martedì 3 luglio 2018

L'uomo dello specchio (Pt.1)

Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro. (Mark Twain) .
Non puoi nasconderti all'infinito, Luke. Consegnati al Lato Oscuro della Forza. (Dart Fener)
Tutto ciò che, mi auguro, andrete a leggere oggi nasce da una semplice riflessione: quanti di noi hanno un lato nascosto e ne sono consapevoli?
Ne parlavo giusto qualche giorno fa con un curioso personaggio, recentemente conosciuto in rete, il cui "lato oscuro", come vedremo, è decisamente interessante.
Nel giro di un attimo, e suo malgrado, tale personaggio e le sue riflessioni sono diventati l'argomento di questo post, e come spesso avviene quando la carne al fuoco è tanta mi sono visto costretto a spezzare il tutto in due parti.
Ma partiamo dall'inizio... Parlando di "lato oscuro", non mi viene in mente migliore esempio di quel tizio che, nell'anonimato, scrive da sette anni su questo blog.
Avrete senz'altro notato che, in tanto tempo, il mio vero nome non è mai apparso da queste parti (sebbene un buon investigatore, con qualche click ben calibrato, ci possa arrivare). Tutto ciò non è dovuto alla timidezza o alla libidine di avere un nickname "figo"... tutt'altro... è proprio un puro discorso di "lato oscuro" che, per mille ragioni, preferisco tener separato dalla facciata che espongo tutti i giorni.
Nonostante ciò, a chi mi ha contattato in privato per questioni di blog non ho mai fatto un mistero del mio vero nome e cognome ma, viceversa, se qualcuno della vita "reale" mi dovesse chiedere cosa faccio nel mio tempo libero... beh.... non vedo perché non dovrei mentire.
In sostanza tutto quello che vedete e che leggete da sette anni è una parte riservata di me, che non mi va di condividere con le persone che incontro al bar la mattina o con i miei vicini di scrivania in ufficio. Il motivo? Beh, in parte è perché non sono sicuro di poter continuare a relazionarmi con persone che ti guardano come un appestato se solo hanno il sentore che ti interessi di orrore, di robe esoteriche o di musica metal. È già difficile trovare in giro qualcuno che abbia letto un libro nella vita, figuriamoci il dover dichiarare pubblicamente che, non solo i libri io li leggo a nastro, ma che ne discorro anche su un blog. Sarebbe come rivelare ai terrestri di essere un marziano.
Ma non è tutto: il tenere separate le "due facce dello stesso specchio" deriva soprattutto da una necessità professionale che, allo stato attuale delle cose, richiede che si debba rendere conto di ciò che si fa nella propria vita privata. Ma questa è una lunga storia.

Queste, in breve, le ragioni del mio lato oscuro. Opinabili o no, tali sono. Chi invece non ha di queste inibizioni è Luigi Parisi, il "misterioso" personaggio cui accennavo all'inizio.
Luigi Parisi è un regista professionista. Uno di quelli con la macchina da presa. Forse il suo nome non vi dirà molto, perché non è certo famoso come un Garrone o un Sorrentino, ma vi assicuro che quando vi dirò cosa ha fatto non potrete trattenervi dall'esclamare un bel "stica##i".
Oggi però, per una volta, invece di trovare qualcuno che si occupi del suo lato "patinato", Luigi Parisi ha trovato un blogger che preferisce concentrarsi sul suo lato oscuro, quello del regista di cortometraggi horror, realizzati per puro divertimento senza il supporto delle grandi produzioni (prodotti ben diversi, come vedrete, da quelli "ufficiali").
A questo punto, senza ulteriore indugio, vi suggerirei la visione de "Lo specchio nero" (2014), il cortometraggio che ha ispirato il titolo di questo articolo e che, come avrete capito, ha qualcosa a che fare con l'essenza stessa di questo blog.


Si tratta, come avete visto, di un corto ispirato ai racconti di Lovecraft che ha la particolarità di mettere a confronto l'immaginario del celebre scrittore americano con la cosiddetta realtà dello specchio nero di John Dee, il celebre faccendiere che, alla corte di regina Elisabetta I, pretendeva di comunicare con delle “creature angeliche” attraverso appunto uno specchio di ossidiana. Pur trattandosi, quasi certamente, di uno dei fake più clamorosi dell'antichità, John Dee e il suo compagno di necromanzie Edward Kelley seppero ispirare non solo il presente blogger, ma decine di letterati di tutto il mondo. Lo stesso Lovecraft ne fu affascinato al punto che, oltre ad attribuirgli la paternità della traduzione inglese del Necronomicon, lasciò passare il messaggio che lo stesso pseudobiblium fosse in realtà identificabile con il famigerato Libro di Enoch, il testo giudaico scritto in quella che fu, secondo gli studi tradizionali, la lingua parlata da Adamo prima della cacciata dal paradiso. Ecco dunque che si fa largo un interessante collegamento tra il culto lovecraftiano dei Grandi Antichi e quello biblico ad alcuni di noi più familiare. In altre occasioni, a questo punto sarei andato avanti per ore seguendo il tracciato di questo solco, ma non è questo che intendo fare oggi.

