Si dice che le persone più creative siano anche quelle più inquiete, irrisolte. Questa definizione calza a pennello ad Alfred Kubin (1877-1959), dei più grandi disegnatori del '900, divenuto famoso in Italia a seguito di una mostra del 1952 inaugurata dalla Biennale di Venezia, ma poi più o meno caduto nell'oblio. Disegnatore fantastico, sapeva mettere su carta “tutte le sensazioni possibili”, trasformandole in un immaginario morboso: amore, morte, disperazione e così via. Per farlo attingeva ai suoi sogni, ai suoi incubi, ma anche, certamente, ai suoi ricordi.
Nel 1909, appena trentunenne, Kubin pubblicò “L'altra parte”, il suo unico romanzo compiuto, considerato il primo romanzo espressionista della storia, o più spesso definito pre-espressionista, a voler sottolineare lo spirito pionieristico del suo autore nell'affrontare e sviscerare un certo tipo di tematiche. All'epoca Kubin era già un illustratore di una certa fama, anche se la sua consacrazione avvenne più tardi, con la maturità artistica, ma alla morte del padre, l'anno precedente, aveva reagito malissimo; al padre lo legava un complesso rapporto di amore-odio e, come se ciò non bastasse, il lutto era sopraggiunto nella sua vita al culmine di un periodo di profonda prostrazione psicologica e di crisi creativa. Forse per questo Kubin, non riuscendo ad esprimersi con il disegno come desiderava, affidò le sue emozioni a questo romanzo cupo e bellissimo nel quale è possibile leggere il suo disagio interiore, la sua sofferenza. Un romanzo che passato il primo, e poi il secondo dopoguerra, con l'arrivo di tempi meno cupi avrebbe facilmente potuto cadere nel dimenticatoio, e invece è sopravvissuto all'usura del tempo mantenendo inalterata la sua dirompente forza.
“L'altra parte” Kubin lo scrisse di getto in appena dodici settimane, mentre altre otto settimane gli servirono per corredarlo con una cinquantina di disegni che ancora oggi, fortunatamente, fanno parte dell'edizione reperibile in commercio.
È un romanzo, questo, che viene interpretato ora in chiave strettamente psicanalitica, ora come un viaggio nell'inconscio costellato di visioni cosmiche, metafisiche, ora come la metafora di un percorso iniziatico o di un'esperienza sovrannaturale - ad ogni modo, un viaggio che è destinato a cambiare completamente colui che lo ha compiuto.
Di Kubin nel libro c'è quel male di vivere che caratterizza un po' tutti i suoi personaggi: tetri, nostalgici, depressi e in balia degli eventi ma spesso anche ambigui, crudeli, in certo modo amorali. Ad esempio nel narratore – un artista ipersensibile, da sempre soggetto a grandi sbalzi d'umore - c'è molto dell'autore. Difatti, di questo personaggio non sappiamo neppure il nome: l'autore non lo dice, forse proprio per sottolinearne le analogie con se stesso.
Ma se “L'altra parte” è la storia di un uomo, o meglio del suo inconscio, è anche e soprattutto quella di un luogo: la città di Perla, la capitale artificiale del Regno del sogno, un regno separato dal mondo circostante da un (profetico) muro di cinta (vi ricorda niente?) creato da un ricco eccentrico come rifugio per gli insoddisfatti della civiltà moderna. La genesi di Perla deve molto all'atmosfera di Praga (Kubin era boemo), città dall'anima divisa in due: cristiana ed ebrea, scientifica e superstiziosa, moderna e decadente.
Il nostro artista si fa allettare dalla prospettiva di futura ricchezza e felicità e ben presto intraprende con la moglie l'estenuante viaggio verso la sua nuova casa, oltre il confine orientale della Russia. All'ingresso delle mura del Regno però lo assale una sensazione orribile, del tutto ignota. “Non uscirò mai più di qui”, si dice, e questo pensiero per lui ha il terribile sentore di una profezia. Ciononostante, inizialmente prevale in lui un certo ottimismo, ma col passare del tempo il luogo di fiaba tanto agognato perde gradualmente ogni attrattiva.
Perla, come tutto il Regno del sogno, è perennemente avvolta da un'atmosfera crepuscolare e pervasa da odori strani, sgradevoli. Accanto ai quartieri borghesi ci sono zone malfamate e sporche, sordide, rifugio di isterici, nevrastenici e criminali, mentre il Regno è colmo di luoghi solitari, nei boschi e vicino alle paludi, a cui nessun viandante osa avvicinarsi verso il tramonto. Con il tempo i misteri di Perla provocano visioni e suggestioni sempre più intense, la città finisce per divenire una prigione che trattiene i suoi abitanti con una forzata apatia, una noiosa monotonia che è allo stesso tempo continua incertezza che logora l'anima.
Ma quel che è peggio, l'esistenza sembra trascinarsi su binari precostituiti: una sorta di forza onniveggente, di orwelliana memoria, riequilibra le cose ogni volta che si verifica un cambiamento, dando la sensazione di non essere mai veramente padroni del proprio destino. L'artificiosità del Regno comincia a diventare intollerabile. Claus Patera è una presenza invisibile ma allo stesso tempo onnipresente, un dio imperscrutabile che dalle profondità del suo palazzo avviluppa uomini e cose in una sorta di sortilegio, un potere occulto dallo scopo oscuro.
Alfred Kubin lo conosco come illustratore, molte sue tavole sono presenti in un interessantissimo tomo della Taschen sul simbolismo.
RispondiEliminaCome scrittore non lo conosco affatto, ma ora sono rimasto incuriosito da questo romanzo dalle atmosfere kafkiane...
Io ho invece seguito il percorso contrario al tuo: ho visto il libro, l’ho comprato, l’ho letto e solo in seguito sono andato a cercare le sue illustrazioni. Le edizioni Taschen sono meravigliose. Ti ricordi per caso il titolo del tomo di cui parli? PS: Lieto di averti incuriosito. Kafkiano è l’aggettivo giusto che ho dimenticato di usare. Grazie per la visita.
EliminaEsattamente "Il simbolismo". Questo è il link su amazon (te lo segnalo solo per farti vedere il libro, per l'acquisto ovviamente è possibile cercare anche altrove) :
RispondiEliminahttp://www.amazon.it/Symbolism-Ediz-italiana-Michael-Gibson/dp/3822852155/ref=sr_1_3?ie=UTF8&qid=1373036894&sr=8-3&keywords=simbolismo+taschen
Stupendo! Grazie.
EliminaCredo proprio che questo libro mi stia chiamando! Domami lo ordin.
RispondiEliminaGrazie :)
Ma non aspetti nemmeno di leggere la seconda parte del post? Ah, ho capito... temi di essere spoilata...
Eliminainteressante, non lo conoscevo!
RispondiEliminaPare che lo conoscessero in pochi, infatti. Grazie per la visita!
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