mio scopo. Questo blog nasce come un diario di bordo, una piccola antologia, come scrivo là in alto sotto il titolo, di tutto quello che mi capita di vedere, ascoltare, gustare, odorare e toccare. Oggi è stato il turno dei Remembrance, il cui lavoro ho avuto l’opportunità di ascoltare più volte in macchina. Lo riascolterò senz’altro anche domani. Poi, come al solito, passerò ad altro.
I don't think I can lift my hand / From this painting so gray / Where every path leads to pain / Where an eternal night steals every shape / At my feet / Lie the wounds / The dismal stones / Will the mist be my shield / In the places where I can't see / Fall, obsidian night / Fall and devour me / Fall obsidian night / Fall and devour me / Fall obsidian night / Leave your wide shadows on me
Nessun commento:
Posta un commento