Tutto è pronto per l’inizio del processo. Se, come trama di un racconto, si fosse immaginato di celebrare un processo ad un cadavere forse l’idea sarebbe apparsa stravagante ed eccessiva persino per un romanzo gotico. Invece qui il fatto è vero; ed è storia; il cadavere è quello di una papa; il processo avviene nella basilica lateranense nel gennaio 897. Si processa il cadavere di papa Formoso.
Per l’occasione era stato allestito un apposito trono. Una sorta di tribunale d’inquisizione “ante litteram” di fronte all’altare e dietro ai lunghi banchi coperti da un tessuto rosso che suonava sinistro. La curia giudiziaria si era sistemata ai lati del papa, dall’una e dall’altra parte; conosceva ormai dettagliatamente quali erano le imputazioni a carico dell’accusato. Tutti ne parlavano da tempo. L’alto clero fatto di teologi, cardinali, vescovi, i prelati più importanti della curia e i vescovi venuti da quasi tutta l’Italia erano seduti in appositi stalli, ai lati, lungo la navata. Il banco dei giudici e quello dei prelati riquadravano tre lati dello spazio. Al quarto lato c’era il popolo in piedi e ammassato di fronte al banco dei giudici. Nelle chiese medievali le sedie e gli scanni non erano ancora entrati nelle comuni usanze; nella fila davanti, pigiati come il loglio, c’erano naturalmente i più solleciti e i più curiosi che si erano presi il posto buono.