Luigi Parisi sin da giovanissimo ha avuto il pallino di sperimentare la tecnica cinematografica e lo ha fatto con un occhio di riguardo al genere horror. In giro per il web si trovano numerosi esempi (che non mancherò di linkarvi più avanti), ma sfortunatamente non tutto ciò che ha realizzato è disponibile (non tanto per questioni di copyright, ma semplicemente perché il grosso è ormai andato incidentalmente perduto). Ad ogni modo, come riporta la sua biografia ufficiale, la prima esperienza di set di Luigi risale al 1997 con il film per la tivù “Angelo Nero”, realizzato in pellicola 35 mm in qualità di regista di seconda unità. Girato in inglese, vanta un cast nel quale spiccano i nomi di Maria Shneider, Ben Gazzara e Hanna Shygulla. Direi niente male come prima esperienza, no?
Il suo vero esordio Luigi lo fa però con il “Morso del Serpente” (1999, 35 mm), firmando come regista un altro film per la tivù con Gabriel Garko, Stefania Sandrelli, Ricky Memphis e Beppe Fiorello.
La vera svolta avviene attraverso Mediaset e il produttore Alberto Tarallo, che gli offrono un contratto in esclusiva per eseguire la regia di produzioni di successo come “Il Bello delle Donne” (tre stagioni), che ottengono grandi risultati in termini di ascolti e gradimento del pubblico.
A questo punto credo sia ormai chiaro da che parte vi sto portando, per cui se il nome di Luigi ancora non vi dice nulla, sicuramente vi dirà molto il suo successo più grande: “L’Onore e il Rispetto” (cinque stagioni). In seguito Parisi realizza la regia con Samperi e Odorisio del kolossal fiabesco in costume “Il Sangue e la Rosa” e, nel 2010, con il collega Inturri, firma la regia della fiction “Il Peccato e la Vergogna”. Potrei andare avanti a elencare titoli che sicuramente, anche se non avete visto, vi faranno accendere da qualche parte una lampadina, ma non è questo lo scopo di quest'articolo.
Come detto sin dall'inizio, oggi cercheremo di capire cosa prova un personaggio pubblico ad avere un lato dark... e ce lo faremo raccontare dallo stesso Luigi Parisi.

Dite che non li avete mai visti? Non ci credo.


*****     *****     *****     *****     *****

T.O.M.: Ciao Luigi, e benvenuto su The Obsidian Mirror. Prima di tutto mi stavo chiedevo (e forse i miei lettori si saranno chiesti), cosa ci fa un regista affermato su un blog piccolo come il mio? Già che ci sei, hai voglia di raccontare come ci siamo conosciuti? 

L.P.: Innanzitutto un ringraziamento a te per avermi dato l’opportunità di questa intervista e un saluto a tutto il popolo di THE OBSIDIAN MIRROR! Un regista affermato come me? No dai, mi metti in imbarazzo. Non sono così affermato e anzi, mi sento un umile mortale. E’ vero, ho lavorato tanti anni (oltre venti) su film e serie televisive. Questo mi ha dato l’opportunità di conoscere molte persone con le attitudini più disparate. Quando si parla di orologi antichi (non da polso ma a pendolo o a muro), di specchi o meglio ancora di paranormale, allora il mio interesse si acutizza. Sinceramente, non so per quale ragione sono capitato sul tuo sito. Uno scettico direbbe “per caso”. Ma secondo i miei studi e il mio modo di pensare, la casualità esiste in modo molto limitato. Esistono collegamenti al di la della nostra comprensione umana (sarebbe da presuntuosi di sapere come funziona l’universo conosciuto, figuriamoci gli universi sconosciuti! –Ops! Questa sembra una battuta del buon vecchio caro Dylan Dog, ahah!). Diciamo che ero a caccia di storie, di creepy-pasta, di spunti e ispirazioni sugli specchi. E guarda cosa capita? Una bella storiellina che si basa su un’ antica credenza popolare americana (che –mi vergogno a dirlo- non conoscevo!). Scritta tra l’altro benissimo… Il titolo è tutto un programma: “On Halloween look in the glass”! 
La storia parla di una ragazza che prova a mettere in pratica questa vecchia leggenda: Se allo scoccare della mezzanotte, nella notte di Halloween, si accende una candela e si cammina all’indietro fino ad arrivare di spalle ad uno specchio, voltandosi si dovrebbe distinguere nel riflesso, proprio sopra la spalla sinistra il volto della persona che si amerà per tutta la vita. 
Wow! Uno spunto davvero gustosissimo per un cortometraggio horror! Avevo uno specchio anticato e conoscevo una tipa che era la fotocopia di Jessica Biel (che fa molto horror!)… Perfetto! Per una serie di circostanze tuttavia il corto non riuscì a partire...

