"Gli antichi egizi si limitavano a seppellire i morti nelle loro piramidi. Noi ci abitiamo". (Thibaut De Castries)
Ecco un altro film scoperto abbastanza per caso lo scorso weekend, mentre cercavamo, io e la mia signora, qualcosa di diverso dai soliti generi che vanno per la maggiore qui a casa nostra. In realtà non sono sicuro che sia stata una scelta totalmente casuale, visto che quella sera, quando ho finito di fare le mie cose e mi sono buttato sul divano, stavano già scorrendo i titoli di testa. C’è sempre, voglio dire, la possibilità che la scelta di mia moglie sia stata molto più consapevole di quanto io creda, ma si tratta una sottigliezza sulla quale non ho perso tempo a indagare.
Complice, come dicevo, il weekend, mi stavo così accingendo ad affrontare un minutaggio non convenzionale (139 minuti) e, devo essere sincero, avevo già in prospettiva una ronfata epocale. Non è andata così, perché mi sono trovato ad assistere a un film tra i più incredibili di questa prima metà dell'anno. Ma meglio partire dall’inizio.