T.O.M.: Quel mio vecchio racconto, che pubblicai qui sul blog ormai cinque anni fa, lo hai citato benissimo, ma la storia vedo che non l'hai raccontata tutta... Ci sarebbe quel particolare finale, stupendamente creepy-pasta, secondo il quale...  ma no, dai, non raccontiamo niente. Scusa se ti ho interrotto. Stavi dicendo?

L.P.: Stavo solo dicendo che il corto non riuscì a partire. Quello che più importava però era il sito sul quale era stata letta la storia. Il titolo mi meravigliò ancor di più: THE OBSIDIAN MIRROR, ossia lo Specchio di Ossidiana! Non potevo crederci! Allora esisteva qualche altro “pazzo” come me (in senso buono, of course!) con numerosi altri “seguaci”!!! 
E guarda te coincidenza (ma che casualità, vero?) molti anni prima avevo realizzato un piccolo cortometraggio casareccio in cui avevo miscelato le gesta dell’alchimista John Dee con elementi del grande H.P. Lovecraft in un'unica idea. L’ispirazione mi venne proprio in base ad una lettura tratta da un saggista di rara qualità, quale Jaques Bergier ne “I Libri Maledetti” (di cui possiedo una copia originale del 1972 con le pagine ingiallite dal tempo! Meraviglia!). Il capitolo s’intitolava: “Ciò che John Dee ha visto nello Specchio Nero”. E il cortometraggio fu naturalmente “LO SPECCHIO NERO” interpretato da quel poveretto di mio fratello che per scherzo e per gioco mi fece da attore. 
Il risultato fu assolutamente godibile, considerando il fatto di averlo realizzato senza troupe, in casa e in tempi in cui il digitale era davvero agli albori… Detto questo, ovviamente come potevo non contattare l’artefice e l’ideatore di questo fantastico THE OBSIDIAN MIRROR? (tutt’altro che piccolo sito!!!!)…

Luigi Parisi sul set de "Il sangue e la rosa"
T.O.M.: Oh sì, anch'io possiedo quel libro! La mia però è solo una fotocopia di quell'edizione del 1972 che, ricordo, acquistai anni fa in una libreria esoterica qui dalle mie parti, una libreria che aveva il vizietto di fotocopiare e rivendere testi privi (non ho mai capito se vero) di copyright. Anyway... Accennavi alla lettura di Bergier come fonte di ispirazione del tuo corto: immagino comunque che alla base ci sia molto di più. Una tua passione per Lovecraft è a questo punto abbastanza ovvia... mi chiedevo invece se ci sono altri autori che hanno contribuito alla tua formazione e, già che parliamo di cinema, se ci sono registi che ammiri o che vorresti emulare.

L.P.: Dunque, premettendo che le mie letture preferite sono rivolte per lo più ai saggi, gli autori di cui mi alimento –oltre ai già citati Bergier & Lovecraft- sono Charles Berlitz, Raymond Bernard, Zecharia Sitchin, Erik Von Daniken, Roberto Pinotti; Per quanto riguarda la letteratura classica amo il grande Edgar Poe, Robert Bloch, Richard Matheson e quel geniaccio contemporaneo che è l’immenso Stephen King
I registi? Beh, la mia formazione è sicuramente Argentiana. Ho deciso di fare questo mestiere poiché da bambino vidi alla televisione Suspiria. Argento sa scavare nell’anima, è inventore di un linguaggio cinematografico personale; l’uso dei movimenti di macchina, i dettagli macro spinti e più volte ossessivamente riproposti, la rostrum camera, le musiche e il montaggio, la fotografia… 
Dopo aver assaporato da piccolo quelle emozioni così forti, decisi in cuor mio che il mio sogno era quello di voler diventare un regista. Lo pensai davvero, nella mia ingenuità di bambino. Ho studiato da autodidatta, leggendo libri, magazine e fondendo le testine del mio VHS a passare e ripassare i frames che componevano una sequenza elaborando una sorta di decoupage. Ossia volevo capire da una scena, dove era sistemato il binario nella stanza, dove fossero le luci (osservavo le ombre sui nasi), l’uso del controluce e soprattutto, cercavo di capire come fossero realizzati gli effetti speciali: quella parte mi interessava tantissimo poiché per me era magia! (mi intendo anche un poco di illusionismo e prestidigitazione in effetti! (NdR: su questo link youtube faccio un piccolo modesto giochino di prestigio). Oltre Argento per me i grandi maestri del cinema sono Stanley Kubrik, Alfred Hitchcock, Steven Spielberg, Roman Polansky su tutti. Poi non posso non citare John Carpenter, Wes Craven, Quentin Tarantino, Sergio Leone, Cronenberg, Romero… e tanti, tanti altri!

T.O.M.: Beh, direi che all'appello non manca praticamente nessuno: i registi che hai citato sono appunto quelli che, più di ogni altro, hanno fatto scuola e che vengono portati ad esempio per le loro tecniche innovative. Un giorno magari ti chiederò di analizzare qualche pellicola classica (tipo un "Vertigo" per esempio) con l'occhio critico del professionista, ma non voglio abusare troppo della tua disponibilità, per cui cercherò di trattenere il mio entusiasmo.
Questa sera abbiamo fatto ormai tardi. Per il momento prendo congedo da te, caro Luigi, con la promessa di ritrovarci di nuovo qui, nel salotto di Obsidian Mirror, tra un paio di giorni. L'invito è ovviamente esteso a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza con il lato oscuro... di Luigi Parisi.


12 commenti:

  1. Tanto di cappello, all'intervista, all'intervistato e all'intervistatore!
    P.S.
    Noto che molti dei blogger e scrittori che seguo condividono con me questo lato oscuro: una vita parallela di cui non parliamo nella quotidianità "dal vivo", per vari motivi. (Il più triste dei quali è che non capirebbero...)

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    1. Siamo in tanti ad avere un'identità segreta... io, te, Peter Parker, Clark Kent, Bruce Wayne, Matt Murdock... e ognuno di noi ha le sue buone ragioni.

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  2. Non sono parente di Luigi Parisi ma visto che il cognome ci unisce seguirò con molto piacere questo artista.

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    1. Prima o poi te lo avrei chiesto... A proposito... ma hai cambiato numero di telefono senza dirmelo?

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    2. No, sono gli stessi numeri di sempre.
      P.s
      Sto segnalando questo post per il premio Italia.

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    3. Grazie per il voto. Non servirà a nulla ma sarà comunque un piacere vederlo citato nell'elenco degli esclusi dalle finali... ^_^

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  3. Accidenti che ospite importante!
    P.S.: non avrei mai immaginato che un regista di fiction nazionalpopolari mediasettiane avesse una passione profonda per tutt'altro genere di argomenti narrativi :-O

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    1. Luigi nell'intervista afferma di essere un comune mortale, ma probabilmente è una cosa che affermava anche Stanley Kubrik. Dalla mia prospettiva lo vedo più o meno a metà strada tra noi "poracci" e i grandi registi da lui stesso citati.
      PS: Forse Gabriel Garko non sarà Jack Nicholson, così come Manuela Arcuri non sarà Katharine Hepburn... ma se ti consentono di fare un lavoro che comunque ti diverte è già tanta roba

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  4. Non mi aspettavo davvero di aprire un post e trovarmi a guardare un intero film... che mi ha anche appassionato!
    L'ammirazione per Argento professata dal regista non mi ha stupito. Non appena ho visto l'urna con le catene all'inizio del corto ho pensato subito allo stesso oggetto che compare all'inizio de "La terza madre".
    Poi, non lo ha citato, ma immagino che abbia letto anche "L'angelo della finestra d'occidente" di Meyrink.

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    1. Ecco questa è una cosa che avrei dovuto chiedere a lui... credo comunque che se ad un certo punto della vita uno inciampa in John Dee è difficile che non finisca per approfondire.

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  5. Hello, I've changed the name of my blog, (mortuusetcruentum no longer exists)
    Sorry for the inconvenience, but it's because it beats perfectly! The new link is: https://capricornuscruentum.blogspot.com

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